•Chiarimenti e Pace•

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Uscii dall'auto mezza addormentata, con un solo occhio aperto. Davanti a me si estendeva in tutta la sua grandezza un'enorme villa a due piani. Seguii Draco, che aveva già recuperato i bagagli, all'interno della casa. Sbadiglai per la stanchezza, quindi decisi di andare a dormire, e di rimandare il giro turistico all'indomani.
«Io vado a dormire, Draco.»
Lui era sparito oltre un bellissimo salotto, probabilmente in cucina a bere qualcosa.
«Va bene. Arrivo subito anche io.»
Scossi la testa, interdetta. Ma cosa pensava...che sarebbe tornato tutto come prima? Forse un giorno...
«Guarda che dormiamo in due camere separate!»
Lo vidi arrivare come una furia, con un bicchiere di whisky in mano.
«Perché? In fin dei conti noi siamo sposati, quindi dobbiamo dormire insieme.»
Sbuffai per la sua faccia tosta. Certe volte sapeva essere davvero irritante.
«Beh, fino a prova contraria siamo sposati SOLO per copertura e non per davvero! Quindi ora IO vado a dormire nella stanza degli ospiti, e tu in quella padronale. Buona notte!»
Afferrai la mia valigia e corsi su per le scale. Aprii tutta una serie di stanze, compresa quella dei coniugi Robinson, e poi entrai in quella addibita ad eventuali ospiti. Mi chiusi la porta alle spalle, e dopo aver lasciato il bagaglio vicino ad una poltrona mi distesi sul comodissimo letto a baldacchino. Senza preoccuparmi di indossare il pigiama chiusi gli occhi e sprofondai nuovamente nel mondo dei sogni.
La mattina dopo mi svegliai più carica del solito. La luce del sole si fece largo attraverso le tende bianche, e questo mi permise di osservare la stanza. Era molto accogliente: le pareti erano di un azzurro pastello, il letto aveva le coperte blu e le tende azzurre, e c'era anche un capiente armadio di legno. Vicino al letto c'era un comodino, e sul fondo la poltrona dove avevo appoggiato la mia valigia. Qualcuno, o meglio LUI, bussò alla porta, quindi mi alzai ed andai ad aprire, trovandomi davanti Draco senza maglietta.
«Buongiorno. Cosa vuoi per pranzo?»
Pranzo? Quante ore avevo dormito?
«Che ore...»
«Mezzogiorno e mezza.»
Ecco perché mi sentivo così riposata e carica. Avevo dormito tantissimo! Non era assolutamente da me.
«Mi cambio e arrivo. Tu prepara quello che vuoi, intanto.»
Stavo per richiudere la porta ma lui mi fermò.
«Senti...nella nostra camera hai tutti i vestiti che vuoi. Vai a darci un'occhiata, se ti va.»
Annuii soltanto,  poi presi la mia roba e lo seguii fuori dalla stanza. Entrai nella camera che avevo solo intravisto ieri sera e rimasi senza parole. Se la stanza per gli ospiti era bella, questa era ancora più bella. Era molto grande, con un enorme letto a baldacchino con coperte rosse, che si trovava tra la porta e le finestre. Vicino al letto c'erano due comodini, e di fronte una spaziosa cabina armadio con tantissimi vestiti di tutti i tipi. Affianco alla cabina c'era una seconda porta, che dava sul bagno padronale. Subito sotto alle finestre due comode poltrone rosse e un piccolo angolo bar.
«Ti piace?»
Ero sbalordita. Mai in vita mia avevo visto una camera del genere.
«Si, tanto.»
Lui mi accarezzò una guancia, ma io mi scostai di scatto, sentendo i brividi lungo la schiena.
«Potremmo dormirci insieme.»
Scossi la testa e poi presi dei vestiti puliti dall'armadio.
«Resti o vai?»
Lui sorrise malizioso e si sistemò sulla poltrona.
«Quasi quasi resto.»
Sbuffai infastidita e poi entrai in bagno.
«Eddai Hermione! Stavo scherzando!»
Non lo ascoltai e mi sfilai i vestiti che portavo da più di ventiquattro ore. Poi mi feci una veloce doccia, senza lavare i capelli, ed indossai una tuta da ginnastica bianca e blu. Quando uscii dal bagno Draco era già sparito, quindi corsi giù per le scale e mi guardai intorno. Alla mia sinistra c'era un immenso salotto con divano, poltrone e televisione al plasma. Alla mia destra c'era una sala da pranzo che dava su una modernissima cucina, che era collegata anche al salotto. Andai in salotto e notai due porte, una vicino alla cucina, e una di fianco al mobile con la televisione. Aprii la prima porta a due ante e i miei occhi si posarono su un'immensa biblioteca. Non avevo mai visto tanti libri, forse solo Hogwarts la superava.
«Oh, hai scoperto la biblioteca. Ti piace?»
«È...un sogno. La adoro!»
Entrai e notai un caminetto con un divano e un tavolino di fronte. Pensai subito a tutte le letture notturne che ci avrei fatto su quel divanetto, solo io e il rilassante schioppettio del fuoco.
«Vieni a mangiare?»
Con molto dispiacere, dovetti uscire da quella che era diventata la mia stanza preferita della villa, ed andai in cucina. Non mi ero resa conto di avere fame finché non sentii l'odore di carne alla griglia. Draco era ai fornelli, e mi stupii di scoprire che sapesse cucinare. I mobili della cucina erano molto moderni, e al centro della stanza c'era una spaziosa isola con anche degli sgabelli. Mi sedetti di fronte a lui, che sistemò in due piatti la carne e la verdura e poi me ne porse uno. Si accomodò vicino a me e iniziammo a mangiare in silenzio. Dovevo proprio ammetterlo: era stato davvero bravo ai fornelli. Lo osservai di sottecchi, e notai che era ancora senza maglia, lasciando intravedere i suoi addominali scolpiti. Rispetto al periodo della scuola era decisamente più muscoloso. Ma non aveva freddo? Il silenzio stava diventando imbarazzante, e la tensione si poteva tagliare con un dito, ma nonostante ciò io non avevo intenzione di intrattenere una conversazione. Che facesse lui il primo passo.
«Hermione, dobbiamo parlare.»
Ecco arrivato il momento. Avevo aspettato per tanto tempo dei chiarimenti, e finalmente me li avrebbe dati.
«Lo so, ti ascolto.»
Lui prese i piatti ormai vuoti e li sistemò nella lavastoviglie. Poi tornò a concentarsi su di me, cercando le parole giuste con cui iniziare.
«Sono quattro anni che non vivo più, Hermione. Ogni volta che penso alla delusione, al dolore nei tuoi occhi quando...quando ho fatto quella stronzata...»
«Non era una stronzata, Draco. Mi hai tradita! Doveva essere il giorno più bello della mia vita. Speravo che dopo la scuola saremmo andati a vivere insieme, invece...»
Le parole mi morirono in gola, mentre tutto il dolore e il rancore che avevo dentro mi bruciava gli occhi.
Lui invece si torturava le dita per la preoccupazione e il nervosismo, e respirava affannosamente.
«Mi dispiace. Io...sono stato un grandissimo coglione, e me ne rendo conto. Sono quattro anni che pago per questo errore. Ma...se mi ascolti per qualche minuto, capirai tutto. Ti prego...»
Sentii una nota di speranza nella sua voce e dai suoi movimenti scorsi solo tanto dolore e risentimento. La possibilità di chiarirsi non l'avevo mai negata a nessuno, e non avrei di certo iniziato con lui. Volevo che mi convincesse a perdonarlo, perché mi mancava tanto, ed ero già pronta a dimenticare tutto quel travagliato passato.
«Va bene. Parla...»
Lui sorrise e prese un grande respiro, per poi iniziare a spiegare.
«Mentre tu eri a fare l'esame di Aritmanzia, io ero con i miei amici a festeggiare la fine degli esami. Siamo stati in sala comune tutta la mattina e tutto il pomeriggio, a bere e a chiacchierare, ricordando tutti i momenti più belli di quei sette anni. Poi è arrivata Astoria, che mi ha passato un bicchiere di burrobirra. Il colore mi sembrava troppo scuro e il sapore era troppo amaro, ma lo bevvi lo stesso. Quando finii di bere mi sentivo intontito, e terribilmente attratto da lei. Astoria allora mi accompagnò nello sgabuzzino, e mi disse di avermi fatto bere una pozione che mi avrebbe fatto desiderare di fare sesso con lei, facendomi dimenticare te. Io cercai di oppormi, ma la pozione fece effetto, e mi lasciai andare. La spogliai, la baciai e la penetrai, ma a me sembrava comunque di fare l'amore con te. Poi tu hai aperto la porta, e io mi sono come risvegliato da uno stato di trance. Hai iniziato ad urlare e a  lanciarmi i gioielli e l'agenda con la penna che ti avevo regalato, e io non sapevo come spiegarti che non era come poteva sembrare, che non ero in me, che Astoria mi aveva dato una pozione. Tu non mi hai lasciato spiegare, mi hai urlato tutto il tuo disprezzo, la tua rabbia, e mi hai lasciato.»
Una pozione? Come si poteva arrivare a tanto per rovinare la vita a due persone? Ero incredula, e sotto sotto sollevata dalla rivelazione. Draco mi amava, e non aveva mai smesso. Forse.
«Quindi tu...mi ami ancora?»
Avevo bisogno di una conferma. Dovevo sapere. Volevo sapere. Lui sorrise e si avvicinò a me, mi accarezzò le guance, e raccolse con i pollici le lacrime che non mi ero accorta di aver versato.
«Ti ho sempre amata, e ti amo ancora. Anzi, non ho mai smesso, e in questi quattro anni sono stato malissimo. Sapevo qual era il tuo ufficio, ma non avevo il coraggio di farmi avanti. Avevo paura della tua reazione, avevo il terrore che mi odiassi. Voglio rimediare all'errore fatto quattro anni fa, e sono pronto a fare qualsiasi cosa per convincerti ad avere di nuovo fiducia in me. Dimmi solo cosa posso fare, e io lo farò.»
Quella per me era già una dichiarazione d'amore, ma volevo farlo penare un poco. Quindi mi alzai e gli feci cenno di seguirmi. Salii le scale ed entrai in camera da letto.
«Convincimi a modo tuo.»
Lui non se lo fece ripetere due volte e mi prese in braccio, adagiandomi poi con delicatezza sul materasso.
Volevo fare l'amore con lui, ne avevo bisogno dopo quattro anni di astinenza, e avrei capito subito se per lui fosse stato solo sesso.
Mi privò della tuta e dell'intimo in poche mosse, e poi mi osservò attentamente e con bramosia. Ero nuda sotto di lui, e tutto ciò mi fece provare una eccitazione incredibile. Lui si liberò molto in fretta dei pantaloni e dei boxer, e poi iniziò a baciarmi in tutto il corpo, partendo dal collo. Percorse ogni centimetro baciabile, soffermandosi sui capezzoli e sulle clavicole. Sfiorò con la lingua la mia intimità, facendomi sussultare per la sorpresa. Poi alzò lo sguardo sui miei occhi e sorrise con divertimento.
«Dopo tutto questo tempo sussulti ancora sotto al mio tocco.»
Io gli accarezzai i capelli spettinati.
«Sempre.»
Chiusi gli occhi, mentre lui riprendeva la sua tortura, insinuando due dita all'interno della mia vagina e cominciando a spingerle su e giù. Ma non mi fece arrivare all'orgasmo. No, si fermò un po' prima, lasciandomi vogliosa ed eccitata. Io per ripicca capovolsi la situazione, presi il suo lungo membro e me lo infilai in bocca, pompando sempre più veloce, su e giù, senza mai perdere il contatto visivo con lui, che stava cominciando a gemere per il piacere. Quando vidi che si stava avvicinando all'apice lo feci uscire dalla mia bocca, facendolo restare insaziato e famelico. Draco riprese velocemente il controllo sul mio corpo, e con una foga pazzesca si infilò dentro di me, con spinte veloci e potenti. Iniziai presto a gemere insieme a lui, a muovede il bacino a tempo con i suoi movimenti, per renderli più fluidi e precisi. Quando ormai i gemiti si facevano più incontrollati e sapevo di essere quasi prossima all'orgasmo, aumentai le spinte da parte mia, costringendolo ad aumentare l'intensità.
«Dray...sto per...»
Lui posò la bocca sulla mia, zittendomi, e con un'altra feroce spinta raggiungemmo l'apice della passione insieme, mentre ci concedevamo il nostro primo bacio dopo quattro anni. Lui riversò tutto il suo piacere in me, e fummo scossi dai brividi di quell'intenso e lungo orgasmo, mentre le nostre lingue si rincorrevano. Quando ci staccammo avevamo il fiatone, come se avessimo corso la maratona di New York, ma eravamo felici. Io ero al settimo cielo, a dire la verità. Appoggiai la testa sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore farsi lentamente più regolare.
«Bel modo per inaugurare questo letto, no?»
Sorrisi contro il suo petto.
«Già...pace?»
Mi prese in braccio e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
«Questa domanda dovrei farla io. Allora...mi perdoni?»
«Si, ti perdono. Mi sei mancato tanto. Però non farmi più dubitare della tua fedeltà, ti prego. So di potermi fidare di te...»
Lo strinsi in un abbraccio, baciandogli il collo muscoloso.
«Promesso. Anche tu mi sei mancata moltissimo. Ti amo, Hermione.»
Quelle due parole, dio quanto mi era mancato sentirle pronunciare da lui.
«Io di più, Draco Malfoy. O dovrei dire William Robinson?»
Lui si fece all'improvviso serio in volto.
«Approposito...dovremmo cominciare a buttare giù qualche idea per liberare Teddy Lupin e catturare i Mangiamorte.»
Già...per un momento mi ero quasi dimenicata della missione. Ma la nostra missione era ben altra che fare l'amore nella villa.
«Allora perché non iniziamo subito?»

Spazio autrice: Eccomi qua con il quarto capitolo! Fatemi sapere con voti o commenti se vi è piaciuto! Cosa pensate del modo usato da Draco ed Hermione per fare pace? E del discorso di Draco? A me sinceramente sembra di aver corso un po' troppo, ma era per far capire quanto avessero l'uno bisogno dell'altro. Al prossimo capitoloooo!!! Ciaooo!!

Giada

P.S. Domanda...secondo voi è meglio se metto un avviso a inizio capitolo in caso di scene esplicite o non serve?

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