42

2K 82 0
                                    

Guardo fuori dal finestrino dell'auto del mio amico Walter. Terry è seduta al suo fianco, e Reby al mio fianco.
Io non ho aperto bocca per tutto il tempo, mi sono solo limitata a salutarli e a rivolgere loro un sorriso.
Guardo la mia città che scorre veloce.
Le luci dei lampioni illuminano le strade, la città è viva, e io sono qui, come morta, più uno zombie che cammina.
<< Tu che ne dici Alexa? >> la voce di Reby richiama la mia attenzione.
Mi volto verso lei e le faccio cenno con la testa che non ho idea di cosa stia parlando.
<< Non hai sentito? Ho detto cosa ne pensi della discoteca del centro? Non è fantastica? È li che stiamo andando. >>
Trattengo il fiato e guardo di nuovo fuori dal finestrino, ma questa volta presto attenzione alla strada. Abbiamo appena passato il ponte che unisce Brooklyn da New York.
<< Stiamo... Andando in discoteca? >> balbetto e alla fine mi si strozza la voce.
Reby annuisce sorridendomi, poi mi guarda preoccupata e mi chiede se va tutto bene.
Io le sorrido dicendole che sto alla grande e che sono felice.
Una bugia, praticamente. Ma non voglio rovinare loro la serata con il mio malumore. Non mi costerà fingere di stare bene. È quello che faccio da una vita...
Guardo Walter attraverso lo specchio retrovisore, e mi rendo conto che lui lo stava già facendo.
<< Cosa hai fatto oggi? >> chiede.
È stato in silenzio per tutto il tempo e sentirlo parlare mi fa strano.
Faccio spallucce perché tanto so che mi sta guardando.
<< Sono rimasta in camera tutto il giorno ad ascoltare musica e leggere novità su internet. >> dico un po' annoiata.
<< E che hai ascoltato? >> quasi mi urla nell'orecchio. Mi sposto di poco: << Reby! Mi rompi il timpano! >> sbotto.
Mi guarda sbigottita. Lo so. Non è da me urlare in questo modo agli amici, ma il fatto è che mi sento davvero molto giù di morale. L'assenza di Ryan mi sta facendo andare fuori di testa.
Quand'è che mi sono affezionata così a lui?
È il mio migliore amico, con lui so di essere sempre al sicuro, riesco ad essere sempre me stessa, e non c'è mai stata una volta in cui mi sia sentita in imbarazzo per il mio passato.
Con lui sto bene.
Abbasso lo sguardo e mi torturo le unghia delle mani: << Mi dispiace Reby, non volevo urlare in questo modo, è solo che... Ti prego di non... >> sospiro. Ma cosa sto facendo?
Mi ha solo chiesto che musica ho ascoltato oggi pomeriggio.
<< Musica triste Reby. Triste. Come me . >> alla fine non ce la faccio e scoppio a piangere.
La mia amica si avvicina a me e mi abbraccia: << Tesoro perché sei
triste? >>
Sento Walter ridacchiare e lo vedo guardarmi di nuovo attraverso lo specchietto.
<< Non lo hai capito Reby? >>
Reby inarca un sopracciglio e mi guarda.
<< Cosa non ho capito? Vi prego spiegatemi che non vi seguo. >>
<< A dire il vero nemmeno io. >> dico.
<< Suvvia Alexa, vorresti negare che sei così triste per la partenza di Ryan? >>
Scuoto la testa, << Non lo nego. Mi manca il mio amico, ma non ho capito la tua risata. >> dico.
Scuote la testa, si volta a guardarmi un attimo, mi rivolge un sorrisetto, poi ritorna a guardare la strada.
<< Alexa... >> Reby mi squadra attentamente.
<< Tranquilla, è tutto okay. Tra qualche settimana torna. >> dico e a fatica trattengo altre lacrime.
Finalmente arriviamo in discoteca e non appena metto piede lì dentro, un cameriere con un vassoio tra le mani si avvicina a noi offrendoci da bere.
Trattengo il fiato. Guardo i miei amici che prendono subito un bicchiere, io invece rifiuto.
Devo resistere. Ho fatto una promessa a Ryan, a me stessa. Non voglio tornare ad essere quella di sei mesi fa. Tutto l'impegno che ho messo per arrivare fino a qui. Sarebbe sprecato. Deluderei i miei nonni, Ryan...
Andiamo a sederci a un tavolo, poi le ragazze mi trascinano in pista, mentre Walter resta seduto a finire di bere.
<< Vieni anche tu! >> Strilla Terry.
Ridacchio. Non so cosa fare. Al centro pista, schiacciata da altre cinquanta persone, non so come comportarmi.
Mi sento in imbarazzo; nonostante sappia di non essere l'unica qui dentro, mi sento sempre gli occhi puntati addosso.
<< Cosa fai lì impalata! Alexa! Siamo qui per divertici! Smettila di pensare e libera la mente! Lasciati andare! >> mi urla nell'orecchio Terry.
Scoppio a ridere e cerco di lasciare fuori i miei pensieri, più che altro, il mio pensiero per Ryan e comincio a muovermi a ritmo di musica.
Ondeggio i fianchi in modo sensuale, le mani su di essi, poi lentamente alzo le braccia sopra la testa.
<< Terry! Guarda Alexa! >> sento Reby  urlare, mi volto verso loro e le vedo osservarmi sbalordite.
Che c'è?
Mi guardo intorno e esattamente alcuni ragazzi mi stanno fissando. 
Rido della situazione, poi decido di andare a sedermi. Ho la gola secca, così mi fermo prima al bancone e ordino un cocktail: Letters To Your Lover.
Sorrido al barman e comincio a bere.
Il cocktail mi rinfresca alla grande. Ne ordino un altro e poi torno dai miei amici.
<< Hei, dove sei stata? >> chiede Walter.
<< Mi sono fatta due bicchieri, tranquillo. Sto bene. >> dico rivolgendomi in modo brusco.
<< Alexa, cosa hai fatto? Non dirmi che hai bevuto! >> Terry mi guarda con un'espressione di rimprovero.
Faccio spallucce, poi faccio il numero due con le dita: << Solo due cocktail. Cosa vuoi che sia? >> dico in mia difesa.
Terry scatta in piedi: << Porca miseria Alexa! Hai bevuto! Tu non bevi più. Lo hai dimenticato? >>
Mi alzo anche io e uso il suo stesso tono: << No! Non bevo. Ma ne ho bisogno. Non sei né mia madre, né mio padre, né mia nonna, né mio nonno! Non puoi dirmi quello che devo o non devo fare! >>
Faccio per andarmene, ma mi afferra per un braccio facendomi bloccare:
<< Scommetto che fosse stato Ryan a dirti di non bere, o ti avrebbe rimproverato come ho fatto io, non avresti detto quello che hai detto a
me. >>
Si sbaglia di grosso. Una volta l'ho ignorato, e sono finita nelle mani sbagliate; ma è vero. Credo che abbia ragione.
La fisso senza dire niente, allora sbuffa e se ne va.
<< Terry! Aspetta dove vai?! >> Reby le corre dietro e Walter se ne sta seduto di fronte a me, giro la faccia e sbuffo: << Coraggio. Urlami in faccia anche
tu. >>
Si alza e viene ad abbracciarmi.
Sorpresa resto con le braccia aperte, poi le avvolgo attorno ai suoi fianchi.
<< Devo accompagnarle. >> Annuisco.
Scioglie l'abbraccio e continua dicendo: << Sai che Terry non... >>
Alzo una mano interrompendolo:
<< Si. Troverò il modo di tornare a casa. Mi dispiace di avervi rovinato la serata. >> abbasso lo sguardo.
<< Buonanotte. E sta' attenta. >> si raccomanda.
Mi abbraccia di nuovo e poi va via.
Resto sola in questa grande discoteca piena di persone, tutte sconosciute.
Fino a un minuto fa ero con i miei amici, e ora mi ritrovo sola.
Come al solito d'altronde.
Ho voglia di bere ancora. Lo so che non mi fa bene. Lo so benissimo, ma non riesco a controllarmi, non questa sera.
Ritorno al bancone e ordino un bicchiere di whisky con ghiaccio.
Butto giù tutto d'un sorso e mi brucia in gola. Ne ordino un altro e lo mando giù.
So quale sarà la reazione dei miei nonni, dei miei amici, di Ryan, quando sapranno quello che ho fatto pur essendo consapevole del fatto che non mi faccia per niente bene, ma proprio non riesco a smettere.
Sono consapevole del fatto che mi piace farmi del male. E questo proprio non riesco a cambiarlo.

Sei l'errore che rifarei{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora