Olivia

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Ho ormai deciso da tempo che la parola che odio di più al mondo è la parola «perché». Sembra sempre di essere talmente ignorante che mi sfinisce; mi chiedo perché la gente la usi così tanto. Perché bisogna sempre sapere i «perché» delle cose? Perché non farla finita e andare avanti, vada come vada? Perché ci devono sempre essere motivi o cause? Le persone agiscono spesso senza fini o scopi, senza pensare. È allora quando i «perché» avanzano.

Tutti nel paese a chiedersi perché mai Em avesse fatto ciò che ha fatto

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Tutti nel paese a chiedersi perché mai Em avesse fatto ciò che ha fatto. Ma a chi importavano realmente i «perché» dei suoi atti? A nessuno.

Perché quando qualcuno ti rivolge la domanda, di solito non dici le cose come sono realmente; semplicemente rispondi quello che si aspettano di sentire.

Ad eccezione dei bambini piccoli quindi, al mondo in realtà non gliene frega un bel niente dei «perché».

Ecco perché mi dà così tanto fastidio la questione. Non andrebbe mai detto niente che non si intende veramente.

Se alla guida del mondo ci fossero persone sensate, questa parola verrebbe censurata.

Emma, in qualche modo, apparteneva a quelle persone; lei ha tentato in qualche modo di spiegare i suoi «perché».

Ha fallito? Non è detto.

La sua lettera però, non ha portato alcun conforto a nessuno; né alla gente, che continuava a chiedersi perché, né a me, che ignoravo il vero delle sue parole.

«Caro mondo

ha scritto,

Che cosa pensa la gente di me?

"Be', sorride. Allora sta bene, no?"

è molto probabile che non se lo siano neanche chiesti perché, chi avrebbe mai pensato che ad ogni giorno che passa, muoio un po' di più dentro di me?

Non sanno veramente chi sei quando nessuno sta guardandoti, è un dato di fatto. Tutti siamo rotti dentro; ciò che fa la differenza però, è come lo riflettiamo all'esterno.

Perché, la realtà è questa: malgrado tutti gli sforzi che fai per ingannare la gente, le bugie più grandi sono quelle che dici a te stesso. Ed è pensando a questo che ho capito, che tutti noi siamo soltanto dei bambini-suicidi dicendo ad altri bambini suicida che il suicidio non è la soluzione.

Le cose stanno così: niente va male con il mondo, tutto va male con l'umanità.

Qualcuno dovrebbe svegliarsi un giorno, alzare il sedere e tentare di salvare gli umani perché, in realtà, chi ha ragione? Chi si sbaglia? E a chi importa veramente?

Ecco qui il nostro maggior problema: l'ignoranza.

In questo mondo, ognuno di noi cammina per una strada solitaria, ed è l'unica che abbiamo realmente conosciuto nella vita.

In questo mondo, le persone che ti hanno dato i migliori ricordi sono quelli che poi ne diventano uno.

In questo mondo, la gente se ne va dal tuo fianco anche avendo promesso milioni di volte di non farlo.

La questione è che non so più che cosa pensare, non so più a che cosa mi sto riferendo, di che cosa sto parlando.

Non sono arrabbiata, sono ferita, c'è una differenza. Il dolore però, certe volte, non può essere sopportato, perché, tu salvi tutti, ma chi salva te?

Ecco qui la mia domanda: chi cavolo salva te?

Ho sempre pensato che ci fossero due tipi di persone: quelle che fanno da sughero nel bel mezzo d'una tempesta, e quelle che si aggrappano ad esso.

Ma, anche i sugheri hanno bisogno di aiuto certe volte, no? E allora chi cavolo salva te? Perché se non hai qualcuno che sia lì veramente per te, giorno dopo giorno, momento dopo momento, problema dopo problema, che cosa dovresti fare?

La gente come me è spaventata della solitudine anche quando sono immersi in essa. In realtà, se qualcuno avesse il coraggio di chiedermi, anche solo una volta, se a volte mi sento vuota dentro, senza alcun valore, salirei in cima alla montagna più alta delle vicinanze e solleverei un enorme poster con scritto "SÌ, TUTTO IL TEMPO!".

 In realtà, se qualcuno avesse il coraggio di chiedermi, anche solo una volta, se a volte mi sento vuota dentro, senza alcun valore, salirei in cima alla montagna più alta delle vicinanze e solleverei un enorme poster con scritto "SÌ, TUTTO IL TEM...

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Forse, ma solo forse, qualcuno si preoccuperebbe di me durante anche solo un istante. Significherebbe il mondo per me.

Non sto per togliermi la vita; non si può uccidere qualcosa che è già morto.

Non è colpa di nessuno; né mia per fare quello che faccio, né vostra per non accorgervi dell'oscurità che mi consuma.

Io sto bene, non penso di essere pazza per ciò che sto per fare. I nostri cervelli sono malati, ma va bene così.

Quello che intendo è che, intossicata dalla pazzia, sono innamorata della mia tristezza.

Ma sono stanca di aspettare qualcosa che non succederà mai. Sento come se fossi molto lontana da questo mondo; e alla fine del giorno, sono sempre le stesse cose che tentano di attraversare le mie barriere.

I miei occhi sono ormai senza vita. Accellero l'inevitabile.

Desidererei che tutto quanto fosse diverso, ma non lo è.

Con tutto il mio amore,

Emma Waters»

Ecco che cosa ha scritto. Tutte balle. O perlomeno, è ciò che pensavo allora.

Ricordo che i  primi giorni dopo la visita di Ben dopo aver sofferto il primo attacco, mi sono infuriata talmente tanto con lei, con le sue parole, che non ho più pianto.

Sembrerà strano, ma è così. E se c'è qualcosa di cui mi pento in questa vita, è di non averlo fatto.

Dovrei aver pianto di più.

WATERS - l'ultima goccia di teDonde viven las historias. Descúbrelo ahora