Parte 7 | Rooms & Pain🥀

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Mentre alzo il capo leggermente per asciugarmi le lacrime che ormai fuoriescono dai miei occhi come pioggia, intravedo Thomas che con il fiatone, successivamente si siede accanto a me.
<<Hei, devi lasciarlo perdere. Tu non meriti una persona del genere, Rikki devi smetterla di piangere ed essere forte.>> aggiunge poi, mentre con una mano attira il mio corpo a se, e mi stringe.
<<Perché fai tutto questo per me?>> dico sussurrando, lasciandomi cullare dalle sue braccia che, a queste parole, mi stringono ancora più forte.
<<Perché sei importante e ci tengo a te.>> mi dice, lasciandomi un casto bacio tra i capelli, per poi poggiare il suo mento sulla mia testa scrutando chiunque passi.
All'inizio quelle parole sono entrate ed uscite dalle mie orecchie normalmente, ma analizzandole meglio, involontariamente sorrido.
Lui ci tiene a me? Sono importante per qualcuno? Vi sembrerà strano, ma Thomas è riuscito per la prima volta a darmi un senso di protezione ed in qualche modo, farmi davvero sentire importante come sostiene.
<<L'autobus è appena arrivato, che ne dici, andiamo?>> mi informa, mentre mi accarezza dolcemente il viso, passando un pollice tra le lacrime che ancora minacciano di uscire.
<<Vorresti dire che se io non venissi tu rinunceresti alla gita?>> dico mimando una risatina.
<<Certo, non ti lascio da sola.>> aggiunge, per poi spostare la mano facendomi cadere sulle sue ginocchia, e i nostri occhi entrano nuovamente in contatto facendomi rabbrividire.
Restiamo qualche istante lì, a fissarci intensamente come se l'unica cosa di cui avessimo bisogno fossero i nostri occhi. Ed io ho bisogno dei suoi, ho bisogno di lui.
<<Andiamo. Nash? Al diavolo! Noi due ci divertiremo anche senza di lui!>> urlo io battendo i pugni, mentre mi alzo di corsa per non perdere l'autobus.
Thomas mi lascia un sorriso che sa tanto di "così si fa", per poi iniziare a correre tenendomi da un braccio.
Ci scusiamo con la professoressa che perplessa ci chiede dove abbiamo trascorso tutto questo tempo, ed entriamo scrutando tutti i posti, nella speranza di trovarne due liberi.
Quando finalmente riusciamo ad intravederli, per sfortuna, ci accorgiamo che al nostro fianco, ci stanno Nash e Shady.
Thomas lancia un'occhiataccia al ragazzo dagli occhi blu per poi sistemarsi nel sedile accanto al mio, ignorandoli completamente.
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Il viaggio è stato abbastanza tranquillo, se non fosse stato per i due inaspettati ospiti dei sedili di fronte, ma per fortuna con me c'era Thomas che come al suo solito, teneva d'occhio Nash pronto a difendermi in caso mi provocasse.
Una volta scesi dall'autobus non posso far altro che guardarmi intorno entusiasta.
Il paesaggio è bellissimo, c'è un viale fiorito che ci accoglie, un palazzo enorme nel quale credo dovremo alloggiare, e si può intravedere da lontano un giardino meraviglioso accompagnato da una piscina costeggiata al suo lato.
<<È il paradiso?!>> urlo in preda all'euforismo, e Thomas inevitabilmente ride.
<<Su, andiamo a prendere le chiavi per la nostra camera.>> mi sussurra mentre, incrociando la sua mano con la mia, mi porta delicatamente all'interno dell'edificio. A quel contatto mi sento avvampare, è come se... se... i nostri palmi combaciassero perfettamente.
Entriamo e, nel frattempo che Thomas va a recuperare le chiavi, io giro un po' a caso per il posto senza sapere dove andare esattamente.
È tutto così ... bello.
Adoro il fatto che ci siano fiori ovunque, mi fa sentire completamente a mio agio e da un'atmosfera incredibilmente tranquilla.
Concludo il mio giro quando arrivo davanti ad un portagioie contenente un botto di cioccolatini di vario genere, e non posso far altro che prenderne una manciata ed infilarli in tasca stando attenta che non mi becchi nessuno.
<<CHE FAI RUBI QUALCOSA?!>> strilla Thomas al mio orecchio facendomi sobbalzare dalla paura, così per vendetta, gli tiro una pacca per poi scoppiare a ridere.
<<Hai preso le chiavi, scemo?>> gli domando io trattenendo le lacrime per l'avvenimento successo pochi secondi fa.
<<Si, camera 13.>> mi informa, una volta smesso di ridere anche lui.
Gli sfilo le chiavi di mano e mi metto a correre ridendo come un'ebete.
<<Dai! Così non vale!>> sento urlare alle mie spalle mentre i suoi passi si fanno accelerati nell'intento di prendermi.
Con il fiatone a 3000, mi blocco di colpo e Thomas mi viene addosso.
Entrambi cadiamo a terra, uno sopra l'altra, ridendo come pazzi.
Solo dopo qualche istante, i nostri sguardi si fanno subito seri e i nostri occhi si incrociano per la 19381 volta.
Le sue labbra, così carnose e rosee, il suo viso, così latteo e perfetto, lui, è sinonimo di perfezione.

Preso dall'imbarazzo, si alza e mi porge una mano per aiutare anche me, così scrollandomi un po' i vestiti con la mano, ci dirigiamo finalmente in quella che dovrà essere la nostra camera per le prossime due settimane.
Fortunatamente è una delle prime nel corridoio e non dovremo fare le scale per raggiungerla.
Inserisco la chiave e girando la serratura, apro la porta.
A quella vista resto estasiata, è grandissima, ma il mio occhio cade su un piccolo particolare: c'è un letto matrimoniale al posto di due lettini singoli.
Thomas dietro di me si fa improvvisamente rosso dall'imbarazzo ed io, faccio spallucce con la faccia poco convinta.
<<Adesso che si fa? Non possiamo dormire in un letto matrimoniale.>> dico io sedendomi su un punto a caso della stanza.
<<C'è solo quello. Se la tua paura è che ti tocchi durante la notte stai pur certa che non lo farei mai.>> mi informa guardandosi intorno.
È un ragazzo così dolce e carino, quanti ne esistono come lui? Semplice, non ne esistono.
Sa di dormire in un letto unico con una ragazza e non fa la solita faccia maliziosa, ma addirittura mi tranquillizza dicendomi che non mi sfiorerà.
Ora che ci penso, sono davvero fortunata ad avere un amico del genere.

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Hi baes! Ho scritto davvero pochissimo ma sto ancora morendo di sonno e devo per forza scriverlo adesso perché più tardi non ci sarò!
Spero vi piaccia, baci💗

All. || [Thomas Bocchimpani]Where stories live. Discover now