Ospedale part.2

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Quando decisi di diventare un vigile del fuoco,decisi di mettere a rischio la mia vita per salvare quella degli altri.
Durante la mia formazione in accademia,venivo presa in giro,per il fatto che sono una ragazza.
Dopotutto,fare il vigile del fuoco,richiede una forza fisica e psicologica elevata.
Non smentisco,il fatto che la sera tornavo a casa distrutta,stanca,con i muscoli tutti indolenziti.
Passavo serata a piangere.
Per sfogare tutta la fatica che avevo in corpo.
Mamma mi aveva detto che se avrei mollato,papà non si sarebbe arrabbiato,che non l'avrei deluso.
Ma io no,volevo diventare come lui.
Non volevo frequentare medicina,per diventare il secondo medico in famiglia.
Io volevo aiutare le persone.
Volevo combattere il fuoco.
Durante la mia carriera,conobbi tante persone che mollarono,dopo aver visto corpo bruciati e tanta morte.
Ma io resistetti.
Anche se il dolore che portavo dentro,era tanto.
Ma col tempo,queste cose diventano normali,ai nostri occhi,ma fa comunque male.
Ci pensi e ci ripensi.
Specialmente quando muore un tuo amico e collega.
Com'è capitato a noi con Shay.
Ma noi non la dimenticheremo mai.
Ha messo a rischio la sua vita per salvarne un'altra.
Questo vuol dire essere un vigile del fuoco o paramedico....

Finiti i controlli,Will ci disse di aspettare,che nel giro di un'ora,se non ci fossero stati codici rossi,avrei avuto tutte le rispose agli esami fatti.
Così decidemmo di aspettare in ospedale,così avrei salutato Connor.
Andammo a sederci nella sala d'attesa,fuori dalla stanza operatoria dove si trovava mio fratello.
Vedemmo le porte aprirsi,c'erano due infermieri con i camici sporchi di sangue,che trascinavano un piccoli lettino con una specie di protezione di plastica,allungai il collo per guardare,cosa c'era dentro.
Il corpicino di un bambino.
Doveva essere stato un aborto spontaneo.
Kelly mi accarezzò la schiena.
Ero dispiaciuta per la madre e per il padre.
"Chissà come sta la madre",mi disse Kelly,sospirai,"Già".
Sentimmo un botto provenire dal corridoio,che si trovava dietro le due porte,ci alzammo per guardare cos'era stato.
Era Connor.
Stava imprecando contro il muro.
Aveva indosso il camice,anch'esso sporco di sangue come le sue mani.
"Va da lui",mi diede una leggera spinta Kelly,aprii le porte,"Cos'è successo?".
Chiesi a Connor,"È successo che sono morti entrambi",gettò a terra la cuffia,"Il bambino e la madre?".
Chiesi a bassa voce,"Certo!Chi altro se no?!".
Quando si arrabbiava e poi mi rispondeva così,giuro che lo avrei preso a sberle.
Poi mi venne in mente una cosa,"Quanti anni aveva la ragazza?".
Chiesi secca.
Si girò e mi guardò confuso,"Penso quattordici,quindici perché?".
Mi sentii un nodo allo stomaco.
Era lei.
La stessa ragazza che avevo salvato.
Non potevo crederci.
Eppure avevo sperato che si salvassero entrambi.
O almeno il bambino.
"Que-quella ragazza...L'ho salvata io",li risposi.
Connor era sconvolto.
"Fanculo!".
Tirò un calcio al bidone della spazzatura.
KELLY.
Si sentivano urla provenire da dietro quelle porte.
Connor era arrabbiato.
Era agitato.
Enny provava a calmarlo,ma era fuori di se.
Connor era un professionista e perfettino.
Era veramente pignolo nel suo lavoro.
Ma chi non lo era?
Dopotutto,se non fosse stato così,dicerto non lavorerebbe in questo ospedale.
I due Rhodes stavano parlando animatamente.
Lei cercava di calmare lui.
Erano proprio fratello e sorella.

Mi presi una bottiglia d'acqua alla macchinetta,Quando sentii le porte aprirsi violentemente.
Guardai,"Ecco l'uragano Enny","Ah ah simpatico,dai andiamo.Credo che Will abbia i risultati",la seguii,"Scusa,ma Connor?".
Scosse la testa e mi prese la mano,"È stanco,lasciamolo stare".

Le analisi erano andate bene,Enny doveva solo prendere delle pastiglie al miele per evitare danni alla gola.
Prima di tornare a casa,andammo a prendere una vaschetta di gelato.
"Speriamo che il gelato sia buono","Bhe la gelateria è nuova.E poi hai voluto tu andarci,Tenente",mi rispose prendendomi le chiavi di casa dalla tasca,"Ho sentito parlar bene di quel posto".
Per cena preparammo dei sandwich,il venerdì era la giornata dei panini.
Dopo cena,ci mettemmo sul divano uno accanto all'altro a mangiare il gelato,a parlare e a guardare la tv.
Ovviamente ci fu anche qualche bacio.
Non potevo resistere a quelle labbra.
Erano così belle.
Ed Enny era così carina mentre mangiava il gelato.

Il telefono di casa iniziò a squillare.
Strinsi Enny a me.
"Mhhh",la sentii mormorare,guardai l'orologio a fatica,erano le 2:58 del mattino,"Ma chi è?".
Chiesi con la voce impastata,"Se non rispondi non lo sapremo",rispose Enny girandosi dall'altro lato del letto,quel dannatissimo telefono,lo afferrai violentemente,"Chi cavolo è?!".
Chiesi educatamente,
"Senti passami Enny e non rompere le palle".
Strabuzzai gli occhi,
"Connor?".
"Kelly fa come ti ho detto!".
Tolsi il telefono dell'orecchio e lo guardai,"Ma guarda che modi,certo che voi Rhodes siete lunatici eh",dissi ad Enny picchiettandola con il telefono sulla spalla,lei mi tirò una manata sul naso,"Pensa per te",mi rispose,questa stava ancora dormendo,"È tuo fratello,rispondi o mi picchia dai",prese il telefono sbuffando.
"Che vuoi Connor?".
Mi massaggiai il naso,ma questa picchia sempre forte?!
"COOSA?!".
Urlò.
"Shh che ti fa male la gola",mi guardò,"Connor arrivo,rimani dove sei",chiuse la telefonata,mi gettò il telefono addosso e iniziò a vestirsi,"Ma dove vai?".
"Tu torna a dormire",mi diede un bacio veloce ma la bloccai per il polso,"Cos'è successo?".
"Kelly lasciami andare,va tutto bene,ci vediamo in caserma,portami il borsone",mi diede un altro bacio,la sentii correre per le scale e chiudere la porta.
Mi rimisi sotto il lenzuolo,"Questi Rhodes sono strani forte"....

Dominare il fuoco.Where stories live. Discover now