Capitolo 19

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Victoria

Ora di inglese, professor Linner. Non sto per niente attenta alla sua lezione troppo presa da un pensiero, il bacio di Dylan sulla mia guancia. Sono rimasta sconvolta per tutto il resto della serata e stanotte non ho chiuso occhio. Non sono abituata a certi tipi di contatto fisico.

Se un bacio sulla guancia, poi, è un contatto fisico...

Lo è per me.

Stamattina, comunque, sono venuta a scuola con lui e la sua moto nera e non so perché, cioè, mi ha offerto un passaggio e io ho accettato. Non abbiamo parlato per niente e anche lui sembra sulle nuvole oggi. Guarda distratto la lezione e scrive qualcosa sul suo quaderno che però non riesco a vedere. Sorrido al ricordo dello spavento che mi ha fatto prendere ieri. Non riesco a credere che lui sia entrato dalla finestra per riportarmi il cellulare e che poi, cosa molto importante, abbia visto il mio disegno, il disegno che gli ho fatto mentre era affacciato al suo balcone. Chissà cosa ha pensato e cosa pensa. Chissà cosa lo affligge. L'ho visto, l'ho visto con i suoi occhi tristi, a volte sconsolati. Le lezioni passano veloci e io e lui non ci siamo rivolti più di tanto la parola, solo qualche mandatina a fanculo senza un motivo, ma nulla di più.

L'ora di pranzo

Siamo tutti seduti al nostro solito tavolo. Nostro, non lo avevo mai usato. per me, da sempre o perlomeno, da quando avevo nove anni, le cose erano Mie o Sue oppure ancora Tue ma mai Nostre. Mai, e ora invece, sembra essere cambiato qualcosa. Dylan come al solito è seduto accanto a me e per farmi arrabbiare ha osato appoggiare la sua mano sulla mia coscia e stringerla provocando in me fortissimi brividi e sussulti che lo facevano scoppiare in grosse risate che non sapevo come poter descrivere. Mi dava fastidio, da un lato, ma dall'altro, mi piaceva, mi piaceva vederlo sorridere e mi piace vederlo sorridere. Oggi, non so come mai, appena sveglia, avevo voglia di vederlo.

Chissà come mai, già.

-Cosa mangi oggi?- mi chiede Leo.

-Insalata e pomodori- dice Leila facendogli vedere il suo contenitore.

-dietetico- dice poi. Dietetico?! Ma stiamo scherzando. È pelle e ossa questa ragazza e dice la parola Dietetico?

-Dietetico? Tu?- chiedo.

-si, devo cercare di perdere peso così da essere in forma per la partita di basket che avverrà fra poco,quanto manca?- dice seria.

-non molto, una o due settimane - Leo le risponde subito.

-Devi giocare tu?- chiedo.

-No, io faccio parte del gruppo delle cheerleader e voglio essere in forma- dice ancora più seria.

-non sapevo facessi parte delle cheerleader, non me lo avevi detto- dico.

-è sempre la solita- commenta Dylan accanto a me portandosi una mano alla fronte.

-vero? Scusami ma me ne sono completamente dimenticata. Figurati che loro lo hanno scoperto solo quando c'è stata la loro prima partita cioè quattro anni fa- ride e non posso fare a meno di ridere anche io.

-non scusarti- sorrido lievemente.- comunque, non hai tutto questo bisogno di dimagrire- dico.

-in effetti Leila..-mi affianca Dylan.

-vedi? Anche questi esemplari senza cervello sanno certe cose- rido indicandolo.

-Esemplari senza cervello? È questo che sono io per te?- chiede.

-Esattamente- continuo.

-Ehi capo!- chiama qualcuno dietro di noi.

-Ehi! Vieni siediti- lo invita Leo e Zac fa capolinea al nostro tavolo e si siede vicino alla finestra con in dosso una delle sue solite bandane ma di colore verde scuro.

Solo Tu #watts2020Where stories live. Discover now