Capitolo 9

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Entro nella stanza dove c'è mia sorella, mi siedo sulla sedia e inizio a parlare
-Ti prego Kate, non ci lasciare. So che sei forte e ce la farai. Non posso ancora credere che non è un di quegli scherzi che ci facevi quando eri più piccola per poi ridere alla vista della nostra faccia.
Ti prego perdonami se qualche volta ti ho risposto o trattato male ma come sai anche tu, la vita è difficile ma dobbiamo andare avanti. Ti ricordi quella citazione che ti piaceva tanto? Quella che mi dicevi ogni volta che ero triste. Beh ora te lo dico io perché questa volta in difficoltà sei tu.
"È la vita che ti sfida, guardala in faccia e grida: "Sono ancora in piedi e sono ancora più forte di prima"."
Ti prego devi lottare per vivere, pensa a noi, alla tua famiglia, non potemmo vivere a lungo senza di te. La ragazza che si sveglia con il sorriso anche quando deve andare a scuola mentre io sembro uno zombie che cammina. Ti prego non mi lasciare da sola. Ti voglio tanto bene.- dette queste parole esco dalla stanza e vado a sedermi sulle sedie ai lati del corridoio.
Dopo  cinque minuti vedo Cameron con due bicchieri in mano che si avvicina a me.
-Non dovevi andare a casa?-
-Non volevo lasciarti sola- dice porgendomi un bicchiere contenente del caffè.
-Non so come ringraziarti, davvero.-
-Dai vieni qui.- dico indicando il posto accanto a me. Si siede, appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi circonda le spalle con il braccio.
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Mi sveglio e vedo Cameron appoggiato al muro con la testa che dorme. Mi alzo piano per non svegliarlo e mi avvicino alla porta della stanza dove c'è mia sorella.
Decido di entrare e come ieri sera mi siedo sulla sedia vicino al letto. La guardo finché non mi viene in mente che dovevo chiamare i miei genitori.
Esco dalla stanza e senza fare rumore per non svegliare Cameron mi dirigo verso l'uscita. Sono circa le 7 a.m. Significa che a Miami sono circa le 10 a.m.
La zia di mia madre si è trasferita nella sua casa al mare a Miami e torna a Los Angeles solo per Natale e le altre feste.
Chiamo mia madre, di solito lei risponde sempre. Squilla finché non sento la voce di mia madre.
-Ciao tesoro come va?-
E adesso che gli dico?! Sai mamma, mia sorella è all'ospedale che lotta per rimanere in vita. No così le prenderebbe un infarto e ci lascerebbe le penne. Meglio trovare un'altra opzione.
-Ei, Sophia ci sei?- la voce di mia madre mi risveglia dai miei pensieri.
-Mamma, vedi... Ehm... Non voglio fare tanti giri di parole perciò te lo dico. Kate è all'ospedale perché è stata investita ed è in coma. Mi dispiace.-
-O mio dio. Prendiamo il primo volo per Los Angeles. Non ti preoccupare Sophia arriviamo il prima possibile.-
-Comunque non sono da sola, con me c'è Cameron.-
-Bene mi fa piacere che tu abbia conosciuto un bravo ragazzo.-
Ed ecco la solita che nonostante avendo una figlia in fin di vita all'ospedale se gli dici che hai conosciuto un ragazzo carino e con la testa apposto inizia già a farsi i film mentali.
-Ci vediamo.-
-Ciao tesoro.-
Chiudo la chiamata e torno da mia sorella. Cameron è sempre seduto ma si è svegliato. Non voglio immaginare come sono conciata ma adesso non è un problema.
-Ei- dico mentre mi siedo accanto al ragazzo con gli occhi marroni.
-Dov'eri?- mi chiede preoccupato.
-Sono andata a chiamare i miei genitori perché ieri sera non mi avevano risposto.-
-Ah okay.-
Si alza e mi abbraccia.
Decidiamo di andare a mangiare qualcosa al bar qui vicino. Entriamo ed ordiniamo due pezzi di torta e due caffè.
-Questa volta pago io, ti devo ringraziare per quello che stai facendo per me.- dico sorridendo.
-No davvero non c'è bisogno che tu mi ringrazi, lo faccio volentieri.-
-Facciamo una volta per uno dai.-
-Okay, come vuoi.-
Pago e andiamo ad un tavolo libero per mangiare.
Appena abbiamo finito ritorniamo da mia sorella. Ci avviciniamo alla camera e vediamo Hayes tutto solo che guarda attraverso la finestra Kate.
-Ei Hayes, come mai qua?- chiedo io incuriosita. Non sapevo che si conoscessero.
-Sono venuto a trovare tua sorella.-
-Okay, vi conoscete?- chiedo ancora.
-Si siamo compagni di classe.-
Ecco chi era quel ragazzo di cui mi parlava sempre Kate in effetti assomiglia tanto al ragazzo che mi aveva descritto; occhi celesti come il mare, capelli scuri e alto.
Il nostro dialogo viene interrotto dal dottore che mi chiama nel suo ufficio. Entro nella piccola stanza dai muri bianchi e mi siedo sulla poltrona davanti al dottor Wilson.
-Signorina, sua sorella è in fase di miglioramento. Il suo corpo ha reagito bene alle cure che gli abbiamo dato ma purtroppo potrebbe anche avere una ricaduta.-
-Quante sono le probabilità che si risvegli? Sappiamo chi l'ha investita?-
-Le probabilità sono 70 su 100 ma non possiamo sapere se si risveglierà. Magari fa parte del 70% come può essere che faccia parte dell'altro 30%. Comunque non sappiamo chi sia stato perché all'impatto la macchina non si è fermata ma per fortuna una signora che stava camminando sul marciapiede ha visto tutto l'accaduto e ha chiamato l'ambulanza.-
-La ringrazio e mi scusi per il disturbo.- mi alzo e porgo la mano al dottor Wilson. Mi dirigo verso la porta ma il dottore mi ferma.
-Ho visto come la guardava il suo amico, credo che ormai giovani con un carattere del genere non si trovino quasi più, non se lo faccia scappare mi dia retta.- dice sorridendo. Gli sorrido di rimando ed esco dallo studio. Le ultime parole del dottore mi risuonano in testa ma i miei pensieri vengono interrotti da...


Spero vi sia piaciuto il capitolo💕

Stay with me||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora