Capitolo 8

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BIANCA

La mattina del mio matrimonio, mi alzo con due profonde occhiaie, non ho praticamente chiuso occhio stanotte pensando a quello a cui sto andando incontro.
Guardo l'abito principesco che mio padre ha confezionato per me, appeso all'anta dell'armadio. Bellissimo si, ma non mi suscita nessuna emozione. Poi poso lo sguardo sul comò, adagiato sopra di esso, il bouquet di rose gialle che il mio sposo mi ha donato.

Maledetto...

Non faccio in tempo ad alzarmi che la mia camera viene invasa da persone. Sono infastidita da questa confusione.
I miei genitori, la cameriera, la parrucchiera, la truccatrice...,tutti mi fanno gli auguri con un largo sorriso.

Ma che diavolo hanno da sorridere? Mi sto sacrificando ad un matrimonio con un uomo che detesto...

Ieri ho parlato con Ian, ha ancora quella folle idea di fuggire insieme, ma ho paura che non sarà facile una volta che sarò nelle mani di Noah. La sua prepotenza, il suo imporsi a tutti i costi, mi lascia un brutto presentimento.

Sono assente, non ascolto neanche i complimenti che mi fanno una volta pronta.
Mia madre mi giustifica con la scusa dell'agitazione da sposalizio.
Mi mette letteralmente in mano il mio bouquet e vengo accompagnata di sotto, dove fotografo e autista attendono.
Insieme a mio padre nell'auto nuziale, giungiamo in chiesa.
Tutto avviene così in fretta da sembrare irreale. Sarebbe meraviglioso...ma non è così.
Durante il tragitto mi ringrazia il mio vecchio, mi ringrazia per aver evitato con il mio sacrificio la perdita dell'azienda.

Ed io? Nessuno pensa a quello che sto perdendo io?

Davanti alla grande entrata della casa di Dio, scorgo il mio sposo infondo alla navata.
Le gambe tremano sotto l'ampia gonna.
Le note della marcia nuziale iniziano a suonare. Sospiro e avanzo lentamente, come un'automa, al braccio di mio padre.
Lui è sull'altare, che mi aspetta bellissimo e impettito nel suo abito scuro. Posso notare la curva del suo sorriso che illumina il suo volto.
I miei passi mi avvicinano sempre più a quell'uomo arrogante, e ad ogni metro che percorro penso che non potrò più tornare indietro.
Vedo mia madre sorridermi incerta, qualche lacrima riga il suo viso, non so se per l'emozione o se per la consapevolezza di aver spinto la propria figlia ad un matrimonio senza amore.
E allora mi blocco. La paura di compiere quel passo mi pietrifica.
Papà mi sostiene, o meglio, mi tiene per timore che io fugga.
Vorrei voltare le spalle e scappare fuori, ma qualcosa mi impedisce nel farlo. Il senso di colpa verso i miei genitori e verso le persone che perderebbero il lavoro.

Noah diventa serio, è preoccupato.

Poi muove i passi verso di me

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Poi muove i passi verso di me. Viene a prendere la sua preda.
Osserva con insistenza mio padre, il quale mi bacia sulla fronte prima di abbandonarmi nelle sue mani.
Si china verso il mio orecchio, il suo alito caldo sfiora la mia pelle mentre mi obbliga con un bisbiglio a seguirlo.
E lo faccio..., lo accompagno come la sua sposa su quell'altare.

La cerimonia si svolge senza intoppi. Io non ascolto una parola della funzione. Penso ad Ian.
Lui invece è emozionato, sembra un bambino che scarta un regalo e trova ciò che ha sempre desiderato.
Allo scambio delle promesse siamo uno di fronte all'altro, occhi negli occhi, vedo in lui la soddisfazione per aver raggiunto il suo obbiettivo . Prende le mie mani tra le sue, e con voce sicura recita le promesse. Infine tocca a me che sommessamente prometto, il prete mi ferma pregandomi di alzare il tono per far si che possano udire tutti i presenti, e così mi sforzo di ripetere ciò che in realtà non sento nel cuore .
Quando la cerimonia termina, osservo l'anello che brilla all'anulare sinistro, il simbolo del legame con mio marito. Se ne accorge, e come se avesse percepito i miei pensieri, avvicinandosi di nuovo al mio orecchio sussurra compiaciuto:

"Adesso sei mia!"

Per il pranzo nuziale Noah ha prenotato in uno dei ristoranti più lussuosi di Chicago , la sala è addobbata sui toni del giallo, con tantissime rose uguali a quelle scelte per il  bouquet.
Ho scambiato poche parole con il mio novello sposo, perché sono ancora scossa e ho mille pensieri che mi frullano per la testa, riguardanti soprattutto la prima notte di nozze...

Qualche invitato, nel farci le congratulazioni, mi ha consigliato di sorridere di più e Noah ha subito giustificato la cosa con la solita scusa dell'emozione.
Ho conosciuto anche i suoi zii, una presenza molto importante nella sua vita, perché se ne sono presi cura dopo la perdita dei genitori. Vengono dal Canada e sono delle persone davvero piacevoli ,mi hanno riempito di complimenti .
Hanno anche detto che avremo sicuramente dei figli bellissimi ,provocando in me agitazione e imbarazzo, mentre l'adorato nipote sprizzava felicità da tutti i pori.
Mi ha fatto comunque piacere sapere che si fermeranno per un po' da noi, mi farà sentire meno sola in quella che da ora in poi sarà anche la mia casa.

I DUBBI DEL CUORE [Destini Incrociati 1*] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora