Capitolo 8

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Pov. Cristina

Eravamo rimasti da soli, con l'unica compagnia di due sigarette, seduti sulla gradinata d'accesso al motorhome. Uccio si era dovuto assentare per delle questioni legate alla stampa e Francesca era corsa a prepararsi con le altre ombrelline, così eravamo rimasti solo io e Valentino.

-Sicuro di non voler andare al box?-Gli chiesi, prendendo un tiro.

-No, tranquilla-Mi sorrise, per poi sputare un po' di fumo biancastro-Tu piuttosto...-Cominciò, gettando via un po' di cenere dalla punta della sigaretta, mentre io lo guardavo con aria interrogativa-Che hai?-

-In che senso?-Chiesi, senza capire a cosa si riferisse.

-Sembri un po' triste-Disse, semplicemente.

Sussultai, mandando un po' di fumo di traverso e prendendo a tossicchiare. Nonostante vederlo mi avesse fatto stare meglio, non ero completamente tranquilla e questo era vero, solo mi chiedevo come avesse fatto a capirlo.

-Ma ven via! E' una tua impressione!-Scossi il capo, ridacchiando, per mostrarmi serena.

-Guarda che non mi freghi...-Mi guardò storto, faticando a trattenere una di quelle risatine che la gente fa quando si compiace di avere ragione.

-Pensavo fossi dottore, non psicologo!-Ironizzai, spegnendo il mozzicone della sigaretta per terra e gettandolo in un cestino a pochi passi.

-Sono serio-Si impuntò, guardandomi insistentemente.

-Non posso mica caricarti dei miei drammi prima di una gara!-Cercai di persuaderlo.

-Allora c'è qualcosa!-Esclamò: mi ero messa nei guai da sola.

-Va bene, visto che ci tieni...-Sbuffai, risedendomi di fianco a lui-E' Leo, il mio ragazzo: abbiamo litigato un'altra volta.-

...

Pov. Valentino

All'inizio non volli crederci, poi mi dissi che dovevo aspettarmelo. Cristina era fidanzata e tutto quello che avevo immaginato sin da quando l'avevo vista andava in frantumi. Speravo che fra noi due sarebbe nato qualcosa e invece il suo cuore batteva per un altro e io sarei stato al mio posto e l'avrei lasciata in pace, se questo l'avesse resa felice.

-Ah, così sei fidanzata...-Biascicai, faticando a trattenere il tono deluso della mia voce.

-Se così si può dire...-Disse, con un'espressione amareggiata sul viso. Fui in dubbio se essere contento o no: da come l'aveva detto, sembrava che la loro lite li stesse portando a lasciarsi e quindi io avrei avuto campo libero, ma se la cosa la faceva soffrire, preferivo doverla perdere e saperla felice.

-Come mai?-Chiesi, cercando di capire meglio cosa intendesse. Se c'è una cosa che ho imparato dalle donne è che non intendono mai davvero quello che dicono e proprio per questo volevo capire nei minimi dettagli cosa turbasse Cristina, se fosse servito a farla stare meglio.

-Sono tre mesi che non facciamo altro che litigare, sono stanca...-Mi rispose, continuando a tenere gli occhi puntati verso terra. Mi chiesi perché non mi guardasse e la risposta arrivò quando notai che stava piangendo. Serrai i pugni fino a far arrossare le nocche: anche non conoscendolo, ero talmente arrabbiato con il ragazzo di cui parlava che l'avrei ammazzato; non capivo come si potesse essere tanto idioti da far soffrire una come Cris, che merita solo di essere felice.

-Vuoi raccontarmi?-Le chiesi, sperando che volesse sfogarsi con me. Avrei dato l'oro del mondo per poter cancellare per sempre le lacrime che le rigavano il viso; vederla soffrire e sapere di non poter essere concretamente utile mi faceva un male cane. Lei si voltò un secondo a guardarmi, con gli occhi azzurri gonfi per il pianto, annuì lievemente e poi cominciò a raccontare:

Can you fix my heart, Doctor? [Valentino Rossi]Where stories live. Discover now