Capitolo 31

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Intorno a me è tutto buio, sento solo il rumore di una strana macchina. Non riesco a muovermi, mi sento la testa pesante con un macigno. Non ricordo nemmeno cosa mi è successo e perché sono qui.
Sento la porta aprirsi e successivamente il rumore di una sedia che strascica.
-Perché mi hai mentito? Ti potevo proteggere, guarda come ti hanno ridotto quei bastardi ma non ti preoccupare troverò chi ti ha fatto questo...- continua Cameron mentre mi stringe la mano.
Provo a muoverla ma non ci riesco, non ce la faccio.
-Scusi, le ore delle visite è finito.- dice l'infermiera aprendo la porta.
-Ciao amore, ci vediamo domani.- dice Cam dandomi un bacio sulla fronte.
Adesso sono rimasta di nuovo sola, circondata dal silenzio più totale.
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Il giorno dopo.

Cameron's Pow.
Sto andando all'ospedale, come tutti i giorni del resto, per stare con Sophia.
È già passata una settimana da quel maledetto giorno, siamo tutti dispiaciuti.
Ho deciso di sapere chi le ha fatto tutto questo, voglio scoprire chi le vuole così male da investirla.

Entro nell'atrio dell'ospedale e come tutte le mattine da una settimana a questa parte, saluto l'infermiere al bancone con 'Buongiorno Mary'.
Proseguo fino all'ascensore è una volta dentro, premo il tasto del quarto piano.
Dopo una manciata di minuti arrivo al terzo piano e già da qui posso vedere Kate e i signori Smith seduti sulle poltrone davanti alla porta della camera dove c'è Sophia.
-Buongiorno Cam.- mi saluta Kate mentre mi siedo sulla poltroncina accanto a lei.
-Buongiorno Kate.-
-Non puoi continuare a saltare la scuola, perderai l'anno. Lo so anch'io in questa settimana non ero in grado di andare in quel carcere ma stamattina hanno telefonato i medici per dirci che ci sono delle novità. Però potrai sempre venire dopo le lezioni, nessuno ti vieta di farlo, lo sanno tutti quanti ci tieni a mia sorella.- dice sorridendo tristemente.
-Va bene lo farò.- Le rispondo.
Ha pienamente ragione, non posso continuare così altrimenti perderò un anno di nuovo.
È già diciamo che prima ero un po' difficile da gestire nell'ambiente scolastico e non solo. Ragazze, feste, alcool... ma da quando ho conosciuto Sophia, queste cose hanno perso importanza.
Mi sono innamorato di quella ragazza che alla cena insieme ai miei genitori, tirò uno schiaffo a Tyler perché l'aveva tradita.
A quel pensiero sorrido, ma quella curva chiamata sorriso svanisce appena vedo tre infermiere e due dottori correre verso una stanza. Quella stanza.
Dopo pochi secondi escono velocemente trascinando il letto in cui è Sophia.
I signori Smith corrono dietro ai medici e spariscono dietro il corridoio. Io invece rimango imbambolato a fissare il punto in cui è sparita.
Kate si lascia scappare delle lacrime ma dopo poco scoppia a piangere e la abbraccio per confortarla.
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È già passata un'ora da quando Sophia, i medici e i signori Smith  sono spariti in quel corridoio.
Niente novità, ne buone né cattive.
Decido così di alzarmi per andare a vedere cosa sta succedendo.
-Aspettami qui.- dico a Kate che  nel frattempo si era alzata e avvicinata alla grande finestra dove si può ammirare i palazzi vicini.
Annuisce e torna a guardare fuori dalla finestra così io cammino velocemente verso la stanza del dottor Mason.
Arrivato davanti alla porta di legno bianco, busso e quando ricevo il permesso entro nella stanza.
-Ciao Cameron. Che cosa succede?- mi chiede.
Ormai tutti i dottori che si occupano di Sophia sanno il mio nome.
-Vorrei saperlo anch'io dottore. Circa un'ora fa hanno portato via Sophia e non sono più tornati per dirci se stava bene o stava male. Vorrei capire che cosa sta succedendo.- dico.
Il dottore si toglie gli occhiali appoggiandoli sulla scrivania di legno.
-Stamattina Sophia è stata vittima di un arresto cardiaco, è per questo  motivo che l'hanno portata in un altra stanza. Ma adesso sta meglio. Vieni te la faccio vedere.- dice e si alza. 
Percorriamo il lungo corridoio pieno di porte bianche e poi arriviamo ad una differente dalle altre.
È di color blu scuro che riprende il colore del pavimento liscio e lucido.
Entriamo e vedo la famiglia riunita attorno al letto ma non vedo Sophia, così Kate si sposta e adesso la posso vedere con gli occhi aperti che mi guarda sorridendo.
-Vi lasciamo soli.- dice il Signor Smith aprendo la porta e uscendo dalla stanza seguito dal resto della famiglia.
La abbraccio e mi siedo sulla poltrona accanto al letto.
-Ti ricordi vero?- chiedo abbastanza preoccupato.
-Si, mi ricordo.- dice sorridendomi.
-Ti va di parlare di quello che è successo quella sera?-
Il suo viso di rabbuia all'improvviso.
-Mi dispiace, ma sono stanca. Ne parleremo un'altra volta.- dice guardandosi le mani.
-È permesso?- chiede Tyler aprendo la porta di qualche centimetro.
Vorrei fargli i complimenti per il tempismo perfetto.
-Si vieni pure.- dice Sophia e lui non perde occasione di entrare anche se ha visto benissimo che non era il momento.
Parlano del più e del meno e così io decido di andare a casa.
Sono un po' arrabbiato, non con Sophia ma con Tyler. Non doveva intromettersi in quel momento.
-Scusa ma devo andare a casa. Ti prometto che tornerò domani.- dico dandole un bacio sulla fronte.
-Va bene, ci vediamo domani.- mi saluta sorridendo.
Esco dalla stanza e trovo tutti: Nash, Cloe, Anna e gli altri. Saluto tutti compresa la famiglia Smith per dirigermi all'uscita dell'edificio.
-Vai già via?- chiede Nash.
-Si quel Tyler mi ha fatto venire il nervoso.- dico piano.
-Va bene. Ci vediamo domani.- dice dandomi una pacca sulla spalla.
Esco dall'ospedale e cerco la mia macchina nel parcheggio. Una volta trovata, metto in moto e mi dirigo verso casa.
Dopo circa venti minuti arrivo a destinazione, appena entro in casa saluto mia madre e vado in camera.
Accendo il computer per leggere le notizie su sabato scorso.

Spazio autrice:
Lo so che questo capitolo fa un po' schifo ma non ho potuto fare di meglio.
Ho pubblicato il primo capitolo della mia seconda storia intitolata
No Promises||Shawn Mendes, anche questa è una fan fiction. Se la leggerete, spero che vi piaccia.
Buona domenica.❤️

Stay with me||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora