Break me again

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La testa mi faceva male, malissimo.
L'emicrania mi martellava e gli occhi erano ancora così pesanti da non permettermi di aprirli completamente.

Le parole di Diana risuonavano confuse nella mia testa, non facendomi capire cosa avesse detto.

" Ehi.. " Diana mi abbracciò, mi abbracciò forte.
" Non ci credo. "

" Perché? " Con la mano libera mi massaggiai la tempia, cercando di scacciare via il malditesta.

Mi guardò stranita, inclinando la testa.

" Non ti ricordi nulla? " Chiese, ritornando ad appoggiare la sua testa sul mio petto.  

" Sinceramente no.. Ho solo un gran malditesta. " Le diedi un bacio sulle fronte.

" Sei stato in coma etilico per tre giorni.. Hai alzato un po' troppo il gomito. " Rispose piano, scandendo parola per parola.
" Ci sono stata io, nessun cambio, i ragazzi venivano a farmi compagnia a turno.. "

In mente mi tornò la figura di Paolo che bicchiere dopo bicchiere continuava a bere con me, facendomi parlare, facendomi sfogare tutta la merda dell'ultimo periodo.
Sicuramente mi aveva soccorso lui.

" Mi dispiace.. " L'abbracciai ancora una volta, forte.
" Mi dispiace da morire.. "

Mi sentivo uno schifo, uno schifo veramente. L'avevo fatta soffrire per tre giorni e sicuramente neanche i ragazzi realizzavano cosa fosse successo.

" Vado a chiamare il medico.. Ti devi far controllare. " Si staccò da me, asciugandosi le lacrime.

Le sorrisi, aveva le occhiaie marcate e la faccia stanca ma rimaneva comunque bellissima.

" Diego.. Ricordi qualcosa di quello che ti ho detto prima? " Chiese, sull'uscio.

Passai la mano tra i capelli, cercando di schiarire ancora quei suoni che girovagavano per la mia testa, ma niente.

" No, sinceramente.. Ripeti che ora ti capisco. " Scherzai, togliendomi la sottoveste dell'ospedale per via del caldo.

" Non era nulla di importante.. Torno subito. " E chiuse velocemente la porta, senza farmi rispondere.

Spuntò qualche minuto dopo, accompagnata dal medico, sorpreso nel vedermi sveglio.
Mi controllò, iniziò a toccarmi l'addome con le dita, premendo e causandomi, più o meno, dolore.

" Dobbiamo fare delle analisi.. " Concluse, togliendosi gli occhiali da vista.

" Dai Diego, ti aiuto a prepararti e andiamo.. " Diana si alzò velocemente, prendendo la sottoveste dell'ospedale.

" Lei chi è, scusi? " Il dottore la squadrò, guardandola dall'alto in basso.

Sto coglione.

" Dottore, sono tre giorni che sono qua e.. " Diana non riuscì a finire la frase che venne interrotta bruscamente.

" Io sono nuovo di turno, quindi le richiedo chi lei sia. Se non è una parente non può stare qua. " Si mise a braccia conserte, aspettando una risposta.

" È la mia ragazza e ora le chiedo io: qual è il problema? " Lo guardai, serio.

Fece una smorfia e mi diede le spalle, prese la cartella clinica dal tavolo e ripose i suoi strumenti nel cassetto.

La teoria della musica - IZIWhere stories live. Discover now