Capitolo 44.

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Sono stesa sul mio comodissimo letto e ascolto la musica.
Non ci posso credere che sia successo una seconda volta.
Il problema è che nonostante tutto il male che mi ha fatto non riesco a levarlo dalla mia testolina.

Le immagini di quel momento si riproducono nella mia testa come se fossero un film.

Ero seduta sul mio letto, girata verso la finestra e guardavo la luna che faceva luce nel cielo blu della notte. Come al solito avevo le cuffie nelle mie orecchie. Qualcuno bussa alla porta della stanza dove avrei dormito in quei due giorni che i miei genitori e quelli di Cameron avevano deciso di passare tutti insieme al mare.
Non ho risposto.
Non avevo assolutamente voglia di parlare con nessuno.
-Posso?- chiede una voce maschile dietro di me.
Annuisco togliendomi le cuffie dalle orecchie. La mia faccia non esprime nessuna emozione ma il cuore non fa lo stesso. Sembra impazzito da un momento all'altro, come se volesse uscire dal mio petto.
Mi alzo in piedi. Intanto lui si è avvicinato alla finestra.
-Che cosa ci fai qui?- chiedo.
Era girato verso la finestra e stava guardando all'esterno, proprio come stavo facendo io prima che bussasse alla porta di questa stanza.
Si gira, mi guarda profondamente negli occhi come se volesse capire che cosa stavo provando, che cosa stava succedendo dentro di me.
Mentre abbasso gli occhi sul pavimento, non essendo più in grado di reggere il suo sguardo, mi bacia lentamente.
Ricambio senza esitazione e penso a quanto mi erano mancate quelle labbra.
Ma c'era una cosa sola che non capivo.
Perché prima dice e dimostra esplicitamente di stare insieme ad Hailey e poi mia bacia come se non ci fossimo mai lasciati.

Da una settimana non riesco a pensare ad altro, ma solo a quelle maledette emozioni che ho provato quando le sue labbra si sono appoggiate delicatamente sulle mie.

-Sophia è l'ora di andare.- mi avvisa mia madre.
Mi alzo dal letto su cui ero precedentemente seduta, tolgo le cuffie dal cellulare e vado verso lo specchio.
Guardo la mia immagine allo specchio e mi sistemo l'abito blu che indosso.
Quando mi sono preparata psicologicamente esco dalla camera e scendo le scale stando attenta a non cadere.
-Sei bellissima.- afferma mia madre guardandomi mentre scendo gli ultimi tre scalini.
Sorrido lievemente.
-Kate?- chiedo.
-È venuto Hayes a prenderla. Andiamo dai altrimenti farai tardi!- esclama agitandosi.

È sempre la solita.
Usciamo di casa e mia madre rimane sull'uscio finche mio padre non esce definitivamente dal cancello con la macchina.
Quando arrivo davanti a scuola, ringrazio mio padre per avermi accompagnata, scendo dalla macchina ed entro dentro l'edificio in cemento armato.

Già dai corridoi si sente la musica ad alto volume, strano che la James non abbia ancora iniziato a sbraitare per far abbassare il volume.
Entro in palestra e noto che la maggior parte delle persone presenti sono al centro della "pista" ballando sulle note di Titanium.
Riconosco quello sguardo.
Mi sta guardando ma subito dopo rivolge il suo sguardo ad Hailey che è attaccata al suo braccio.
Guardo verso destra e noto i capelli biondi di Cloe.

-Ciao.- sento una voce dietro di me.
Mi volto e vedo Tyler con un sorriso raggiante sulla faccia.
-Vuoi qualcosa da bere?- chiede.
-Si grazie.-
-Allora vado subito a prendere qualcosa.-
Dopo una manciata di minuti torna con in mano due bicchieri contenenti un liquido blu.
-È analcolico. Mi ricordo che tu non bevi.-
Annuisco e sorseggio la bevanda che sa di zucchero a velo.
Parliamo un po' e poi andiamo al centro della palestra per ballare un po'.
-Ti devo parlare!- esclama sorridendomi lievemente.
Sento uno sguardo bruciare sulla mia schiena così mi volto e vedo Cameron che mi fissa.
-Ok.- rispondo subito dopo essermi rigirata verso Tyler.
Ci spostiamo in un posto più tranquillo.
Usciamo in cortile, che è completamente deserto, e ci sediamo su una delle tante panchine in ferro verde.
-Allora che cosa mi dovevi dire?- chiedo incuriosita.
-Sei bellissima.- afferma.
-Se mi dovevi dire solo questo, me lo potevi benissimo...-
Le sue labbra sono sulle mie.
Cerco di staccarmi ma continua a stringermi a se.
Cerco di alzarmi ma non ce la faccio.
-Lasciala.- urla una persona difronte a noi.
-Che cosa vuoi Dallas?- dice mentre continua a stringere il mio polso.
-Ho detto che devi lasciarla!- esclama un'altra volta.
Si avvicina pericolosamente e anche se siamo al buio posso notare gli occhi rossi dalla rabbia.
-Va bene me ne vado.- afferma irritato Tyler.
-No aspetta... un'ultima cosa.- dice Cameron.
Tyler si gira verso di noi e Cameron gli sferra un pugno in pieno viso.
Il naso di Tyler inizia a buttare sangue e inizia anche a lamentarsi dal dolore.
-Me la pagherai!- esclama per poi correre via.

-Stai bene?- mi chiede Cameron appoggiandomi una mano su una guancia.
Annuisco lievemente e lo abbraccio senza pensare a quello che è successo tra di noi.
Mi stringe forte a se. Ho il mio viso appoggiato sul suo petto e posso sentire chiaramente il suo battito cardiaco.
Mi scende una lacrima. Poi due... poi altre ancora.
Si accorge che sto piangendo e abbassa il capo sulla mia spalla sussurrandomi:
-Shh, non piangere. Non é successo niente.-
-Vieni, andiamo da qualche altra parte.- continua poco dopo.
Si toglie la sua giacca e me la poggia sulle spalle, mi prende per la mano e ci dirigiamo verso la sua macchina.
-Ti va bene se prima ci fermiamo in un posto?- mi chiede.
-Si certo.-
Sorride.
Ah il suo sorriso, mi fa uscire di testa.

Dopo circa dieci minuti ci addentriamo nei trafficati viali della città.
Dopo altri cinque minuti circa ci fermiamo davanti al Wilshire Grand Center, il grattacielo più alto di Los Angeles.
Entriamo nell'edificio e troviamo un signore di mezza età seduto dietro un bancone.
-Ciao Cameron, che cosa ci fai qui?- chiede l'uomo sorridendoci.
-Possiamo salire? Ci staremo solo dieci minuti massimo venti.- chiede speranzoso.
-Ma certo, salite pure.- dopo aver ricevuto una risposta prenotiamo l'ascensore e appena si aprono le porte, saliamo su di essa.
-Perché mi hai portato qui?- chiedo.
-Adesso vedrai.- afferma senza aggiungere altro.
Scendiamo dall'ascensore e ci ritroviamo in un ufficio da dove si può vedere tutta Los Angeles.
-Ma è bellissimo qui!- esclamo sorpresa.
-Si ma tu lo sei di più.- sussurra.
Si avvicina a me mentre guardo le meraviglie che la città ci offre quando cala la notte.
-Ti amo.- sussurra al mio orecchio.
-Anch'io.- rispondo senza rendermene conto.
È come se il cuore stesse prendendo il sopravvento sulla mia testa.
Ci baciamo 
Si proprio come una settimana fa, mentre ci trovavamo nella casa che i nostri genitori avevano affittato per il weekend.

-Ci perdoni?- mi supplica.
Annuisco con un mezzo  sorriso stampato sul mio viso.
-Adesso sono il ragazzo più felice del mondo. E questo solo grazie a te. Perché si, Sophia Smith mi rendi felice.- dice ancora sussurrando.

Spazio autrice:
Scusate ancora per la mia assenza e scusate se vi avevo detto che avrei aggiornato tra sabato e domenica ma non avevo calcolato che non ero a casa.
Comunque ecco qua un nuovo capito e spero vivamente che vi piaccia.😘

Stay with me||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora