Capito XX: New Orleans I

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<<Boo smettila, sono in ritardo.>> ma è mai possibile che quel ragazzo sia così stupido? <<E dai, partirai per due giorni, sai che significa?>> mi chiede, gettandosi sul mio letto e facendo oscillare il borsone. <<Mh finalmente una vacanza da Emilia Palmieri?>> <<No Honey, mi mancherai.>> <<Esagerato sono solo due giorni, e non esco nemmeno dallo Stato.>> <<Si, ma noi siamo abituati da sempre a fare tutto insieme...>> <<Dobbiamo imparare a separarci un pò, come faremo al college?>> <<Mi sembra logico che andremo entrambi a Yale.>> <<Boo senza offesa, ma la tua media non è comparabile alla mia.>> <<Oh, ma c'è Ashley, non preoccuparti.>> <<Hai detto una cosa orribile, sappilo.>> dico, finendo di preparare la sacca di atletica. <<Che ore sono?>> alza lo sguardo dallo Iphone e mi indica con le dita le otto e mezza. Alle dieci devo prendere il pullman per New Orleans perchè domani mattina c'è la mia prima gara di atletica di quest' anno. Diamine, non riesco nemmeno a crederci, sono troppo emozionata. <<La smetti di sorridere come una deficiente.>> <<Tu non puoi capire come sono contenta.>> dico, agganciando la borsa e iniziando a scendere le scale. <<E' una semplice gara, io faccio partite dall'inizio del liceo.>> <<Ecco, tu. Non io. Prova almeno a far finta di essere felice per me.>> <<Ma non ha senso, nemmeno ci dovevi entrare nella squadra.>> <<Ah e fammi sentire, per quale ragione? Non c'entra niente né con il football né con le cheerleader, quindi non ho motivo di escludermi. E lasciami il braccio.>> Boo si allontana immediatamente, linciandomi con lo sguardo. <<Stare constantemente con quel tipo ti rende antipatica.>> <<Oh, ma da che pulpito. Parla il fidanzato di Ashley Jones.>> dico, ricambiando lo sguardo. Perchè sembra che le cose con Logan vadano sempre male? Non facciamo che litigare, e ogni passo avanti sono tre indietro. <<Fatti venire a prendere, ho da fare.>> dice, recandosi alla porta. <<Ma come, avevi detto a zio che mi accompagnavi tu. Io come ci arrivo a scuola?>> <<Fatti venire a prendere, il fidanzato di Ashley Jones deve andare dalla sua cazzo di fidanzata.>> sbatte la porta dopo questa frase. E' cosi dannatamente infantile. Prendo il telefono e compongo il numero di Dominic, almeno con lui sembra andare tutto bene, una sana amicizia. <<Pronto?>> <<Ehi, sono Emilia, puoi per caso passarmi a prendere, non so come arrivare a scuola.>> <<Certo, sono con gli altri, il tempo di pagare e arriviamo.>>

<<Come mai sei rimasta a piedi?>> mi chiede Mason dallo specchietto retrovisore. <<Mio zio, si è ricordato di un impegno.>> <<Mai conosciuto individuo più inutile.>> <<Steph, è mio zio.>> Sbotto, non finirà mai di offenderlo. <<Beh piccola, non si può negare che abbia ragione.>> dice Dominic, sfiorandomi con la mano il braccio libero. <<La smettete con queste moine, mi sta vendendo da vomitare!>> <<Tyson, che cazzo sei venuto a fare?>> <<E' da secoli che non vedo una scuola.>> chissà perché la cosa non mi sorprende per niente. <<Quindi tu non farai lezione oggi e domani, se lo sapevo mi iscrivevo anch'io a questa cosa di correre.>> <<Steph non possono entrarci tutti, c'è bisogno di capacità fisiche specifiche, agilità...>> <<Zitta ti prego, stavo scherzando.>> Appena Mason accosta, io e Dominic usciamo dall'abitacolo, lui reggendo il mio borsone ed io la sacca. Steph si dedica alle giornaliere effusioni con il moro, mentre Tyson si rolla una sigaretta, o almeno spero che lo sia. <<Io devo andare sul campo, se mi dai il borsone posso...>> <<Ferma, ti accompagno.>> Dominic mi porge la mano, un gesto che arrossendo accetto volentieri. Non abbiamo mai camminato per la scuola mano nella mano, non ho mai camminato mano nella mano con un ragazzo. Che strana sensazione. Ti prego fa che non sia sudata. Appena arrivati al campo, insieme ai membri della mia squadra di atletica ci sono anche quelli della squadra di basket. Infatti stasera ci sarà la loro partita, e domani la nostra, e non condividiamo solo il pullman, ma anche il coach. Dominic si ferma un pò prima, non mischiandosi all' ammasso di persone che sono sul campo. Mi fa girare verso di lui, mantenendo la mani sulle mie braccia. <<Farai la brava, vero?>> mi guarda negli occhi, e a me viene così voglia di distogliere lo sguardo. <<Dominic io non fumo, non bevo, non...>> mi poggia un dito sulle labbra, facendomi bloccare le parole. <<Non intendevo quello Emilia, ma altro.>> <<Io non...>> poggia le sue labbra sulla mia fronte, stringendomi forte i fianchi con entranbe le mani. <<Ci vediamo domani piccola.>> lascia il campo sotto il mio sguardo attonito, ma non sono l'unica in queste condizioni. Appena mi giro, tutti mi stanno guardando, anche il coach. <<Palmieri, se hai finito mi puoi consegnare l'autorizzazione.>> vedo alcuni ridacchiare, che figura. Con lo sguardo basso consegno l'autorizzazione e vado verso Phoebe che trattiene a stento la risata. <<OH piccola, fai la brava sennò paparino si arrabbia.>> <<PHOEBE!>> lei scoppia a ridire, e con lei anche Grace e Nate. <<Scusa è troppo divertente vederti rapportarti con un ragazzo!>> <<E che ragazzo, a me mette i brividi.>> afferma Nate, facendomi irrigidire. Certo, anche a me la prima volta Dominic ha fatto paura, ma conoscendolo ho imparato che le apparenze ingannano. Anche troppo. <<Dobbiamo andare, è arrivato il pullman.>> Io e i ragazzi entriamo in quella specie di catorcio, e ci sediamo agli ultimi posti, così siamo tutti vicini. I restanti posti sono occupati dalla squadra di basket. In ogni scuola che si rispetti ce ne è una, ma qui le cose sono un pò diverse. La nostra squadra non ha mai vinto un campionato, e solo l'anno scorso è arrivata ai quarti di finale. Non viene seguita dal corpo studentesco e anche le cheerleader si rifiutano di partecipare alle partite. Infatti l'aria nel pullman è tesa, il coach che a telefono si lamenta con il preside del disinteresse verso le proprie squadre, e i ragazzi di basket sono silenziosi, anche troppo per essere degli adolescenti di diciassette anni lontano da casa. <<E' normale che perdono se non hanno incoraggiamento.... ah e secondo lei dove le trovo le cheerleader? Mi faccia il piacere.>> il coach spegne la telefonata, e tutti noi lo osserviamo interessati. <<Okay ragazzi parlerò solo una volta, quindi prestate la massima attenzione. Sappiamo tutti come funziona la Lincoln High School, non c'è bisogna che ve lo dica io. Ma noi stasera, e domani, abbiamo l'occasione di dimostrare che anche noi esistiamo, che il nostro lavoro vale, e che deve essere rispettato. Almeno tra di noi uniamoci e diamoci una mano, non siamo di certo pochi. Possiamo farcela. David hai per caso "preso in prestito" quello che ti ho chiesto?>> <<Si, ma non so quanto possano essere utili.>> <<Non preoccuparti David, ho anch'io delle carte nascoste.>> il coach lancia uno sguardo complice nella direzione mia e dei componenti della squadra. <<Squadra di atletica, siete pronti ad avere il doppio dei punti di credito?>>
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<<No, no, no e no. Mi rifiuto categoricamente.>> Nate guarda i pompon come se fossero un mucchietto di spazzatura. La palestra della New Orleans High School è vuota, i ragazzi della nostra squadra di basket sono all'hotel qui di fianco per riposarsi. Mancano cinque ore alla partita che deciderà il loro ingresso in campionato. <<Ragazzi ne abbiamo bisogno.>> <<Ma noi non siamo cheerleader, non sappiamo come fare...>> Phoebe cerca di giustificarci, guardando il coach negli occhi. <<Ragazzini, pensate sono nato ieri? Ho controllato i vostri documenti e tutti e tre facevate parte della squadra di cheerleader alla Middle School.>> dice, puntando i tre impostori alla mia destra, e facendomi spalancare la bocca. Phoebe, Grace ma soprattutto Nate erano dei cheerleader? Come è possibile. <<Professore è una storia vecchia, Phoebe ha anche gli occhiali, senza è una talpa.>> Nate, da maschio alpha, prende in mano la situazione, chissà che storia c'è dietro. Una figura entra nel nostro campo visivo, e non posso fare a meno di collegarlo al fattorino delle pizze della mia ultima serata a casa Cook: David, o Dave, il capitano della squadra di basket. <<Coach, li ha convinti? >> <<Non ti immischiare riccio, pensa a come fare canestro.>> Phoebe e la sua dolcezza sono disarmanti, ma non sembra che Dave si sia offeso, sembra più divertito. <<Calma nanetta, che hai solo poche ore per preparare lo spettacolo.>> <<Io mi rifiuto di farmi comandare da uno come te.>> e tutto questo continua, con botta e risposta da entrambe le parti: la mia squadra contro il coach e il capitano. <<Forse hanno ragione.>> <<Lo vedete anche Emilia sta dalla nostra parte.>> <<No Phoebe, io sto dalla parte della scuola. E come tale dobbiamo aiutare la squadra di basket, perché se noi fossimo in difficoltà vorrei che qualcuno ci aiutasse.>> <<Ma non ricordiamo niente, e poi erano tutte coreografie elementari.>> <<Pazienza Grace, meglio di niente. Su, passatemi dei pompon.>>
*****
Le qualificazioni non creano mai interesse negli studenti, e soprattutto quando si sfidano due squadre "fantasma" del campionato. <<Questa è una pazzia.>> Nate non fa che lamentarsi, pizzicando il pantalone attillato della squadra maschile dei cheerleader. <<Ragazzi, secondo voi andrà bene? >> chiedo, cercando di ricordare più o meno i passi che mi hanno chiesto di fare: alla fine io sarò più una spalla, il massimo che riesco a fare è la ruota. <<Beh, considerando il fatto che l'altra squadra è più sfigata della nostra, non dovrebbe andare così male.>> Phoebe durante l'allenamento ha ritrovato la grinta di un tempo, come hanno detto gli altri due. Vorrei tanto sentire qualche storia in più su questo tempo... <<Ehi nana è pronta la tua squadra?>> David, il capitano, ci interrompe bruscamente, sbucando da dietro le spalle di Phoebe. <<Si spilungone siamo pronti, fai partire la base... e soprattutto fai che ne valga la pena.>> <<Facciamo una scommessa, se vinciamo, e segnerò il canestro finale, tu verrai al dopo-partita con me.>> il riccio allunga la mano in direzione di Phoebe, che lo guarda accigliandosi. <<Esiste un dopo-partita?>> chiedo, spostando lo sguardo da Phoebe che stava per svenire. <<Non è proprio una festa, ma cerchiamo un locale qualsiasi per stare un po' insieme.>> <<Noi domani mattina abbiamo la gara.>> è l'unica risposta di Phoebe. <<Quindi vi farà bene svagarvi un po' stasera, almeno scaricate la tensione.>> <<Accetto solo se possono venire anche i miei amici con me.>> <<Va bene nana.>> <<Mi chiamo Phoebe>> <<Va bene, Phoebe.>> il riccio sta per scappare, quando all'improvviso ritorna sui vecchi passi e concentra lo sguardo su di me. <<Ah, Emilia giusto?>> io annuisco con il capo. <<Di la c'è la mascotte lucertola della Lincoln High, e mi ha affermato che è un tuo amico... dopo ringrazialo anche per me.>> <<Aspetta, tu non l'hai visto in viso?>> <<No, solo il coach, che ha preferito mantenere l'anonimato... sai, potrebbe finire nei guai per aver "preso in prestito" il vestito da lucertola, come dargli torto.>> se prima non avevo ansia per questo "spettacolo", ora che so della presenza di un mio amico, che potrà notare quando sono inadatta come cheerleader il cuore mi batte all impazzata. <<Okay, vado a far partire la base, appena sentire la campan...>> <<Sappiamo come funziona, sparisci riccio.>> Anche Phoebe è in ansia, fin troppo. Dave con uno scatto esce dal corridoio e fa sbattere le porte che ci separano dal campo. Due minuti passano, prima che la famosa campana suoni, e Nate parte con uno scatto, entrando in campo. Phoebe, Grace ed io lo seguiamo, le due ragazze si lanciano in una doppia rovesciata in avanti, mentre io mi riduco a fare una ruota stentata. I ragazzi continuano la coreografia da loro ricordata, mentre io mi limito ad imitarli al meglio. Alla parte finale della canzone, Nate e Phoebe improvvisano le basi di una piramide, di cui Grace agilmente ne diventa la punta. I pochi spettatori applaudono entusiasti quando ci andiamo a sedere, e subito dopo entra la famosa lucertola della Lincoln High, che accompagna i ragazzi in campo. La lucertola continua a ballare in modo buffo, suscitando le risate di tutti i presenti... un mio amico, li sotto c'è un mio amico.
<<Buonasera signori spettatori, e benvenuti alla prima partita del torneo nazionale di basket. Oggi si affronteranno nelle preselezioni la Lincoln High School e la Grover High School... io sono Gordon   Roberts e vi accompagnerò per tutte le successive partite.>> alla voce del uomo, tutti i nostri occhi sono puntati sul tavolino dove è stato allestito uno spazio per la telecronaca. <<I capitani David Morris e Harry Smith si stringano la mano in segno di rispetto.>> subito dopo, la partita inizia.
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<<Ottima difesa di Smith, ma attenzione il capitano Morris sta tentando il tutto per tutto, meno un secondo, la palla è stata lanciata, fa un giro completo intorno al canestro ed è punto. La Lincoln High School vince la prima partita delle preselezioni del torneo nazionale di basket, con lo strepitoso canestro del capitano Morris, un applauso a questa squadra che sicuramente farà la sua presenza nel campionato. Che partita, alla prossima signora dal vostro Gorden Roberts che vi augura una buona serata.>> la squadra di basket è in fibrillazione, David è stato trasportato in braccio dai suoi compagni. Il coach è venuto a ringraziarci del supporto, affermando che è anche grazie a noi che la squadra ha vinto. Grace e Nate si stanno baciando appassionatamente, Phoebe è sparita ed io mi guardò intorno cercando una persona in particolare. Dei guanti mi si poggiano sugli occhi, e subito capisco a chi appartengono. <<Lucertola, solo tu puoi avere le mani gelatinose.>> dico, tanto so che è un mio amico, e forse ho anche capito chi: la lista non è lunga. <<Di la verità hai fatto tutto lo scorbutico stamattina perché stavi organizzando questa sorpresa, sei il migliore amico migliore del mondo.>> dico, gettandomi tra le sue braccia. Lo so che è Logan, chi altro potrebbe essere? Una volta che mi ha accolto tra le sue braccia noto una cosa, Logan è più grosso, troppo grosso per entrare in questo costume ridicolo: ma allora? Cerco di togliere la maschera all individuo che mi tiene tra le braccia, ma lui non me lo permette è l'unica cosa che riesco a scoprire sono il naso e la bocca. Ora ne ho la certezza, non è Logan. <<Chi sei?>> chiedo, leggermente intimorita e cercando di sciogliere l'abbraccio. La persona non me lo permette, stringendomi e facendo coincidere i nostri petti. Sta sorridendo, un bel sorriso, uno che conosco... io conosco questa persona, ma non riesco a capire chi sia. Come quando ci si sveglia dopo un sogno, lo stesso aspetto di familiarità di una cosa che conosciamo, ma che non ricordiamo bene. <<Ci conosciamo?>> chiedo, ti prego parla. Lui annuisce, continuando a sorridere. <<Sei mio amico?>> alza le spalle, ma che diamine? <<Cosa vuoi?>> <<Questo.>> troppo veloce per capire di chi sia la voce, perché quelle labbra si posano sulle mie con gentilezza e decisione. Non riesco a muovermi, non so cosa fare e chiudo gli occhi, mentre il ragazzo di fronte a me non stacca le sue labbra dalle mie. Quando non sento più nessun contatto, apro gli occhi e la lucertola è sparita.
-----------------Spazio autrice------------
Hola chicas....eccomi con un nuovo capitolo che, come sempre, ha sconvolto più voi che me.... questa è solo la prima parte, diciamo che "l'avventura" a New Orleans non è finita, e spero di pubblicare il seguito prima possibile. Un bacio, (studiate) è un saluto dalla vostra Sophia. 🦎🦎🦎🦎🦎 si oggi ho visto una lucertola, amo le lucertole 🦎

Honey & BooWhere stories live. Discover now