Capitolo 40

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Un attimo di attenzione❤ ⚠
Leggete alla fine lo spazio autrice❤

Dylan.

Era disperata. Non ce la fa più, è distrutta, è a pezzi. Lo sono anche io delle volte e, fidatevi, non c'è sensazione peggiore di sentirsi così.
Non ci ho visto più, l'ho baciata, l'ho tirata verso di me, e le ho stampato un bacio sulle labbra.
Era stravolta, aveva gli occhi pieni di lacrime, le guance rosse, i capelli spettinati dal vento invernale.
Non so cosa sia successo ma sicuramente niente di buono per renderla così persa.

Quando le nostre labbra si dividono lei per pochi istanti rimane in silenzio, si tocca le labbra con la mano destra e mi osserva.

-devi smetterla di baciarmi così...alla sprovvista-sbotta e io sorrido.

-ti accompagno a casa- le dico e lei mi segue fino al motore.
Il viaggio prosegue in silenzio fino ad arrivare a casa sua.
Suo padre non c'è, lo noto dalla macchina assente e la cosa mi tranquillizza parecchio.

Fifone.

Quando scendiamo Victoria si avvia con velocità alla porta di casa sua per poi aprirla con un pugno.
Io la seguo, sembra una pazza. Sembra stravolta anche peggio di prima.

Sarà a causa del bacio.

-mi vuoi dire adesso che cosa è successo?- le chiedo mentre sale le scale.

-niente Dylan- acida.
E di nuovo sbalzi d'umore.

-Victoria, guardami quando parlo- la tiro per un braccio e lei si volta.

-cosa vuoi, Dylan?-

-sapere quello che hai-

-oppure vuoi solo baciarmi un'altra volta?-

-cosa vuoi insinuare?- chiedo non capendo e stringendo i pugni.

-hai capito bene-

-spero tu stia scherzando. Io non farei mai una cosa del genere e lo sai-

-adesso ho qualche dubbio, okay?- perché mi sta dicendo questo?

-Victoria come puoi minimamente pensare una cosa del genere?!- sono sconvolto.

-Dylan, vattene- mi caccia.
Sul mio volto nasce una risata amara.

-forse non dovevo baciarti- le dico- hai ragione- ed esco da casa sua arrabbiato più che mai.

Che cosa le è preso? Che cosa ha contro di me?

È confusa.

Può essere confusa su tutto ma non su di me. Ho dimostrato molto. Troppo. Non mi sono mai aperto così tanto a nessuno. Lo sai anche tu.

Già.

Non ho mai parlato di Bea a nessuno, non ho mai fatto vedere la sua stanza a nessuno, non ho mai fatto una pazzia enorme solo per potergli portare il cellulare dalla finestra, non ho mai detto determinate cose a nessun altra e non sono mai stato geloso di nessun'altra.
Nessuna.
Mai.
Solo lei.

Mi sento quasi tradito, non capito. Mi sento stanco e arrabbiato. Adesso.

Esco da casa sua e lancio un pugno ad una colonna del suo portico. Le nocche diventano subito bianche per poi lasciare spazio al rossore sulla mia pelle.
Il dolore è sopportabile, forse perché la rabbia è troppa. Non la capirò mai. Proprio mai.
Ha troppi sbalzi d'umore e mi distrae.
Dannazione, quanto è complicata.

Salgo sulla moto e vado da Bea.
Ho bisogno di lei adesso.

****

-ehi Bea- la saluto- non hai intenzione di svegliarti?- mi siedo accanto a lei- ho appena finito di litigare con Victoria. Era distrutta - le racconto tutto quello che è successo- forse ho davvero sbagliato a baciarla, forse ho accelerato le cose, forse ho sbagliato. Bea, che devo fare? Se tu mi chiedessi perché la bacio io ti risponderei "perché non lo so". Non riesco a dire con sicurezza di aver fatto la cosa sbagliata. Non riesco proprio a farlo e se lo faccio, non sono sicuro. Dannazione- sbotto- l'ho baciata e basta, è stata una cosa spontanea per me. Lo faccio perché lo sento dentro, proprio. È il mio corpo che ne ha di bisogno e io non posso dire di no. Penso che ti sia capitato con Matt no? Quindi in teoria...per me non ho sbagliato...cioè io l'ho fatto perché lo volevo fare. Ecco tutto-.
Mi fermo un attimo a pensare.
È che mi fa creare tantissimi pensieri, mi fa preoccupare, mi fa sentire sempre in ansia.
Non mi era mai successo.
Mi rende geloso di chiunque le ronzi intorno, mi fa arrabbiare in continuazione e mi manda in bestia con quei suoi enormi e catastrofici sbalzi d'umore. Mi porto una mano al volto.
È l'unica a rendermi così insicuro e così sicuro allo stesso tempo. Con lei è come se avessi un equilibrio.

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