SINGING WITH THE DEVIL

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JOKER (POV)
 
Allungai la mano verso Jonny Jonny, le dita che mi prudevano leggermente e un vago senso di noia. Lui mi passò il telefono senza dire niente e si appoggiò al muro. Una casetta niente male davvero! Peccato che appartenesse all’uomo sbagliato. Un vero peccato, si.
-Ehm…Signor J? Sono Griggs…- Balbettò il bastardello.
-Mmmm…saltiamo i convenevoli. Vai al sodo bellezza- “Morto, morto morto morto morto”
Lo sentii deglutire, e un sorriso divertito mi incurvò le labbra. Quel tizio era uno spasso…si credeva il padrone del mondo tra le quattro mura della sua pidocchiosa prigione, e poi? C’era un prezzo da pagare per ciò che aveva fatto a ciò che era MIO. MIO. MIO.
-Sono appena partiti. Li abbiamo messi su un aereo diretto a Midway City. Pare che li sia in corso un attacco terroristico, o qualcosa del genere…-
-Chi!? Chi c’è con lei?- Feci cenno a Jonny di avvicinarsi e passarmi il detonatore che aveva in tasca.
-Altri tre. Floyd Lawton, Chato Santana e Waylon Jones-
Mi lasciai scivolare quei nomi addosso. Non avevano la benché minima rilevanza. Per quel momento almeno…
La donna legata e inginocchiata davanti a me emise un lamento. Mi chinai su di lei e la presi per i capelli, staccandomi il telefono dall’orecchio –Shhhh…i marmocchi sono molto più silenziosi di te…- Sussurrai, gettando uno sguardo ai due bambini rannicchiati vicino a lei. Un uomo dietro ciascuno di loro, che gli puntava la pistola alla testa.
-Ah, e…hanno impiantato delle nano bombe nel collo di ognuno di loro, per costringerli a collaborare-
-Mmmm- Non ero affatto sorpreso, anzi, mi pareva il minimo. La mia Harley poteva essere piuttosto disobbediente…peccato che non ci avessi pensato io! Ridacchiai e giocherellai con il detonatore. Jonny guardò la mia mano con un’espressione preoccupata.
“Rilassati, Jonny Jonny boy...”. Un istante dopo, il rumore di un’auto e lo stridio degli pneumatici sul vialetto.
Griggs. Chiuse lo sportello con una certa sollecitudine e sentii il rumore dei suoi passi avvicinarsi.
“Papino è a casa, divertiamoci”.
-Le ha prodotte la Van Criss Laboratories…è una divisione della Wayne…-
-Corporation? Cazzo!- E mi battei una mano sulla testa, godendomi la sua espressione terrorizzata non appena si rese conto di ciò che stava succedendo. “E’ il momento di pagare…”.
-Ti prego…ho fatto tutto quello che mi avevi chiesto…- Mormorò, lasciando cadere il telefono a terra. Si avvicinò lentamente e Jonny lo bloccò.
“CHE COSA?!”
-Preghi? Per cosa?- Gli chiesi sogghignando, facendo un cenno a Jonny perché lo lasciasse avvicinarsi a me ”GRIGGS GRIGGS GRIGGS…”
Lui guardò sua moglie e i figlioletti per un istante, e quella gallina ne approfittò per lamentarsi ancora, nonostante l’avessi fatta imbavagliare a dovere –MMMMMM!-
Che noia!
-Spiacente cara, tuo marito sembra non afferrare il concetto! Avete evidenti problemi di comunicazione! - Risi, piegandomi leggermente in avanti.
-Lasciali andare, ti prego. E’ colpa mia, Joker. E’ colpa mia. Loro non c’entrano! - Piagnucolò Griggs, cadendo in ginocchio davanti a me. Non avevo mai visto nulla di più patetico…
Lo fissai inespressivo per un attimo, poi mi inginocchiai anch’io e gli presi il viso tra le mani.
-Bambini…- Mormorai, girando di scatto la testa di quel verme verso i figli –Il vostro paparino non si è comportato tanto bene…ha giocato con il mio giocattolo preferito…e si è divertito un sacco! Mi dà un po' fastidio, sapete? Non sono incline alla condivisione…-
-Joker, ti prego…- Boccheggiò, quando gli permisi di guardarmi di nuovo. Sua moglie che intanto non riusciva proprio a smettere di lagnarsi.
-No…non pregare...non strisciare davanti alla tua famiglia…un uomo che si rispetti deve sapersi assumere le proprie responsabilità…mmm?-
Aspettai che annuisse, con gli occhi che grondavano lacrime e il respiro accelerato, prima di avvicinarmi a lui e baciarlo sulle labbra. Lui si irrigidì all’istante e iniziò a tremare fastidiosamente. Spostai gli occhi su Jonny e lo vidi osservare la scena inespressivo. Tipico. Composto. FALSO.
Mi staccai da Griggs e gli sorrisi, tirandomi indietro i capelli –Usciamo di qui. Vuoi, Griggs?-
-Cosa?! NO! Io non…- Feci un cenno a Jonny, che dopo un istante lo afferrò per le spalle e lo trascinò fuori tra fastidiose urla e suppliche varie. Era una fortuna che abitasse in una zona abbastanza fuori New Orleans…altrimenti i vicini si sarebbero lamentati e non avevo in programma una strage, almeno quel giorno.
Feci “Ciao” con la mano a moglie e figli, mentre loro venivano legati alle gambe del tavolo del salotto.
-Lo sai Griggs?- Feci, uscendo. Mi misi al posto di Jonny Jonny dietro di lui. Quel rammollito non la smetteva di implorare pietà. “PIETA’…”.
–Tutto questo mi fa venire in mente una canzone! La vuoi sentire? Mmmm?-
Lui non rispose ma continuò a frignare, così gli presi la testa e gliela feci dondolare avanti e indietro. “SI?”
-There is a house in New Orleans…they call the Rising Sun…and it’s been the ruin of many a poor boy…CONTINUA-
Griggs singhiozzò più volte e parve afflosciarsi tra le mie braccia. Non rispose. –CON – TI – NUA- Ringhiai, vicino al suo orecchio.
-…My m-mother was a tailor…- Singhiozzò -…my father was a ga-gambling man…down in New O-Orleans…Basta, basta ti prego. Uccidi me, non loro!-
Che noia mortale, non si poteva neanche cantare una canzone in santa pace…-Shhhh…continua. Oh mother tell your children not to do what I have done…- Tirai fuori il detonatore dalla tasca e attesi che finisse, ci aspettavano i fuochi d’artificio!
-…spend your lives in s-sin and misery…- “Ci siamo quasi…quasi quasi quasi…” -…in the house of Rising Sun-
-Goditi lo spettacolo!- E detto questo, premetti il pulsante e la casa saltò in aria. BUM! Esplosi in una risata convulsa. Più forte dell’urlo di Griggs. Più forte del boato, dei fuochi d’artificio! Una magnifica confusione.
Un attimo dopo lui si voltò verso di me e mi si lanciò addosso. Niente che non avessi previsto. Con un movimento fulmineo estrassi il rasoio dalla tasca e gli aprii la gola in due. Il suo sguardo si fece vitreo e cadde a terra con un tonfo sordo. Il gorgoglio del sangue che stava velocemente formando un lago intorno a lui.
-Questo è quello che succede, Griggs, a quelli che si divertono con ciò che è mio…a chi tocca la mia roba…- Cantilenai, abbassandomi su di lui. Aspettai che il suo sguardo divenisse vuoto, sorridendogli, e poi mi alzai. L’entusiasmo era già svanito.
-Jonny?-
Lui si schiarì la gola –Capo-. “Ti sei pisciato addosso per caso, Jonny Jonny Frost?”
-Andiamo al laboratorio di questo Van Criss…anzi, scopri dove abita. Inizio a prenderci gusto…-
 

HARLEY QUINN (POV)
 
-Mmmmmm!Mi stiracchiai, finalmente libera dopo ore di viaggio in aereo bloccata su quella maledetta sedia a rotelle –Ciao ragazzi! Harley Quinn- Tesi la mano al branco di musoni radunati davanti a me e ai miei nuovi amichetti –Come va?-
Caaaavolo! Quella Midway City doveva proprio essere nei guai visto che stavano evacuando l’intera città! Non avevo ancora capito però, che diavolo ci facessimo li noi quattro. Ci avevano portato in fretta e furia all’aeroporto di una città in piena evacuazione...in realtà una mezza idea stava prendendo forma nella mia mente, ma la scartai.
Non mi piaceva essere ignorata in quel modo! –Eh? Che cosa c’è?- Feci, guadagnandomi un paio di occhiate storte da parte dei tizi li intorno. Meglio di niente!  –Devo ammazzarvi tutti e scappare?-. Risi, mi divertivano un sacco le loro facce esterrefatte quando parlavo da sola. Ma era terapeutico!
-Scusate…le voci!- Mi battei un dito sulla tempia destra, guardando uno per uno quei noiosi omoni, la maggior parte dei quali avevano gli occhiali scuri. Mr. J non portava mai gli occhiali, riflettei. Chissà come gli sarebbero stati!
-Sto scherzando dai…Non mi stavano dicendo questo…- In realtà l’unica voce che sentivo nel mio cervello mi stava urlando a squarciagola che il mio Puddin presto sarebbe comparso in un modo o nell’altro e mi avrebbe portato via di li.

 
Mossi lo sguardo in direzione degli ultimi due arrivati.
Un certo Capitan Boomerang, come l’aveva chiamato il soldato che avevo appreso si chiamasse Flag. Lo avevano tirato giù da un elicottero, rinchiuso dentro una specie di sacco, e quando lo avevano lasciato uscire aveva tirato pugni a destra e a manca. Aveva folti capelli castano chiaro e una barba disastrosa dello stesso colore. Chissà come sarebbe stato Mr. J con la barba…ma gli sarebbe cresciuta verde? Che domande intelligenti riuscivo a farmi a volte!
L’altro tipo invece si chiamava Slipknot, e ci era stato presentato come l’uomo che sapeva arrampicarsi ovunque. Beh, anche io ne sarei stata capace con un rampino in mano, comunque!
-Ascoltate!- Fece Flag, interrompendo il flusso dei miei pensieri, le mani sui fianchi e il tono di voce di chi è abituato a impartire ordini. Beh, non a me. –Nel collo vi è stata iniettata una nano capsula esplosiva-
Sbarrai gli occhi “Oh cazzo…”
-Grande come un chicco di riso ma potente come una granata…-
Ecco che diavolo era quella cosa schifosissima! Fantastico…per la milionesima volta negli ultimi sei mesi, potevo tranquillamente dire di essere fottuta.
-Chi mi disobbedisce, muore- “Perfetto”
-Chi tenta di scappare, muore- “….”
-Innervositemi in qualche modo o irritatemi…e indovinate?- “Moriremo?” -…Morirete-
-Io so essere molto irritante…ti volevo solo avvertire- Dissi alzando la mano, mi sembrava giusto mettere le cose in chiaro! Non volevo che quel soldatino antipatico mi facesse saltare la testa…
-Donna chiudi la bocca!- “Donna? Ho un nome io! E’ HARLEY QUINN!” Pensai, mettendo il broncio e abbassando il braccio. Mi sentivo un po' sconsolata.
-L’accordo è questo- Continuò Flag –State per essere portati in un postaccio, a fare qualcosa che potrebbe uccidervi…ma fino a quel momento…siete un problema mio-

“ACCORDO?! Quello non era un accordo, era un maledetto ricatto!”           

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