capitolo 41 (2^ parte)

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"È stato bellissimo!" Esclamo mentre partono i titoli di coda del film.
"Non ha fatto paura?" Domanda sbadigliando Justin.

Mi alzo dal letto e rimango in piedi ai piedi di esso. Indosso solo la mia maglietta, troppo gnocca, rosa.

I pantaloni, bhe, faceva caldo.

Convinta, Skyler...

"La parte più bella è stata proprio quando l'hanno messo a testa in giù e stordito a mazzate-"

"-fino a quando l'hanno ucciso con la mannaia. Se ti piacciono queste cose sei pericolosa." Justin continua la mia frase, mi lancia il telecomando e allunga le braccia verso me.

"Uohp. Arrivo." Dico spegnendo la tv e appoggiando il telecomando sulla scrivania.
Gattono sul letto, fino a raggiungere Justin.

Labbra contro labbra; le sue braccia a stringermi dal bacino; io sopra lui; lui mezzo nudo, io altrettanto...

Il mio cervello non capisce più niente, perché la voglia di lui, di me e lui, sta diventando tantissima; e ciò non va bene. Perché mi ero ripromersa di non fare niente stasera, invece sembra proprio che abbia cambiato idea in due secondi. Giusto due secondi, che le nostre labbra si scontrano, desiderandosi sempre più e le mie gambe attorno al suo bacino.

Non mi voglio fermare, perché... oh, vaffanculo alle mie parole e a me che parlo sempre.

Le mie mani che si trovavano sul suo petto arrivano fin giù sul suo stomaco e poi all'elastico dei boxer.

"Wo, wo. Niente preliminari stasera." Ed io mi ritrovo di schiena al letto, con lui che si alza e prende il telefono dalla scrivania.

"Cosa? Non puoi fare così!" Sul suo viso compare un sorriso, ma mi ignora, guardando il telefono.
"Dai, Justin. Cazzo, guardati. Non puoi dire di no, con un erezione tra le gambe!" Bhe, mi è scappato. Non volevo seriamente dirlo, oppure si...

"Cosa hai detto e ripetuto prima?"

"Ti spacco il telefono in faccia. Quando parliamo devi cagare me, non i tuoi interessi." Sollevo le coperte e mi infilo nel letto, dando le spalle al mongoloide.

"Non è colpa mia." Dice dopo tutti i miei movimenti.
Chiudo gli occhi e spero che non mi venga l'istinto omicida, altrimenti lo strozzo.

Il letto che si abbassa è il segno che lui è salito; le coperte che si sollevano e poi la sua voce.
"Buonanotte, Skyier."

Non mi abbraccia, non mi prende per un fianco o non mi da nemmeno un bacio sulla guancia. Niente di niente.

E poi ci sono io, che combatto con la mia voglia di abbracciarlo e dormire appiccicata a lui.
Continuo a tenere gli occhi chiusi e cerco di prendere sonno.

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Scendo piano, ma proprio lentamente, le scale della casa di Justin, perché mi è venuta fame. Ma tanta fame.

Mi sento come un elefante in una cristalliera.

Vado nella dispensa collegata alla cucina e cerco un qualcosa che possa piacermi.
Barrette energetiche, barrette senza glutine e biscotti integrali.

Poi però, un pacco di biscotti al cioccolato mi guarda dallo scaffale in alto e non posso far a meno che avere gli occhi a cuoricino per quella delizia.

Un salto e li ho presi.
Per sicurezza prendo anche un cartone di latte, nel caso mi venisse sete.

Controllo l'orario e vedo con felicità, si fa per dire, che sono le cinque del mattino ed io non ho più sonno.

Ritorno in camera di Justin e mi accomodo sulla sua bella poltrona, apro la busta di biscotti, non preoccupandomi minimamente del rumore, e inizio a mangiare un biscotto.

Mentre mangio guardo Justin, che si è girato sul lato rivolto a me con le mani ricadenti sul materasso.

La bocca socchiusa e i capelli scompigliati lo rendono ancora più dolce, anche se quando vuole sa proprio fare lo stronzo.

Prendo un sorso di latte e guardo fuori dalla finestra. Il giardino è così curato, che mi viene da chiedere ogni quanto lo tagliano il prato.
Tutti i vasi di coccio hanno i fiori più che curati, mentre a casa mia è assai se riesco a viverci io.

I Bieber sono una famiglia che ci tiene tanto alla casa, invece la mia più all'idea degli altri.
Sono moooolto diversi. Proprio tanto.

Prendo un altro biscotto, mentre faccio questi pensieri molto filosofici, e un sorso di latte.

"Jayyy." Inizio a sussurrare ripetutamente il suo nome, quando lo vedo muoversi.

"Piccolo stronzo." Dico lasciando il pacco di biscotti sulla scrivania e gattonando dai piedi del letto verso lui.

Mi metto su un fianco, reggendomi sul braccio sinistro. I capelli mi ricadono tutti su un lato e in parte anche sul viso, costringendomi a spostarli.

Appoggio la mano destra sul suo viso, non preoccupandomi se gli do fastidio o meno.

Stringo la guancia sinistra. Apre un occhio e appena mi vede, si allontana subito dalla mia presa.

"Buongiorno, principessa." Lo sfotto toccandogli i capelli.
"Non rompere." Si gira sull'altro fianco dandomi le spalle. Scendo dal letto e vado dalla sua parte.

"Devo andare a casaaaaaaa." Sussurro nel suo orecchio. In risposta ottengo una spinta alla spalla, che però mi fa indietreggiare velocemente e cadere di culo a terra.

"Ahia." Dico dopo aver realizzato il tutto. Mi fa male la chiappa, adesso!
Apre di nuovo un occhio e si solleva subito dal letto quando mi vede.

"Scusa, non volevo!" Mi prende in braccio e mi appoggia sul letto, continuando a scusarsi in continuazione.

"Justin non è niente." Dico, mentre continua a parlare inginocchiato davanti me.

"Ti sentiranno."
"Scusa, scusa, scusa!"

"Basta!" Si ammutolisce. "Sono solamente caduta indietro, so che non l'hai fatto apposta." Gli lascio un bacio sulla guancia, mentre lui con le mani continua a stringermi le cosce.

"Non-"
"Sta zitto. Non ti devi scusare, mammina mia." Alzo gli occhi al cielo, sorridendogli.

"Non volevo." Ha ancora la forma del cuscino in faccia, povero ciccio.

"Se ti vuoi far perdonare-" dico,  posando una mano sul collo e un'altra sul petto, "-devi solamente baciarmi." Le nostre labbra diventano un tutt'uno in pochissimo tempo.

"E smettere solo quando dico io."

"Subito." Mi prende in braccio, reggendomi da sotto le coscie e mi posa al centro del letto, mentre le sue mani rimangono dietro la mia schiena.

Credo proprio di aver iniziato bene la giornata, e chissà magari recuperiamo il sospeso di ieri sera...

YOU'LL LOVE THE DEVIL//JB.Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα