~Capitolo 34

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Mi ritrovai a passeggiare per le mura della scuola che era completamente deserta. A quel ora avevo notato che tutti gli studenti si recavano in giardino per respirare un po' più di libertà. Difatti nelle ore intermedie che seguivano la lezione alternativa fino l'ora di cena, per la scuola regnava il silenzio, eccetto per alcuni casi, quando questo silenzio veniva rotto dal rumore di ragazzi che come me, cercavano la tranquillità.
Scesi le scale di marmo bianco e mi ritrovai davanti al quadro di James Brown. Guardai attentamente lo sguardo profondo del fondatore della scuola. Sembravano pieni di ricordi. Ricordi di avventure portate a termine, di avventure che aveva in progetto di compiere, o forse il pittore ha voluto darci questa impressione.
Chissà se il vero James Brown fosse davvero così. Chissà se portava veramente un paio di baffi scuri e i capelli spettinati in quella maniera, come rappresentati nel quadro.
Una cosa è certa. Chiunque lui fosse, qualunque impresa abbia compiuto, doveva tenere all'educazione dei giovani, doveva tenerci particolarmente tanto a loro per fondare una scuola. O forse è anche questo quello che i suoi successori hanno voluto farci credere.
Senza essermene resa conto mi ero seduta sugli scalini freddi a contemplare i due baffoni del signor Brown.
Non mi accorsi nemmeno che un rumore di passi si stava facendo sempre più vicino fino a quando un timbro di voce calmo e un po' misterioso catturò la mia attenzione. Un ragazzo alto e magrolino, con i capelli chiari e gli occhi grigi, che per la prima volta notai.
<<Cosa ci fai qua tutta sola? Sai per una ragazza può essere pericoloso...>> si girò verso il quadro per poi riposare il suo sguardo su di me. <<..il fantasma di James Brown potrebbe aggredirti>> continuò.
<<Sempre simpatico non è vero Kendall?>> sbuffai alzandomi in piedi e sistemandomi la gonna della divisa.
<<Come vuoi tu>> alzò le spalle e continuò per la sua strada salendo con calma e scale e camminando tranquillamente per il corridoio come se fosse a casa con le mani nelle tasche dei pantaloni.
<<Ehi! Dove stai andando??>> mi affrettati a seguirlo.
<<In biblioteca, ci stavi andando pure tu scommetto>> colsi perfettamente l'ironia che aveva nascosto in quella frase. Questo ragazzo aveva un qualcosa che mi faceva saltare i nervi.
<<Che simpatico!>> dissi ironica portando gli occhi verso il cielo, poi involontariamente li posai di lui. Stava sorridendo divertito. Aveva un sorriso davvero travolgente tanto che sorrisi pure io.
Percorremmo il resto del corridoio in silenzio.
Per la prima volta entrai nella biblioteca della scuola. Era come quelle che si vedono nei film, antica ed immensa.
I tavoli per gli studenti situati accanto alle finestre, poi tutto intorno scaffali enormi pieni di libri. Libri di tutti i tipi e colori. Un paradiso.
Seguì Kendall per i corridoi, tra uno scaffale e l'altro.
<<Che libro stai cercando?>> chiesi per spezzare il silenzio tra noi due.
<<Nessuno>> rispose continuando a camminare.
<<Chi l'ha scritto? Non l'ho mai letto>> esclamai. Kendall non mi rispose, si limitò solo a fermarsi ed a girarsi verso di me, ci mancò poco che gli andassi addosso. Mi guardò dritto negli occhi. I suoi occhi grigi mi mettevano agitazione, poi la sua espressione seria non contribuiva affatto.
Avevo per caso detto qualcosa di sbagliato?
Non avevo intenzione di cedere, continuavo a tener duro fissandolo anch'io negli occhi. Sembrava quasi una gara a chi distoglieva per primo lo sguardo.
Il nostro gioco fu interrotto dal sorrisino divertito di Kendall.
<<Ma cosa stai dicendo? Non sto cercando nessun libro, amo solo passeggiare per la biblioteca, imbranata>> disse trattenendo una risata mentre mi arruffava i capelli.
<<Smettila!! Tu non sai quanto tempo ci vuole alla mattina per sistemare questi cosi>> esclamai cercando di sistemare il danno che Kendall aveva appena fatto.
<<Come vuoi tu, imbranata>>
<<Hai finito di chiamarmi imbranata?>> sputai acida.
<<Mhmh.. Fammici pensare... Nemmeno per sogno, imbranata!>> disse divertito sottolineando con il timbro della voce l'ultima parola prima di riprendere la sua passeggiatina tra gli scaffali.
<<Dio quanto mi dai sui nervi, goditi la tua passeggiatina da solo!>> sbottai per poi girare i tacchi e tornare indietro.
<<Non ti ho mai chiesto di tenermi compagnia durante la mia passeggiatina, comunque ci vediamo, imbranata>> scoppiò in una fragorosa risata. E io questo tizio me lo sarei dovuto sopportare tutti i giorni durante le lezioni alternative? Manco se mi pagassero con tutto l'oro di questo mondo.

Colpa di una piroetteWhere stories live. Discover now