«Che cavolo è successo?», esclamò Matt improvvisamente.

«Ci ha lasciati», rispondemmo piano io e Ben all'unisono, con lo sguardo fisso nel lago.

«Ci ha lasciati», ripetè Speedy con un filo di doce.

Non sono sicura di quanto tempo ancora restammo lì seduti, tutti e quattro con le gambe piegate contro il petto, lanciando sassi in acqua, ma La Scoperta la facemmo solo dopo esserci alzati per mangiare qualcosa

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Non sono sicura di quanto tempo ancora restammo lì seduti, tutti e quattro con le gambe piegate contro il petto, lanciando sassi in acqua, ma La Scoperta la facemmo solo dopo esserci alzati per mangiare qualcosa.

Ben fu il primo ad alzarsi e a dirigersi verso il nostro solito posto con la borsa piena di panini preparati da Jen. Lei pensava stessimo andando al Luna Park, e mi dispiaceva davvero di averle mentito; ma in quel momento, quell'uscita era la nostra priorità. Non capivo come i ragazzi avessero accettato, e ancora di più che Speedy fosse venuto, ma forse era la cosa giusta. Forse eravamo quelli giusti.

Lo notai appena stesi il telo per fare da tovaglia. Il blu era sporco di qualsiasi cosa esistente sul posto, e il fatto che stesse sotto la nostra roccia mi fece sentire curiosità.

Matt, che si era avvicinato per aiutare, lesse la confusione sul mio volto e seguì il mio sguardo fino al vecchio oggetto.

«Che cosa...?», chiese, confuso, e io feci spallucce.

Mi aiutò a tirare su il grande sasso giusto un po' per essere in grado di tirarlo fuori. Lo presi tra le mani e pulii la sporcizia che dava prova del tempo che era stato lì.

«Ragazzi!», urlai verso dove Ben e Speedy erano andati per buttare via la terra che avevamo spazzato via dal posto per sederci.

Loro si voltarono, e vennero accanto a noi con calma.

«Tutto ciò che nessuno ha mai notato», lesse Eddie lentamente e facendo attenzione alle parole, «Il libro più lungo e triste mai escrito.»

«Dov'era?», chiese Ben con la voce allarmata

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«Dov'era?», chiese Ben con la voce allarmata.

«Era qui», rispose Matt.

«Era nel nostro posto», aggiunsi.

Ci sedemmo allora tutti quanti in cerchio, a gambe incrociate, con il libro dalla copertina blu scuro al centro, sul pavimento.

Nessuno di noi sapeva di cosa si trattasse, di quale libro fosse; tutti quanti noi tuttavia, sapevamo che era stato lasciato da lei.

Restammo in silenzio a fissarlo per qualche tempo, sperando che il guardarlo ci desse delle risposte.

«Dovremmo aprirlo?», disse Matt dopo un po'.

«Penso di sì», disse la voce di qualcuno, ma non feci caso a chi era, perché avevo già il libro tra le mani ed ero pronta ad aprirlo.

Quando lo feci però, lì, seduta sul lago, con il vento del nord tuonandomi in testa, vidi come le rugose pagine stropicciate dall'acqua e dal tempo fossero tinte di nero.

Sfogliai in silenzio tutto il libro, tutto il nero, perdendo la speranza di trovare qualche risposta, e poi lo vidi: era mezzo sbavato per via dell'inchiostro nero che aveva nascosto il resto delle parole, ma si capiva perfettamente

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Sfogliai in silenzio tutto il libro, tutto il nero, perdendo la speranza di trovare qualche risposta, e poi lo vidi: era mezzo sbavato per via dell'inchiostro nero che aveva nascosto il resto delle parole, ma si capiva perfettamente.

"Tutto scorre.

L'orologio del Coniglio è suonato.

Ed ora mi siedo da sola, in silenzio"

«Il silenzio del vento del nord», sussurrai con gli occhi appannati rivolti verso i raggi del sole che brillavano in acqua.

«Il silenzio del vento del nord», sussurrai con gli occhi appannati rivolti verso i raggi del sole che brillavano in acqua

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