Capitolo IV: La squadra di atletica

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Resto lì, con vestiti che non sono miei, con pensieri contorti, fin quando non arrivano due tizi a limonare. Dalle loro occhiatacce capisco che è meglio se me ne vado, e così faccio. La campanella suona nel preciso momento in cui entro nell'istituto e, vado fuori la classe di letteratura solo per ritrovare Steph. Stava lì con uno sguardo infuriato, girandosi intorno. <<Oh finalmente, andiamo su.>> non mi da nemmeno il tempo  di parlare che subito mi trascina nell'aula di storia, dove il signor Jefferson sta sistemando alcune scartoffie. Prendiamo due banchi vicini dell'ultima fila, giusto per evitare le occhiatacce del professore quando ci becca a parlare. <<La signora Young si è arrabbiata?>> <<No, le  ho detto che non ti eri sentita bene, sotto minaccia di quegli stronzi ovviamente, e lei ha annuito, anche se per me aveva intuito qualcosa dal fatto che il pavimento fosse bagnato.>> <<A te hanno fatto qualcosa?>> chiedo preoccupata, odiavo il fatto che se la prendessero anche con lei. <<No, lo sai che di me Ashley ha paura, sa solo chiamarmi troia e altre parole che la rappresentano alla perfezione.>> dice, attirando lo sguardo dei ragazzi che entravano dalla porta. C'erano tutti, a capo Ashley e Logan, seguiti dai loro amici. Ashley ghigna vedendomi, e prende a parlare con le sue amiche sottovoce, sicuramente prendendo in giro il mio look trasandato. Un messaggio mi risveglia e prendo il telefono nella borsa. "Di chi sono quei vestiti? -Boo" alzo lo sguardo sulla sua figura e lo trovo a tartassarsi le unghie. Veramente mi aveva chiesto questo? Di solito tendeva a scusarsi, ma ora pensava ai miei vestiti. "Del mio compagno di chimica, mi ha aiutata lui visto che Steph doveva coprirmi con la signora Young -Honey"
Vedo da lontano le sue spalle irrigidirsi e si gira nella mia direzione con uno sguardo di fuoco. "Prima di andare in mensa, ti aspetto nello stanzino delle scope. E non darmi buca .-Boo". Sospiro e decido di iniziare a seguire la lezione, evitando di pensare a cosa abbia fatto così arrabbiare Logan.

<<Dio che palle!>> sbotta Steph, uscendo dall'aula del professor Jefferson, e poggiandosi ad una delle macchinette del piano terra. Seleziona una barretta al cioccolato e la mangia avidamente. <<Sai che nessuno vuole rubarti il cibo?>> le dico, mentre andiamo agli armadietti per recuperare i libri dell'ora successiva. <<Questo lo dici tu, mia cara Emily. La scuola è piena di scrocconi.>> sbuffo e prendo il libro di matematica, per poi subito richiudere l'armadietto. <<Cambiando discorso, cos'hai ora?>> <<Di certo no quello schifo di matematica avanzata, ci credo poi che non hai una vita sociale.>> <<Lo faccio per il college, e poi a me piace la matematica.>> <<Se vabbè, ci si vede in mensa. Ah, oggi si mangia con i miei amici, così ti dico anche quella cosa di stamattina.>> dice, e non ho il tempo di replicare che è già sparita. Lei è così, ha già dimenticato quello che è successo un'ora fa, ed è subito pronta a divertirsi con i suoi amici, di certo non miei. Entro nell'aula e ci sono Parker e Cook che si lanciano palline a vicenda, una mi colpisce in faccia, e io reprimo l'istinto di contrattaccare. <<Scusami Palmieri, ma avevo scambiato la tua faccia per il canestro di basket.>> dice Logan, facendo ridere Ethan che subito gli batte il cinque: questi sono i momenti più brutti per me, quando proprio lui, il mio Boo, si comporta come se fossi la sua peggior nemica. Una mano mi tocca la spalla e subito mi giro spaventata, ma i miei battiti ritornano normali quando di fronte noto la figura di una ragazza slanciata, dai capelli castani tagliati a caschetto e una spessa montatura di occhiali. <<Posso sedermi?>> mi chiede, indicando il banco a mio fianco. Io annuisco e subito  prende posto, e, visto che il professore ancora non entra, si gira nella mia direzione. <<Ieri hai fatto faville sul campo, nessuno aveva mai superato Nate in una corsa.>> <<Grazie, Phoebe giusto?>> <<Si, sai il coach ha chiesto a Nate di avvertirti che gli allenamenti iniziano alle quattro e finiscono alle cinque e mezza, salvo inconvenienti. Di solito ci alleniamo ogni giorno durante la settimana, quindi se hai impegni, disdici.>> ci penso su, sicuramente dovrò abbandonare il lavoro in libreria, ma la signora Courtney se la caverà. <<Nessun impegno, solo volevo sapere quanti siamo nella squadra.>> se siamo in molti, sicuramente non verrò presa di mira dalla squadra di football perché non mi vedranno nemmeno. << L'anno scorso eravamo in sette, solo che tre sono andati al college e uno si è ritirato, quindi siamo io, Nate, Grace e tu, se ovviamente ti presenti agli allenamenti.>> <<Oggi non posso, ma da domani ci sarò.>> dico, e mi giro nella direzione della porta che viene aperta dal professore. L'ora di matematica passa velocemente, l'argomento che il professore ha spiegato mi è piaciuto e sono riuscita a seguire tutti i passaggi sul libro, senza il bisogno di prendere più appunti del necessario. Quando mi sto alzando dal banco, mi arriva una spallata che fa cadere tutti i miei libri, e io ancora una volta sto zitta incassando il colpo. Phoebe viene subito a darmi una mano, guardando disgustata Ethan e Logan che escono dalla classe ridendo. << Li odio, tutti loro e le loro divise nuove. Razza di sbruffoni, tu stai bene?>> mi chiede in fine, passandomi la borsa con i libri messi alla rinfusa. << Si, diciamo che ci sono abituata.>> <<Ah capisco, sei tra le vittime di Ashley e Logan?>> <<Già, ti presento la sfigata delle sfigate.>> dissi, facendo un inchino e causando una sua risata. << Dai sfigata ti porto a mangiare qualcosa, sei ufficialmente invitata al nostro tavolo.>> dice, mentre usciamo insieme e ci dirigiamo verso la mensa. <<Avete un tavolo?>> <<In realtà lo condividiamo con quelli del corso di fotografia, ma di solito tendono a stare sulle loro e noi li evitiamo.>> annuisco, ma prima di entrare ricordo che devo incontrarmi con Logan. <<Scusami ma devo urgentemente andare in bagno, ti raggiungo dopo.>> lei annuisce ed entra in mensa, mentre io corro verso lo stanzino delle scope. Entro dentro, e subito mi sento strattonare da un braccio e  sbattere sulle colonne di ferro che reggono gli attrezzi dei collaboratori. <<Boo mi stai facendo male.>> dico con una smorfia di dolore e lui subito mi lascia il braccio. <<Scusami, scusami per tutto.>> dice, abbracciandomi e sollevandomi da terra manco se fossi una bambola di pezza. <<Boo mi puoi fare scendere?>>chiedo, accarezzandogli la schiena e cercando di calmarlo. I miei piedi toccano finalmente terra anche se lui decide di non spostarsi di un millimetro, continuando a tenermi tra le sue braccia. <<Il tuo odore è rivoltante, sai di fumo.>> <<Non è vero, e poi non avevo altra scelta.>> <<Eccome se ce l'avevi potevi venire da...>> <<Da te? Non farmi ridere.>> dico, cercando di liberarmi, anche se lui non ne ha nessuna intenzione. <<E chiederli ad uno sconosciuto è meglio?>> <<Non è uno sconosciuto, è amico di Steph.>> lo vedo alzare gli occhi al cielo e respirare profondamente. <<Pure? Fantastico, ci mancava questo drogato ora.>> <<Logan dove vuoi arrivare?>> appena sente che l'ho chiamato con il suo nome, s'irrigidisce e si allontana. <<Non mi piace che indossi vestiti di altri ragazzi al di fuori di me.>> <<Beh, di certo non è una mia scelta. La prossima volta, se proprio devono farmi uno scherzo, proponi qualcosa che dopo non porta conseguenze che ti disturbano.>> dico, voltando le spalle e recandomi verso la mensa. Il corridoio è così pieno che ricevo spallate a destra e sinistra, così decido di prendere una specie di scorciatoia che passa per l'esterno. Mentre cammino per il cortile, sento degli schiamazzi provenire da dietro gli spalti, così, stupidamente, ma catualmente mi avvicino, nascondendomi dietro uno dei pilastri. Due ragazzi, tutti girati di spalle, braccano uno molto più piccolo di loro, probabilmente del primo anno. <<Dove sono i miei soldi, ciccione?>> dice uno spingendolo, e capisco subito che si tratta di Parker. <<I-io-io pensavo che te li potessi restituire domani.>> dice la voce flebile del ragazzino, stringendosi lo zaino al petto. L'altro ragazzo, che dai capelli rossicci capisco che è Kyle, gli strattona lo zaino dalle mani e inizia a svuotare tutto il suo contenuto a terra. <<Cosa sta succedendo?>> chiede Logan, arrivando ghignando nella direzione dei tre. <<Questo pezzo di lardo si è dimenticato di portarmi i soldi e io non so come cazzo pagare il pranzo!>> <<Io-i-io giuro che non l'ho fatto apposto.>> Logan si sgranchisce le mani, facendole scricchiolare. <<Bene, ora te lo faccio ricordare io!>> prima che si butta sul ragazzino, io scappo via, ed entro in mensa. Cerco di calmare i battiti accelerati e infilo alcune ciocche di capelli scappate dalla coda dietro l'orecchio. Prendo un respiro, decido di accantonare l'immagine di Logan e dei suoi amici che picchiano quel ragazzino, e mi metto in fila. Non riesco proprio a capire i comportamenti di Logan, ha tutto nella vita: salute, bellezza, una famiglia che farebbe di tutto per lui. Perché deve comportarsi così? <<Ehi, bella addormentata!>> arriva Steph da dietro, sorridendo e mantenendo il vassoio su una mano sola. <<Steph non è il momento.>> <<Uff, come sei noiosa. Dai vieni al tavolo con i miei amici, c'è anche Nik.>> dice, guardandomi maliziosa, ma io ricordo di aver promesso a Phoebe di andare al suo tavolo. <<Ehm, io passo, mi hanno invitata i ragazzi dell'atletica.>> <<Fico, però dopo, vengo a casa tua.>> non ho il tempo di rispondere che è già scappata al suo tavolo, saluta tutti i suoi amici e subito dopo dice qualcosa a Dominic, che si gira nella mia direzione: di nuovo quello sguardo, che mi fa girare il viso arrossato. Ecco un altro dubbio: perché quel ragazzo mi guarda come qualcosa di desiderabile? Sorrido impercettibilmente e scorro la fila, per prendere uno purè di patate un pò verdognolo e una bottiglietta d'acqua. Intravedo Phoebe ad uno dei banchi rettangolari affianco alla specie di podio che si sono creati quelli "popolari". Il loro è un piedistallo in legno con due grandi banchi rotondi dove si trovano solo le cheerleder e i giocatori di football, noi invece ci sediamo lungo tavoli rettangolari su delle panche di legno. Appena mi siedo al banco, quelli del gruppo di fotografia mi squadrano, per poi spostare subito lo sguardo su uno che mostra fotografie in bianco e nero di gatti. <<Ce l'hai fatta per fortuna, allora lui già lo conosci, è Nate.>> il ragazzo sorride, mostrando delle fossette ai lati della bocca. Ha un fisico atletico e slanciato, e dei bellissimi capelli castani. <<Mentre lei è Grece.>> dice, indicandomi una ragazza con i capelli ricci e la pelle color cioccolato. Diamine se lei è alta. <<Piacere di conoscerti, Emilia.>> dico, allungando la mano nella sua direzione, e lei subito l'afferra ricambiando il saluto. Il pranzo è stato veramente piacevole trascorrerlo con i ragazzi dell'atletica, abbiamo parlato degli allenamenti e delle gare, che sono una per stagione, e poi anche un pò di noi e delle nostre passioni. Per esempio Nate è un patito di Star Wars e ha costretto le due ragazze a vedere tutti gli episodi della serie; mentre le ragazze hanno costretto lui a vedere metà dei film di Nicholas Sparks. Appena esco dalla mensa, controllo sul telefono l'ora, e trovo un messaggio: Ti aspetto al solito posto -Boo. Decido di non farlo aspettare e vado subito nel parcheggio della scuola, che è anteriore al grande istituto, ed entro nella sua macchina. Lui è lì, silenzioso, avvia il motore e guida verso casa. Solo appena si ferma al semaforo si gira nella mia direzione, non guardandomi negli occhi. <<Boo?>> chiedo, poggiando una mano sulla sua spalla. <<Che c'è Emilia?>> mi risponde bruscamente. Ritorno con lo sguardo sulla strada, cercando di mantenere la calma. <<Sei arrabbiato.>> dico, poggiando la schiena sul sedile. Ride, ride così forte che mi sta innervosendo. <<E' ovvio che sono arrabbiato, cazzo! Ma ti sei vista, con i vestiti di un tossico. Sai quanto odio quella puttana di Steph e tu te la fai sempre con lei, e ora anche con i suoi amici. E poi se seria, la squadra di atletica? Durerai poco con noi in giro, e lo sai benissimo, perchè tu non ti ribellerai mai e così deve essere.>> sono inorridita dalle sue parole, così tanto che prendo il freno a mano e lo alzo di un colpo, facendo stridere le ruote sull'asfalto e causando quasi un incidente. <<MA SEI IMPAZZITA?>> sbotta, togliendosi con rabbia la cintura di sicurezza. <<No Logan, sei tu quello impazzito. Posso tollerare certi comportamenti a scuola, perchè te l'ho promesso, ma non hai il diritto di trattarmi di merda a anche qui, e soprattutto dopo la giornataccia che ho avuto. E ora, se mi permetti, vado a piedi.>> esco dall'auto, che subito dopo mi sgomma affianco, andando a tutta velocità. Prendo il telefono e chiamo Steph, che risponde al secondo squillo. <<Hey bionda, stavo giusto venendo da te.>> <<Sono sulla ventesima, vicino al Red.>> <<Merda, e come ci sei finita?>> <<Logan.>> dico scalciando un sassolino e sedendomi sul muretto che separa le due corsie, immagino solo la gente cosa penserà di me. <<Ahia, per chiamarlo per nome è successo qualcosa di serio. Vabbè, non ti muovere e cerca di non farti investire, sto con la macchina di Ophelia.>> aspetto per cinque minuti, poi la Toyota blu della sorellastra di Steph si ferma al mio fianco, creando un accenno si traffico. Salgo sull'auto e la prima cosa che faccio, quale debole che sono, è piangere. Steph mi poggia una mano sulla gamba, mentre guida verso casa mia. Appena arriviamo parcheggia sul vialetto, il garage è occupato dalla macchina di zio Bobby, e non mi permette neanche di utilizzare lo spazio restante perchè è un vero ossessionato di motori. Il giardino incolto, rispetto a quello dei signori Cook al mio fianco, è ben evidente e me ne vergogno un pò. Il quartiere dove abito è composto da una serie di villette a schiera, tutte ben curate e con le pareti e i tetti dello stesso colore. Certe volte può sembrare inquietante, ma a me crea sempre pace e serenità, forse perchè queste mura sono l'unica cosa che mi resta dei miei genitori. Superiamo il portico ed entriamo dentro, non prima di aver lanciato uno sguardo alla casa affianco, non vedendo la macchina di Boo. Steph entra subito in cucina, iniziando a smanettare nei pensili in cerca di qualcosa da mangiare. Prende tutto le caramelle e i dolci della casa, poi va nel freezer e prende il gelato, mischia il tutto in una grande ciotola aggiungendo della glassa al cioccolato, e poi mi passa un cucchiaio. Ne prendo un poco e l'intruglio è disgustosamente buono, così inizio a mangiare peggio di Stephanie. <<Se ti vedesse tua madre ora.>> dico, leccandomi il dito dove è colata la glassa. Lei ride e annuisce con la bocca piena. <<Ecco perchè queste schifezze deliziose le possiamo fare da te, senza la signora White che si preoccupi di sporcare il suo fottuto tavolo nuovo.>> <<Già, ma alla fine le cose a casa?>> le chiedo, lei di certo non ha una vita perfetta, ma tutto sommato chi ce l'ha. <<Solito, stanno tutti insieme comportandosi dalla perfetta famiglia americana. E poi c'è la pecora nera, devi vedere come lodano quella cogliona di Ophelia per ogni merdata che fa, mamma fa finta che lei sia la vera figlia. Beh, tanto io sono solo la figlia del coglione che l'ha tradita.>> <<Non so che dirti...>> <<Non dirmi niente, anzi mangia.>> quando arriviamo a metà ciotola, ci spostiamo in soggiorno. La composizione è come quella della casa dei Cook, cambia solo il mobilio: da me è tutto in arte povera, e ne io ne zio abbiamo deciso di arredare con qualcosa di più moderno. Ci sediamo sul divano verde a tre posti, mettendo tutti i cuscini decorativi sulla poltrona affianco. Accendiamo la tv e mettiamo su un canale di musica, giusto per tenere un sottofondo. <<Allora mi spieghi cosa è successo con il tuo "migliore amico"?>> la sento strozzarsi per finta quando parla di Logan, e la cosa mi fa sorridere. << Si è arrabbiato per questi!>> dico, indicando il mio abbigliamento, e non citando l'amicizia con lei, cosa che mi rinfaccia da sempre. <<E quindi, sono vestiti... aspetta, che ti ha detto precisamente?>> cerco di ricordare tutto, e qualcosa mi torna in mente. <<Che gli da fastidio se indosso qualcosa di altri ragazzi al di fuori di lui, qualcosa del genere.>> dico, facendo spallucce e poggiando la ciotola vuota sul tavolino al mio fianco. << Questo tizio ha seri problemi, prima ti tratta di merda e poi fa il geloso? Emilia devi stargli lontana.>> <<Parli facile tu, ti ricordo che i Cook sono la cosa più vicina ad una famiglia che ho, e Logan è compreso nel pacchetto. Li voglio bene e non potrei mai sognarmi di non averli più al mio fianco.>> <<Ti appoggi troppo su di loro, per quanto ti vogliano bene non sarai mai parte della loro famiglia. L'anno prossimo hai il college, ed è l'ora di diventare indipendente!>> <<Più di così?>> indico la casa deserta ridendo e lei annuisce sorridendo. Poi la vedo ghignare <<A proposito di college, ti ricordi del tipo della LSUS, ci siamo risentiti e venerdì usciamo al Grunge82.>> mi dice euforica, non l'ho mai vista così contenta per un ragazzo, anche se partecipa ad ogni tipo di festa ed incontra molti ragazzi. <<Sono contenta per te, sicuramente vi divertirete.>> <<Ci divertiremo, sei invitata.>> ridacchio, facendo finta di non aver capito. <<Certo, e la signora Rodriguez non si occupa della casa. Infatti fa tutto zio Bobby per telepatia.>> <<Sono seria, gli ho parlato anche di te, e vuole conoscerti.>> <<E' molto carino da parte sua, ma mi sentirei il terzo in comodo.>> <<Ha detto che porterà suo fratello, dai è solo una sera, mangiamo una cosa, sentiamo un pò di musica e per mezza notte sei a casa.>> non so se è lo sguardo supplicante, il labbruccio o la minaccia di morte prematura, ma alla fine annuisco: cosa potrà mai farmi una serata diversa?

Honey & BooWhere stories live. Discover now