Capitolo 14

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Pov. Cristina

Mi resi conto di quanto effettivamente avessi sbagliato tutto solo nel momento in cui lessi la profonda ed asfissiante delusione dipingersi sul volto di Valentino. Avevo creduto che non avrebbe reagito male a quella notizia, quando avevo deciso di restare con il mio ragazzo, ma, evidentemente, mi ero sottovalutata a credermi tanto poco importante per lui. Feci per aprire bocca, forse per sussurrare il suo nome o semplicemente per chiedergli di rompere il silenzio che si era creato e magari dirmi che non mi odiava per come mi ero comportata, ma lui mi interruppe.

-Vado a farmi una sigaretta.-Asserì, con un sorriso forzato sul volto, come a volermi rassicurare.

Vidi la sua ombra scomparire oltre il limite della serranda del box e mi andai a risedere al mio posto, vicino alla sedia sulla quale stava lui pochi minuti prima, dove mi aveva accarezzato il ginocchio e mi aveva sorriso. Guardai Francesca ed aveva un'apprensione infinita sul volto, mentre io ero arrabbiata con me stessa ed avrei voluto prendermi a schiaffi; in ventinove anni di vita non avevo capito nulla su cosa significasse stare al mondo e continuando a mettere il bene altrui prima del mio, non facevo altro che ferire me e le persone a cui tenevo davvero. Leo non si era fatto scrupoli a farmi soffrire incessantemente per otto anni ed io avevo preferito la sua felicità alla mia, ma, soprattutto a quella di Vale e non me lo sarei mai perdonato.

-Sono una stupida.-Digrignai i denti, torcendomi le mani.

-Cris...-Francesca mi si avvicinò, senza sapere cosa dire.

-L'ho perso, ora definitivamente.-Sussurrai, affranta. Le lacrime non mi scendevano neppure, ma sentivo le guance bagnate. 

...

Pov. Valentino

Poggiai la schiena contro il muro metallico del box numero ventinove, mentre prendevo gli ultimi tiri di ciò che restava della sigaretta che avevo cominciato a fumare poco prima e continuavo a chiedermi perché la vita dovesse sempre essere così ingiusta. Non mi sembrava possibile che Cristina dovesse preferire qualcuno capace solo di farla soffrire e pensare a se stesso a me e non perché mi ritenevo migliore in qualcosa rispetto a quel Leo, quanto perché ero certo di amarla più di quanto non avesse mai fatto lui. Io mi stavo innamorando di lei e già senza conoscere ogni singolo particolare del suo carattere ero sicuro di starla amando più di colui che aveva scelto al posto mio e mi domandavo come avesse fatto quel ragazzo, in otto anni, a non rendersi conto di quanto lei fosse meravigliosa in ogni singolo particolare, anche quando sbagliava o mostrava le sue fragilità.

Gettai per terra il mozzicone, spegnendolo con il piede, per poi massaggiarmi le tempie; avevo scoperto nel giro di pochi minuti quello che non avrei mai voluto sapere e mi sentivo confuso per tutti i dubbi che mi stavano accanendo, tanto da cominciare ad avvertire un leggero mal di testa. Alzai lo sguardo per ritrovarmi davanti gli occhi azzurri di Cristina e persi un battito.

-Sei arrabbiato?-Mi chiese, sorprendendomi. Non credevo sarebbe stata così diretta, ma decisi di esserlo anche io.

-Ad essere sincero sì.-Le risposi, sinceramente-Sono arrabbiato perché sei voluta tornare con una persona che non ti merita e perché continui a sottovalutarti, oppure ti renderesti conto di essere completamente fuori dalla portata di una persona semplicemente in grado di farti soffrire.-Ingoiai un groppo di saliva, cercando di restare calmo.

-Tu lo conosci solo per sentito dire, ma Leo non è così male come pensi e poi noi due stiamo insieme da tanti anni. Ho pensato che sarebbe stato giusto riprovarci...-Si giustificò, guardando altrove, come faceva sempre quando doveva parlare di qualcosa che non le piaceva o nascondere ciò che realmente pensava.

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora