~Capitolo 24

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Come ormai la maggior parte dei  anche quel pomeriggio ero stravaccata sul divano nel garage di Tyler mentre i ragazzi provavano. Ormai Phoebe aveva imparato alla perfezione più della metà delle canzoni che tutti avevamo scelto e dove ritenevamo ci volesse una voce femminile, anche solo in alcune strofe.
L'unica differenza dagli altri giorni era che quel pomeriggio, avevo aperto sulle gambe, il libro di storia perché dovevo ripassare par l'interrogazione che si sarebbe tenuta il giorno successivo.
Ripassare che parolona. Diciamo le cose come stanno: dovevo studiare per l'interrogazione. Avevo più di trenta pagine da imparare. Sapevo già come sarebbe finita, avrei saputo solo le prime quindici e la professoressa mi avrebbe chiesto le seconde quindici. A volte sembra proprio che lo facciano apposta.
Inutile dire che non lessi nemmeno una pagina quel pomeriggio. Ma cosa mi frullava per la testa quando decisi che avrei studiato mentre loro suonavano?
<<Volete una bibita ragazzi?>> chiesi mentre loro erano in pausa per cercare gli spartiti.
<<Sì, ti dispiacerebbe andarla a prendere di sopra?>> rispose Tyler.
<<No no, se ve l'ho chiesto ci sarà un motivo>> sorrisi e mi alzai dal divano rosso chiudendo il libro lasciando la matita in mezzo alle pagine per ricordarmi a che punto fossi arrivata, anche se non era molto difficile: primo paragrafo della prima pagina.
<<Grazie, sei un tesoro>> il biondo mi baciò la guancia passandomi accanto per poi tornare dai ragazzi. Risi.
Feci per entrare nella cucina quando proprio da essa uscì Allison. La guardai, sembrava quasi che non mi avesse visto, ma era impossibile, le ero quasi finita addosso.
<<Allison..>> non mi fece finire la frase che se ne andò, come se nulla fosse, come se fossi trasparente. Un fantasma. Senza soffermarmici a pensare più di tanto entrai in cucina e dopo aver preso delle bibite dal frigo tornai sotto dai ragazzi.
<<Si Bambi! Il thè alla pesca! Come facevi a sapere che lo volevo? Sei fantastica!>> esclamò Mack per poi togliermi la bottiglia dalle mani, appena varcai la soglia della porta. Gente normale non esisteva? Forse tra tutti Colin era quello che si salvava.
Posai anche la bottiglia di Coka-Cola sul tavolino accanto al mio libro di storia.
<<Allora come siamo andati?>> mi domandò Colin bevendo il thè che si stavano dividendo lui e Mark.
<<Come sempre, bravi!>> risposi, anche se non sapevo se fossero stati più bravi o meno delle volte precedenti, non avevo ascoltato. Ero impegnata a riflettere sulle mie cose.
Poco dopo tornai a casa, Phoebe invece si trattenne ancora.
Se state pensando che tornai a casa per studiare vi state sbagliando alla grande. Io il libro di storia non lo aprì quella sera. Il vero motivo per cui me ne andai era che ero stanca di stare in mezzo alle altre persone. Non fraintendetemi, non sto dicendo che odio stare in compagnia, anzi, solo che è da un po' di tempo che non avevo del tempo per me stessa.
Andai in bagno ed aprì il rubinetto della vasca. L'acqua scorreva mentre io mi svestivo lentamente. Ben presto i miei vestiti finirono sul pavimento ed io mi immersi nell'acqua calda e profumata.
Mi lasciai andare, cercai di non pensare a niente, di rilassarmi. L'unica cosa a cui dovevo pensare era il profumo dolce del bagnoschiuma alle rose.
Ma non fu così.
Un milioni di cose mi balenarono nella testa. Perché è proprio quando cerchi di non pensare a niente che la tua mente viene invasa da pensieri di tutti i tipi, anche i più strani. Non ti lascino via di scampo.
"Nessuna emozione".
Quella frase era come impressa nel mio cervello. Era tatuata. Una macchia indelebile.
Presi un bel respiro profondo e immersi la testa nell'acqua.
Sembrava di sentirla più lontana, ma eccola, mi aveva raggiunto di nuovo. Forse anche più forte di prima.
Di colpo tirai su la testa per la mancanza d'aria.
Dopo poco sulle mie dita iniziarono a comparire delle grinze, segno che ormai era ora di uscire dall'acqua. Mi cambiai velocemente, indossai il mio pigiama e mi andai a coricare. Quella sera non avevo cenato. Non mi importava più di tanto, non avevo nemmeno tanta fame.
Così chiusi la mia giornata.
Quella successiva non iniziò meglio. Insomma come può iniziare meglio con un aggeggio che ti suona nelle orecchie alle 6.00 del mattino? Impossibile.
Solita routine: alzarsi, fare colazione, cambiarsi, truccarsi, aggiustarsi i capelli, prendere lo zaino, andare a scuola.
Stavo davanti al cancello, come al solito, ad aspettare Phoebe e Tyler.
Adesso che ci penso non mi sono più aggiornata sulla loro situazione. Chissà se qualcosa era nato. Li vidi da lontano, camminavano tranquillamente, come al solito. Parlavano, come al solito. Si sorridevano, come al solito. No. Non era nato niente. Tutto era come al solito.
<<Eccoci!>> esclamò il biondo ossigenato per poi abbracciarmi, come fece anche Phoebe successivamente.
Entrammo in classe prima del suono della campanella per evitare il traffico di studenti all'entrata. Entrammo in classe e la professoressa era già dentro che si riordinava la borsa probabilmente per colpa della miriade di verifiche che erano contenute in essa.
Mi prese un colpo al cuore.
Non solo non avevo studiato storia, per di più mi ero pure scordata che l'avremmo avuta alla prima ora. Benissimo. Aggiungiamo un due alla mia collezione.
Non perse tempo e fece subito l'appello dopo il suono della campanella che annunciava l'inizio delle lezioni. Bene, interrogazioni. E su venticinque persone che popolavano quella classe, lei, ovviamente, scelse me, la sua allieva preferita, così per dire.
Feci scena muta. Non mi ricordavo nemmeno il primo paragrafo che mi ero impegnata a leggere. Fece molto in fretta. Due e a posto.
Ottimo come iniziare bene la giornata.
E dopo di me toccò ad altri tre poveri ragazzi che però, al contrario di me, avevano studiato qualcosina.
La mattina non migliorò più di tanto, era una di quella giornate no.
La mia unica salvezza fu l'intervallo ed insieme a Tyler e Phoebe uscì in giardino per prendere una boccata d'aria prima di ricominciare con le lezioni.
Ero seduta sul prato insieme ai miei amici, ma mentre loro parlavano io giocavo con i filetti di erba, non perché non mi interessasse la conversazione, ma avevo la testa altrove.
<<Bambi, mi stai ascoltando?>> la voce di Phoebe mi riportò alla realtà.
<<Eh? Sì certo che ti sto ascoltando>>
<<Allora cosa ho detto?>> mi domandò incrociando le braccia, sapeva che le stavo mentendo.
<<Okay, non ti stavo ascoltando>> sputai il rospo.
<<E' tutta la mattina che sei strana, che succede?>>
<<Niente Phoebe, tranquilla>> sforzai un sorriso. Uno dei più falsi.
<<Come vuoi tu, ma dai, un po' di vitalità>> esclamò Tyler mettendo un braccio intorno alle mie spalle. Feci no con la testa.
<<Ah, la metti così, sei proprio una birichina, l'hai voluto tu sappilo>> in un batter d'occhio ero coricata sulle sue gambe a ridere come una pazza. Ridevo e ridevo. Odiavo che le persone mi facessero il solletico, ma dovevo ammettere che ridere mi ha fatto stare meglio, infatti la mattina passò più veloce e più serena rispetto a prima. Mi lasciai andare un po'.
Era lunedì.
Quel giorno tornai a casa con l'intenzione di dimostrare la ballerina che ero ad Allison il giorno seguente. Ci sarei riuscita. Ne ero certa.

GENTEHH!!
Capitolo 24.
Mi scuso se magari può sembrare noioso ma è un capitolo di passaggio che mi servirà per la storia.
Che ne pensate? Avete delle critiche da fare? C'è da migliorare qualcosa? Fatemelo sapere nei commenti per favore, ci tengo molto.
LASCIATE TANTE STELLINE E COMMENTI.
Ci vediamo al prossimo capitolo.

Baci,Anna💓

Colpa di una piroetteWhere stories live. Discover now