Capitolo 4

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Pov. Valentino

Le qualifiche sarebbero cominciate nel giro di dieci minuti ed io, come al solito, mi stavo preparando a partire con i miei immancabili gesti scaramantici, che ripeto da ormai più di vent'anni. Salutai i tecnici, che mi augurarono buona fortuna, quindi salii in sella alla mia M1 e mi diressi verso il mio posto sulla linea di partenza: il quarto, dopo gli ottimi risultati riscontrati nelle prove libere del giorno precedente.

Non riuscivo a togliermi dalla testa gli occhi azzurri che avevo visto pochi minuti prima fra la folla, né il bel viso della loro proprietaria, ma pensai che, probabilmente, non l'avrei più rivista. Proprio per questo sussultai per un secondo quando, fermandomi in postazione, guardai la ragazza che avrebbe dovuto tenermi l'ombrello: lei e quella che mi aveva colpito erano insieme fra la folla, poco prima. Le telecamere non si erano ancora accese, ma sarebbe stata questione di minuti; mi tolsi il casco.

-Ciao, come stai? Tutto bene?-La salutai, sorridendo; mi era stato riferito che avrei avuto un'ombrellina italiana poche ore prima. Lei sgranò gli occhi castani, visibilmente ansiosa e mi rispose flebilmente:

-Sì, grazie.-

-Come ti chiami?-

-Francesca.-

-Allora piacere Francesca.-Continuavo a sorridere per metterla a suo agio e sembrò funzionare. Era una bella ragazza ma, del resto, ciascuna delle ombrelline lo era e di belle ragazze ce ne sono a bizzeffe in giro per il mondo, ma in quel momento riuscivo solo a pensare a quei profondi e glaciali occhi azzurri che avevano incrociato i miei poco prima.-Ti ho vista fuori dal caravan prima, mentre venivo ai box...-Pensai che se lei e quella ragazza erano insieme, forse anche lei poteva essere un'ombrellina e mi dispiacque anche che non fosse la mia.

-Sì, stavo andando a cambiarmi.-Mi rispose, guardando per terra.

-E la tua amica con gli occhi azzurri? Dico, lei è l'ombrellina di Lorenzo per caso?-Domandai; pensai che se stava andando a prepararsi nel paddock Yamaha, allora anche la bruna doveva star facendo lo stesso e l'unico pilota Yamaha che non fossi io era proprio Lorenzo. 

Francesca si mise a ridere: aveva una risata contagiosa e mi stava già simpatica, ma non capivo perché ridesse.

-Ah no, lei fa tutt'altro che l'ombrellina! Mi ha solo accompagnata perché siamo amiche.-Mi spiegò, lasciandomi deluso.

-Ah ecco...-Farfugliai vagamente sconsolato: volevo rivederla a tutti i costi.

-Comunque è in tribuna che tifa per te!-Mi informò sorridendo, come a volermi consolare: probabilmente aveva notato la mia delusione.

-Beh, se è una mia fan e le fa piacere, magari dopo puoi portarla nei box, così ci facciamo una foto insieme!-Mi sentivo furbo ad aver trovato una scappatoia, anche se, al novanta per cento delle possibilità, Francesca aveva già capito tutto.

-Davvero? Ma senza il pass non la faranno entrare.-Osservò.

-Se il problema è il pass lo risolviamo subito!-Scrollai le spalle, senza la minima preoccupazione-Matteo!-Chiamai il mio tecnico, che stava parlando con alcuni ragazzi del mio team a mezzo metro di distanza.

-Dimmi Vale.-Si avvicinò, facendo un cenno di saluto alla ragazza.

-Scusami se ti disturbo, puoi farle avere un pass quando torna nei box, per favore? Una sua amica vuole conoscermi.-Gli spiegai sorridente e lui, che mi conosceva troppo bene per non capire le mie intenzioni con un solo sguardo, acconsentì subito.

Dopo che si accesero le telecamere però, non badai più a nient'altro che non fosse la pista e con la massima concentrazione, dopo poco tempo, infilai il casco e partii.

...

Pov. Francesca

Rientrai nei box Yamaha ancora scombussolata per aver parlato con Valentino Rossi, ma tutto sommato soddisfatta: si era dimostrato essere come pensavo e poi aveva evidentemente interesse nei confronti di Cris! Ero su di giri all'idea che fra loro due potesse nascere qualcosa e la mia spiccata abilità nel farmi film mentali, mi portò ad immaginarli già sposati e con figli nel giro di pochi secondi.

Mi sedetti, salutando i tecnici e gli operatori, mentre una di loro mi porgeva un bicchiere d'acqua. La prima cosa che feci fu recuperare il cellulare e chiamare Cristina, sperando che avesse impostato la vibrazione e riuscisse ad accorgersi della chiamata: conoscendola aveva di sicuro disattivato la suoneria, per essere concentrata sulla gara. Dopo qualche secondo, grazie al cielo, mi rispose.

-Pronto? Fra è cominciata la gara, dovevi chiamarmi proprio ora?!-Mi domandò, con la sua solita aria scocciata.

-Lo so, lo so, ma è importante!-Mi giustificai.

-Parla allora!-Mi incitò.

-Non chiedermi di spiegare nulla, ma subito dopo la gara fatti trovare fuori dai box, perché hai un pass per entrare e vedere Rossi.-Fu tutto quello che dissi, parlando più velocemente possibile e cercando di non strillare, per non disturbare i tecnici, che guardavano la gara su uno schermo piatto.

-Ma...-Non le lasciai il tempo di controbattere che la zittii:

-Tu fai come ti ho detto, ci vediamo dopo! Ciao!-Chiusi la chiamata, per dirigermi a guardare la gara insieme ai tecnici e tifare il Dottore, ovviamente.

...

Pov. Cristina

Restai a fissare il vuoto per qualche frazione di secondo, senza riuscire a capire come avesse fatto Francesca ad ottenere un pass. L'ultima ipotesi che mi venne in mente, prima di tornare a concentrarmi sulle qualifiche, fu quella che lei avesse detto a Rossi chi fossi e lui, conoscendo il mio nome, avesse voluto incontrarmi.

Le qualifiche furono molto avvincenti e combattute; Dovizioso si dimostrò da subito molto veloce e la parte più emozionante fu la lotta tutta italiana per la conquista del gradino più alto del podio. Rimasi a bocca aperta quando Iannone strappò il primo posto a Rossi che, a sua volta, l'aveva appena preso a Dovizioso. Bisognava oggettivamente riconoscere un grande talento negli italiani, senza alcun patriottismo o cose simili. La seconda fila tutta spagnola mi permise di pronosticare una splendida gara il giorno seguente, dunque la pista si sgomberò e pian piano successe anche alla tribuna. 

Mentre mi dirigevo verso il box di Rossi, mi venne il dubbio di essere troppo informale per un'occasione del genere: indossavo un paio di shorts bianchi a vita alta e leggermente strappati, un top di cotone grigio ed una giacca leggera in jeans. Ai piedi avevo il paio di superstar bianche rubate a Fra-avendo lasciato le mie a casa- e gli unici accessori che portavo erano una collanina sottile al collo e la mia solita cavigliera dorata alla caviglia sinistra, che porto da quando ero una ragazzina e considero il mio porta-fortuna. Sul viso avevo giusto un filo di trucco e portavo i capelli lisci sciolti.

Mi sentii strana: non ero solita preoccuparmi del modo in cui apparivo davanti a nessuno, eppure, ripensando al viso indaffarato che avevo scorto su un piccolo scooter blu poco più di un'ora prima, sentivo di tenerci a fare bella figura con lui. Scacciai di forza i pensieri dalla testa, quando i miei piedi si fermarono davanti all'ingresso per la zona dei box e vidi Francesca corrermi incontro-barcollando pericolosamente sui trampoli che aveva ai piedi-con in mano un pass.

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Where stories live. Discover now