Non riesco a parlare, sono come pietrificata sotto il suo tocco. Il mio cuore, inutile dirlo, sta per fuoriuscire dal mio petto e sono più che sicura che le mie guance non abbiano un colore roseo naturale ma bensì un colore rosso peperone acceso come una lampada a led.

-Mi piaci quando diventi rossa- mi sussurra poi e io smetto di respirare. La sua mano si poggia sul mio fianco sinistro e lo stringe leggermente provocando in me brividi mai avuti in vita mia. Con l'altra mano sostiene il peso della sua testa in maniera molto, forse troppo, vicina alla mia.

-Strano, non parli?- stringe ancora un po' il mio fianco, altri brividi.

Vorrei potergli rispondere, mandarlo a fanculo, insultarlo oppure solamente potergli dare una risposta secca e spiccata ma non riesco a muovere nessun muscolo, è come se il mio corpo non mi ascoltasse più e non eseguisse più neanche i miei comandi. Brividi, solo brividi. La sua mano si muove dal mio fianco e accarezza il mio braccio fino ad arrivare alla mia guancia. Inizia a formare dei cerchi con il pollice sopra la mia pelle rossa e si avvicina a me. Un bacio, mi da un lungo e interminabile bacio sul collo che mi riempie di brividi dalla punta dei capelli ai piedi e mi fa emettere un sospiro velocissimo che, lo sento, lo fa ridere sulla mia pelle, talmente vicino a me. Chiudo gli occhi e inspiro il suo odore forte. Sento il suo respiro su di me. Ancora.

-Rilassati, è così strano non sentire la tua vocina fastidiosa- sussurra ancora ridendo lievemente. I suoi occhi sono fissi sui miei e sento che sto per svenire.

-S-sono r-rilassa-atissi-ima- riesco a balbettare ma me ne pento subito, non appena sento la sua risata dolce e quasi impercettibile.

Mi rilasso, o per lo meno, cerco di rilassarmi e mi cullo con il suo respiro sul mio collo. Le sue gambe si intrecciano alle mie e il mio respiro si mozza un'altra volta. Sto per esplodere ma mi sento così protetta...non mi ero mai sentita così.

-F-forse d-dovremmo iniziare a g-guardare il f-film- dico balbettando, ancora. Lui in tutta risposta mi stringe e la mia testa si poggia al suo petto, riesco a sentire il suo cuore, ha un ritmo leggermente accelerato e la cosa mi rende più tranquilla, ma allo stesso tempo il disagio del momento non passa.

-Non ti piace qui?- soffia al mio orecchio e poi mi da un altro bacio sul collo. Leggero. Umido.

-N-Non- inizio a dire -c'è l-la Tv- che cretina che sono.

"Non c'è la Tv" ? Ma cosa dici!? Sei irrecuperabile. Hai la benchè minima idea di quante ragazze vorrebbero trovarsi al tuo posto? Fra le braccia di questo pezzo di figo..

Lo sento ridere sulla mia pelle per poi alzare di nuovo lo sguardo su di me. I suoi occhi scuri mi incantano e mi paralizzo.

-Ti faccio un certo effetto allora- ride ancora lievemente e molto dolce.

-N-non mi fai nessun e-effetto- dico cercando di sembrare il più convinta possibile.

-certo- ride. Mi sposto a destra per poter uscire dalle sue braccia e lui mi stringe ancora a se per poi lasciarmi pochi secondi dopo. Mi siedo al bordo del letto e respiro profondamente, il mio cuore sta per esplodere e uno stupido sorriso mi cresce sulle lebbra ma cerco di non darlo a vedere.

Dylan.

Mi sono sentito benissimo. Averla fra le mie braccia, talmente vicina a me....mi ha riempito e mi ha fatto dimenticare, per un momento, mia sorella Bea e tutta la situazione che la circonda e che mi fa tanto soffrire da nove mesi che sembrano non voler finir mai. Il suo odore, il suo profumo, la sua pelle calda a contatto con le mie labbra hanno scatenato in me profondi brividi e ,se devo dire la verità, ho faticato molto a mantenere il controllo. Il mio cuore era leggermente accelerato e alle sue affermazioni da balbuziente non riuscivo a non ridere, o perlomeno, sorridere come uno scemo. La sua voce, talmente fastidiosa a volte, in quel momento era l'unica cosa che volevo sentire.
Siamo scesi in salotto dopo aver risposto al telefono e parlato con Dorota che mi ha detto che avremmo avuto la casa libera fino a pomeriggio inoltrato perché mia sorella Clarissa avrebbe mangiato a casa di una sua amichetta .Victoria è seduta sul divano e da oltre mezz'ora si fissa le mani come se stesse ricordando qualcosa per poi arrossire quando con i suoi occhi cerca i miei. Forse l'ho scossa un po', ma mi sono divertito e, come ho detto prima, mi sono sentito benissimo, era come se la potessi proteggere e oltre alla sua agitazione, ho visto in lei una lieve e chiarissima sfumatura di tranquillità. Lo so, può sembrare contraddittorio, ma a me personalmente, è sembrato così. Lo rifarei milioni di volte e in tutte le milioni di volte la stringerei sempre più forte per farle capire che ci sono.

Solo Tu #watts2020Donde viven las historias. Descúbrelo ahora