Capitolo 16

571 29 4
                                    

Pov. Cristina

Lo squillare del telefono fece sì che riaprissi lentamente gli occhi, mugugnando con disapprovazione e chiedendomi se non fosse già mattina, invece non erano neppure le dieci di sera. Mi portai il telefono all'orecchio, rispondendo senza neanche controllare chi mi stesse chiamando.

-Piccola, sei viva?-La voce frizzante di Vale fece si che mi si dipingesse un sorriso enorme sul volto, nonostante l'amarezza che provavo per Leonardo ed il fatto che la sua chiamata mi avesse disturbata mentre dormivo.

-Vale...Puoi venire qui, per favore?-Indugiai a chiederlo, perché mi dispiaceva chiedergli di tornare fino al paddock in macchina e con il buio che anneriva le strade, ma in quel momento sentivo il bisogno impellente di un suo abbraccio.

-Arrivo subito.-Dovevo avere un tono piuttosto sconsolato perché Valentino mi rispondesse in quel modo preoccupato, prima di salutarmi frettolosamente e riattaccare.

Mi distesi sulla schiena, fissando il soffitto e respirando profondamente. Mi sentivo insignificante e mi chiedevo perché la gente si sentisse sempre in dovere di farmi soffrire o, meglio, non si accorgesse mai del fatto che anche io avessi dei sentimenti, nonostante mi mostrassi sempre forte ed imperturbabile. Col tempo mi ero convinta di essere una persona nella media e quindi priva di caratteristiche peculiari, a parte la bravura nel mio sport, dunque non vedevo il motivo per il quale qualcuno avrebbe dovuto affezionarsi davvero a me e nel profondo cominciavo a temere che prima o poi anche Valentino si sarebbe stancato di me e mi avrebbe abbandonato o, peggio, tradito in cerca di qualcuno di migliore. Infondo non ero niente di speciale, per questo la gente non si faceva alcuno scrupolo a trattarmi come qualcosa di usa e getta o a calpestare i miei sentimenti. Una lacrima mi rigò il volto; a volte avrei voluto essere diversa, ma mi rendevo conto di come non fosse possibile.

Passai dieci minuti in quella posizione e solo quando i miei muscoli si furono completamente indolenziti sentii Valentino bussare. Leonardo aveva le chiavi del mio motorhome, essendo stato il mio ragazzo, ma lo stesso non valeva per lui e così dovetti alzarmi ed andare ad aprire la porta, senza preoccuparmi delle lacrime che mi solcavano la pelle abbronzata, perché sapevo che lui mi avrebbe capito in ogni caso.

...

Pov. Valentino

La porta mi si spalancò davanti e non ebbi neppure il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, perché mi ritrovai con le labbra calde e umide di Cristina premute contro le mie. Fui percorso da una scarica di adrenalina: se finalmente non si faceva più problemi a dimostrarmi i suoi sentimenti, evidentemente lei e quell'idiota si erano lasciati e da allora in poi l'unico uomo nella sua vita sarei stato io. Assaporai lentamente il sapore dolce delle sue labbra morbide, cingendole i fianchi con le braccia ed attirandola a me, mentre lei teneva le mani affusolate e leggermente rovinate dal suo sport sul mio petto, che si alzava ed abbassava con irregolarità. Mugugnai contrariato, quando la sentii staccarsi per riprendere fiato, poi lei mi trascinò dentro, richiudendo la porta alle nostre spalle ed abbracciandomi dolcemente. Il suo fiato caldo mi solleticava la pelle del collo, mentre teneva il viso nascosto nel suo incavo.

-Come mai mi hai chiamato?-Le chiesi, baciandole la testa ed annusando i suoi capelli profumati.

-Non lasciarmi da sola, per favore.-Alzò lo sguardo verso di me e feci per dire qualcosa, ma mi zittii quando la guardai meglio.

Aveva gli occhi azzurri inumiditi dalle stesse lacrime che le rigavano le guance ed il volto arrossato dal pianto. 

-Non dirlo neanche per scherzo.-Sussurrai, stringendola ancora più forte.

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Where stories live. Discover now