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È passata una settimana e da quel giorno Camille non mi ha più rivolto la parola, non si è nemmeno più avvicinata, mi ha solo lanciato occhiatine da lontano. Io sono più che sicura che voglia dirmi qualcosa, ma non lo fa per paura che Claire lo sappia, perché sa che se accadrebbe, troncherebbe l'amicizia immediatamente.
<< A cosa pensi? >> la voce di Walter mi fa ritornare alla realtà.
Scuoto la testa: << A niente. >> mento.
<< Dài, puoi dirmelo... Si vede lontano un miglio che qualcosa ti tiene la mente occupata. >>
<< Sono tuo amico. Parlane con me. >> dice.
Si, amico. Dopo quella sera non mi sono più fatta vedere, incontravo solo le ragazze al bagno, o a casa mia, oppure ero io ad andare da loro.
Per quasi una settimana non ho più pranzato con loro tre in mensa nell'ora di pausa. Mi sentivo troppo in imbarazzo a stare vicino a Walter.
Poi però un giorno lui è venuto a cercami e abbiamo parlato: << Scusami tanto se ti ho detto quello che ho detto, ma la verità è che non è vero che io provo attrazione per te. Cioè... non mi fraintendere, sei molto bella, ma ho capito che quello che provo non è attrazione, ma ammirazione. Io ti ammiro Alexa, sei una persona fantastica, ti prego non roviniamo quest'amicizia. >> a quelle parole il mio cuore si è alleggerito e gli sono saltata addosso.
<< Non è niente, tranquillo. > dico continuando a tenere lo sguardo fisso a terra.
<< Alexa, senti... >> comincia, ma viene interrotto dalla prima campanella che comincia a suonare.
Mi alzo in piedi.
<< Walter, è tutto okay. Tranquillo. Sul serio. >> lo saluto e poi saluto le ragazze.
<< Ciao. Vieni oggi alle prove, vero? >> Terry mi guarda con gli occhioni da cucciolo bastonato.
Ridacchio: << Ci sarò, non c'è bisogno che mi guardi così... >>
<< È che manchi da un po'. Anche il professor Benson ha chiesto di te. >>
<< Sono mancata solo una volta Terry. >> le ricordo.
<< Lo so, ma sembra un'eternità. >>
Ridacchio.
<< Comunque il professor Benson ha chiesto di te, gli ho detto che oggi saresti venuta. E verrai. >>
Scoppio a ridere per la sua buffa espressione e dico: << Perché mi hai chiesto se sarei venuta alle prove se hai già deciso che ci sarò? >>
Inarca un sopracciglio e mi guarda male, Reby e Walter ridono insieme a me e Terry fa a tutti e tre le linguaccia.
La seconda campanella suona, spalanco gli occhi e vado nel panico:
<< Cavolo! Devo ancora prendere i libri per quest'ora e tra poco cominciano le lezioni! >>
Reby mi prende un braccio e dice:
<< Anche noi dobbiamo ancora prendere i libri ma non ci agitiamo come te, tranquilla. >> cerca di farmi calmare, ma non ci riesce.
<< Devo andare. Ci vediamo tra due ore alle prove. >> e corro via.
<< Ciao! >> sento Walter urlare per farsi sentire.
Vado al mio armadietto e velocemente prendo i libri per la quarta ora.
Ma nella fretta, mi scivolano dalle mani cadendo a terra.
<< Cavolo! >> mi accovaccio per raccoglierli e qualcuno mi si avvicina.
Alzo gli occhi e resto sorpresa nello scoprire che si tratta di Camille.
<< Lo faccio spesso anche io. Per tua fortuna mi sono avvicina ad aiutarti. Io non riesco a combinare niente e faccio ancora più tardi. >> dice.
Io resto in silenzio mentre raccolgo i libri da terra. Controllo che non si siano piegate le pagine - che è la cosa che detesto di più - e quando mi rimetto in piedi, Camille mi porge la penna.
<< Grazie. >> dico con un filo di voce.
Non so cosa fare, né cosa dire, e "grazie" mi è sembrata la cosa più sensata da dire, anche perché mi ha aiutata a raccogliere i libri da terra...
Mi rivolge un sorriso: << Prego. >>
Faccio un cenno del capo e resto dove sono, muta; poi è lei a parlare.
<< Senti... Voglio parlarti ma... >>
<< Claire non deve saperlo o non sarai più sua amica. >> finisco al suo posto.
Annuisce sospirando e abbassa lo sguardo a terra.
<< Okay. >> dico.
<< Posso... >> Comincia. << ... Posso venire a casa tua, oggi? >> esita un po'.
Si guarda le mani, poi alza lo sguardo su di me che la guardo sconcertata.
Mai mi sarei aspettata che mi chiedesse una cosa del genere.
<< O-Okay... >> balbetto.
Annuisce e poi si allontana, ma non prima di essersi guardata intorno per controllare che nessuno l'avesse vista parlare con me.
Chiudo l'armadietto tenendo i miei libri tra le mani e mi avvio in classe.
Aspetta! Ma come fa a venire a casa mia se non sa dove abito?
No, è venuta solo una volta; be' di certo non può ricordare...
Sento il mio cellulare vibrare nella tasca dei miei pantaloni. Lo prendo e leggo il messaggio che mi è appena arrivato: è Ryan che mi dice che oggi pomeriggio accompagnerà sua sorella da me.
Oh, cavolo... Allora diceva sul serio.
Cominciavo a pensare fosse una presa in giro...
Prima di entrare in classe, rispondo al messaggio con un "Okay" e poi lo rimetto in tasca.

Sei l'errore che rifarei{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora