Capitolo 42

2.9K 112 9
                                    


-Finalmente sei tornata!- esclama urlando Kate e correndomi in contro per salutarmi.
La abbraccio forte.
-Già.- rispondo sussurrando.
Ebbene sì, sono tornata a Los Angeles, per continuare a fare la mia vita monotona e problematica. Sarei rimasta molto volentieri con mio cugino e mia zia, e se non fosse per la scuola l'avrei fatto, invece questa mattina ho preso coraggio e mi sono imbarcata per il viaggio di ritorno.
Abbraccio mia madre, che nonostante sia solo una settimana che non ci vediamo, le erano cadute delle piccole lacrime di felicità.
Saluto anche mi padre con un abbraccio, uno di quelli che solo lui sa dare e dopo aver afferrato la mia valigia entriamo in casa.
Mentre mio padre porta la mia valigia nella mia camera, mi siedo insieme a Kate sul divano e mia madre corre in cucina per preparare una buonissima tazza di tè al limone.
-So che Cameron è venuto da te.- dice sussurrando per non farsi sentire da nostra madre, tutto ad un tratto rompendo il silenzio che si era creato nella stanza.
-Si e non era da solo.- rispondo fissando un punto qualsiasi sul muro di fronte a noi.
-E chi c'era con lui?- chiede incuriosita dalla mia risposta.
-Cloe.- affermo.
-Ah, comunque ho mantenuto la nostra promessa, non sono stata io a dirgli dove eri.- si difende.
-Si lo so tranquilla.- rispondo sorridendole lievemente per trasmetterle un po' di tranquillità.
-Cameron ha chiamato qui a casa, visto che tu non gli rispondevi al cellulare. Ha risposto la mamma e lei, non sapendo che fosse un "errore", glielo ha riferito.- dice facendo le virgolette con le mani quando pronuncia la parola errore.
Annuisco distrattamente ma quando entra in salotto nostra madre, entrambe facciamo finta di niente, come se stessimo parlando di una cosa normale.

Adesso però basta, qualcuno deve sapere la verità, non ce la faccio più a tenermi tutto dentro. Sono sempre distratta, mi perdo nei miei pensieri più bui che portano nella mia vita tanta tristezza e spero che, parlandone con qualcuno, mi sentirò un po' più leggera.

-Grazie.- dico sorridendole quando mi porge la tazza di tè.
-Allora come è andato il viaggio? Sei stata bene?- chiede mia madre mentre si siede nella poltrona in pelle bianca che si trova proprio accanto al divano.
-Si, è stato divertente, se non fosse per la scuola sarei rimasta molto volentieri li, ancora un po'. Giusto per cambiare un po' aria. Poi mi piaceva aiutare la zia in pasticceria, era divertente servire quelle signore che cercavano una torta per il compleanno del proprio marito o del proprio figlio.- dico sorridendo genuinamente ripensando a quella anziana signora che mi ha raccontato che quel giorno era il compleanno di suo marito e che tutti gli anni comprava la sua torta preferita, li al negozio di mia zia, perché lui diceva che quella era la migliore. E anche se suo marito era morto da circa due anni, lei voleva continuare questa tradizione per far sì che la sua immagine rimanesse viva dentro di lei.

-Ah dimenticavo!- esclama mia madre.
-Stasera andremo dai Dallas a cena per festeggiare il tuo ritorno. Sei contenta?- continua con entusiasmo.

Si, contenta come una Pasqua guarda! 

-Si!- fingo di essere felice, ma in realtà non lo sono.
Perché questo significa stare a contatto con Cameron, dover fare finta di niente, che vada tutto bene.
E dovremmo anche far finta di stare insieme, di essere una coppia ma non lo siamo più da una settimana.

Sono indecisa se fingermi malata oppure andare a questa cena e sperare che il tempo passi velocemente.

-Mi sei mancata figlia mia.- dice venendomi in contro.
-Anche a me, mamma.- dico per poi scoccarmi un bacio sulla guancia.
-Alle sette devi essere pronta okay?- annuisco in risposta e lei lascia la stanza.
-Che ne dici di andare a fare una passeggiata? Ti devo raccontare un po' di cose.-
-Va bene. Vado a cambiarmi.- dice alzandosi dal comodo divano per andare in camera sua.
La seguo per andare nella mia stanza e darmi un po' di mascara per accentuare il mio sguardo. 

Torno in salotto e vedo che Kate è già pronta.
-Sai cosa facciamo invece?- domando.
-Cosa?- risponde incuriosita mia sorella.
-Andiamo al centro commerciale, che ne dici?-
-Siii.- saltella come una bambina che ha appena ricevuto la bambola che aveva tanto desiderato.
-Mamma prendo la macchina.- urlo dall'ingresso per farmi udire dalla sua camera da letto.
-Va bene.- urla a sua volta rispondendomi.
Dopo di che usciamo di casa ed entriamo nell'abitacolo.
Kate accende la radio mentre io svolto in direzione del centro commerciale. Puntualmente, alla radio viene trasmessa 'Cold' dei Maroon 5, e noi cantiamo insieme a squarciagola.
Trasmettono altre canzoni che ci accompagnano nel viaggio e dopo una decina di minuti passati nel traffico di Los Angeles arriviamo a destinazione.
Entriamo dentro l'edificio e prima di addentrarci nei negozi andiamo da Starbuck perché Kate vuole  prendere la cioccolata calda che le piace tanto.
Dopo aver ordinato e successivamente pagato, ci sediamo al primo tavolino libero che troviamo.
-Che hai fatto in questi giorni?- chiedo.
-Io e Hayes siamo usciti un paio di volte, siamo andati alla gelateria sulla spiaggia per prendere un gelato e poi abbiamo continuato a camminare sul bagno asciuga.
E niente poi tutto normalissimo.- dice facendo spallucce.
Sorrido lievemente per il comportamento buffo di mia sorella.
Ma il mio sorriso scompare appena vedo Nash, Taylor, Cameron, Cloe, Hailey e Tyler entrare nella caffetteria.
-Allora andiamo a fare un giro?- chiedo a Kate alzandomi velocemente per uscire.
Cammino velocemente fuori dalla stanza, senza aspettare mia sorella.
-Ehi ma cosa ti prende?- chiede confusa dal mio comportamento.
-Niente, voglio solo andare da Forever 21.- faccio spallucce mentendo e prendendola per il polso destro per trascinarla dentro al grande negozio difronte a noi.

Stay with me||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora