Capitolo 6

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Pov. Cristina

Osservammo richiudersi la serranda del box, quindi cominciammo a camminare verso l'hospitality di Vale, dove io ero stata invitata a pranzare e Francesca sarebbe rimasta come ombrellina.

Io e Rossi camminavamo vicini, continuando a parlottare del più e del meno e nel frattempo vedevo Fra-pochi metri più avanti- lanciarmi occhiate complici, come a voler insinuare una delle sue solite "teorie complottistiche", come le chiamo io. Devo dire che la compagnia del Dottore di Tavullia non mi dispiaceva affatto; c'eravamo stati simpatici sin da subito e poi, anche se ci avevo parlato solo per un quarto d'ora scarso, sentivo già una grande sintonia con lui e la cosa mi sembrava reciproca.

L'hospitality Yamaha era un grande edificio blu con una piccola entrata scorrevole al centro, alla quale si poteva accedere tramite due scalette diverse, a seconda dello scompartimento nel quale si sarebbe andati a pranzare; sulla parte destra del muro frontale c'era una gigantografia di Rossi in moto, ad indicare la sua ala della sala da pranzo improvvisata, mentre sulla sinistra lo stesso valeva per Lorenzo. Quattro bandiere con lo stemma Yamaha/Fiat sventolavano su altrettante torri gonfiabili, montate ai quattro angoli dell'edificio, per tenerlo in piedi e delle transenne limitavano l'accesso a chi non era stato invitato.

Entrammo quando l'hospitality era già traboccante di ospiti degli sponsor e del resto del team di Rossi: la nostra chiacchierata gli aveva evidentemente fatto perdere tempo, ma c'era un tavolo riservato per lui ed i suoi ospiti all'estrema destra della sala, lontano dal chiasso e dagli schiamazzi degli altri tavoli e vi ci dirigemmo.

-Io devo andare.-Mi avvertì Fra, mettendomi una mano sul braccio per attirare la mia attenzione. Io la guardai interrogativa, poi mi venne in mente come le ombrelline servano i piatti al tavolo del loro pilota ed annuii sorridendo.

-Ci vediamo dopo.-La salutai, quindi tornai sui miei passi insieme a Vale.

-Prego.-Sorrise, quando arrivammo al tavolo, porgendomi una sedia.

-Addirittura!-Commentai divertita, sedendomi.

Vale si sedette a capotavola, quindi alla mia destra e fece per dirmi qualcosa, quando lo vidi alzare gli occhi verso la porta.

-Hei Uccio!-alzò un braccio, per far sì che il ragazzo appena entrato notasse dov'era seduto. Occhio e croce doveva avere la sua stessa età e da come era vestito doveva essere nel team anche lui.

-Ciao!-Salutò allegro, giungendo al tavolo e guardandomi con malcelato stupore.

-Piacere, Cristina.-Mi alzai per stringergli la mano, sorridendo e lui ricambiò presentandosi.

Mentre Uccio si sedeva alla sua sinistra, Valentino mi presentò come una sua amica che aveva appena conosciuto e mi spiegò che lui era il suo manager ed il suo migliore amico sin da quando erano entrambi molto piccoli.

-E come vi siete conosciuti, di preciso?-Domandò il manager, incrociando le mani sotto al mento, con la faccia di chi la sa lunga.

Effettivamente non sapevo bene come rispondere a quella domanda, anche perché non avevo ancora capito il motivo che aveva spinto Valentino ad invitarmi al suo box, così mi voltai a guardarlo, per fargli capire che mi aspettavo che fosse lui a rispondere e quindi ad illuminare anche me.

...

Pov. Valentino

Pensai più rapidamente possibile ad una scusa sensata per giustificare il fatto che avessi invitato Cris nel mio box, anche e soprattutto per evitare figuracce davanti a lei, ma non mi vennero poi una marea di idee geniali. In genere non ero così timido con le donne, ma in quel caso era diverso.

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Where stories live. Discover now