Broken inside

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" Diego, dai no! " Piagnucolai con la speranza che prima o poi avrebbe smesso.

" Sai che significa quando qualcuno ti sbuffa il fumo in faccia? "
Un ghigno gli si dipinse in faccia.

Era solo un anno più grande di me, ma la differenza la calcava ogni volta che mi mostrava qualcosa di diverso, qualcosa di esterno al mio mondo che però lui conosceva troppo bene.
Diego era così, portava sempre novità, aveva sempre qualche cosa da mostrarmi, aveva sempre il modo di impressionarmi, di farmi rimanere ammaliata.
Ridacchiava mentre continuava a fumare la sua Lucky Strike, si pavoneggiava mentre faceva uscire il fumo dalle narici.

" No.. " Dissi innocentemente.

" Te lo spiego fra qualche anno, sei ancora troppo piccola. " Cercò di stuzzicarmi, mentre si alzava per aprire la finestra e buttare la cicca fuori.

" Senti Diego, sei un anno più grande di me, non c'è tutta questa differenza. Fra poco ho sedici anni, non sono tanto piccola. " Sbuffai, cercando di apparire un po' più grande.

Ma in modo o nell'altro Diego era sempre quello che faceva la parte di quello più grande. Quello che mi toglieva dai guai e che, quando voleva, mi ci rimetteva. Ma c'era sempre lui a risolvere tutto.

Rise di nuovo, facendomi sentire ancora più piccola di quanto già non lo fossi.

——————

Era ormai passato un quarto d'ora da quando Diego mi aveva fatto il favore di salire al posto mio per prendermi il pigiama.
Non volevo vedere quella stronza.
In quel momento poi, la odiavo da morire.
Perché? Perché non puoi preferire un uomo alla figlia.
Aspirai l'ultimo tiro dalla sigaretta mentre vedevo la luce della scale accendersi, Diego stava finalmente scendendo.

" Che ti ha detto? " Dissi, mentre iniziavamo a camminare verso casa.

Mia madre aveva sicuramente parlato a Diego, magari gli aveva anche raccontato della scenata che ho fatto al suo amato compagno.

" Che sei infantile e che, visto che alla prima difficoltà scappi, puoi anche non tornare più a casa, tanto hai diciott'anni. " Sospirò pesantemente, si stava facendo carico della mezza verità che stava raccontando.

Sapevo benissimo che mia mamma era stata molto più acida e cattiva nei miei confronti.
Aveva sicuramente chiesto a Diego di isolarmi e lui, come sempre, le aveva gentilmente spiegato che questo non avrebbe ne risolto i problemi tra me lei ne giovato alla situazione.
Ma quale madre chiede di far rimanere isolata la figlia?
Quale madre desidera vedere la figlia con le spalle al muro per prevaricare?
La mia.

" Diego.. " Iniziai, senza realmente sapere cosa dire.

" Tua madre non mi ha fatto prendere solo il pigiama, ma vari cambi.. " Sospirò di nuovo, più pesantemente di prima.

" Stavolta è seria. Per lei puoi anche non ritornare. "

Improvvisamente sentii delle fitte martellarmi il cuore e le lacrime pronte a scendere.
Non stava succedendo per davvero.
E invece sì.
Non ci volevo credere ma ora era più vero che mai.

Un uomo aveva sostituito facilmente diciott'anni di amore tra madre e figlia.

Continuai a camminare nel mio silenzio, tempestata dalle emozioni contrastanti che provavo verso mia madre in quel momento.

La odiavo? Per niente.
La amavo? Ormai non abbastanza.

Camminavamo in silenzio, l'uno a fianco all'altro, vicini. Diego non aveva il coraggio di parlare, si limitava a starmi accanto.
Ogni tanto apriva la bocca cercando di dire qualcosa, ma la richiudeva qualche attimo dopo.
Probabilmente era deluso e confuso quanto me.
Poi, mi prese la mano e la strinse, regalandomi anche un piccolo sorriso, afflitto, ma pur sempre sorridente.

La teoria della musica - IZIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora