Olivia

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Anche dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che minacciava di spegnere la vecchia Olivia che c'era ancora in me, decisi di alzarmi e di andare avanti; come mia madre diceva, le cose buone accadono solo sulla base del fatto che le cose brutte accadano. Grazie per i preziosi consigli, mamma. Terrò conto delle tue parole, e molto.


Così spensi l'allarme del cellulare e mi alzai dal letto. Andai in cucina in pigiama e a piedi nudi, aprii il frigo, e afferrai la bottiglia di plastica di succo d'arancia, bevendone un po' direttamente dal contenitore.

«Olivia Wayne! Quante volte ti ho detto che i bicchieri sono stati inventati per qualcosa?», ed ecco che c'era mia nonna, gridando alle prime ore del mattino e minacciandomi con il braccio alzato e un cucchiaio di legno in mano.

«Nonna! Buongiorno anche a te, cara. Come ha dormito la mia principessa di oggi?»

«Ma quale principessa! Facendo di leccapiedi non arriverai lontano. Moneta al barattolo!», gridò, indicando il barattolo di vetro su uno scaffale con "Parolacce" scritto su di esso con il cucchiaio benedetto.

«Ma nonna, non ho detto nessuna parolaccia!», le dissi scherzosamente.

«Questo lo so, ma bere dalla bottiglia senza pensare alle altre persone che vivono in questa casa è quasi peggio. Quindi, da ora in poi, questa nuova regola è incorporato in questa casa», rispose energicamente.

«Nonna, tanto per ricordartelo, in questa casa siamo in tre, e siccome dobbiamo sopravvivere insieme, non è possibile fare una sommossa e scegliere le regole come si desidera. Inoltre, di noi tre, io sono l'unica a bere succo d'arancia!», le risposi, e lei aggrottò le sopracciglia abbastanza da avvertirmi che stavo andando per la cattiva strada.


«Cara mia, se questo fosse una democrazia, e non sto dicendo che lo sia, avresti perso da un pezzo, non credo che tua madre avrebbe consentito un comportamento come questo; ma, in quanto questa è una dittatura e fino a quando tu non abbia raggiunto la maggiore età e porterai dei soldi per pagare il mutuo, non sarai certo tu a decidere le regole; finché tu vivrai sotto questo tetto, la tua cara nonnina si prenderà cura di rimproverarti e di richiedere denaro ogni volta che farai cose stupide come questa», disse decisa e con aria di colei che ha appena fatto un colpo di stato, «ora vai a sederti a tavola: vi ho fatto uova strapazzate», e, come se niente fosse, andò a controllare il punto di cottura della colazione.

«Vi?», le chiesi curiosa perché, se non ricordavo male, mia madre aveva turno sabato mattina, e dovremmo essere state da sole.

«Oh, sì, dimenticavo, Ben è venuto a trovarti. Ti aspetta in sala da pranzo».

Ben? Che cosa ci faceva Ben a casa nostra?

Decisi di scoprire perché fosse venuto, così attraversai il corridoio ed entrai nella stanza.

Eccolo lì, di spalle, con i suoi soliti jeans consumati e la giacca di pelle, guardando una foto di me in cima a una montagna nel periodo in cui mi stavano cadendo i denti

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Eccolo lì, di spalle, con i suoi soliti jeans consumati e la giacca di pelle, guardando una foto di me in cima a una montagna nel periodo in cui mi stavano cadendo i denti. La ragazzina mostrava un largo sorriso, senza importarle degli spazi che aveva in bocca o degli spettinati capelli per via di una raffica di vento.

WATERS - l'ultima goccia di teWhere stories live. Discover now