THE PARTY IS OVER

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Il mio Puddin guardò Jonny Frost come se avesse appena vinto alla lotteria. Mi mossi sul divanetto di pelle, leggermente infastidita. All’improvviso la musica non mi piaceva più, volevo che la spegnessero.
-DOVE?- Mr. J si passò le mani tra i capelli, iniziando a camminare avanti e indietro nel privè dove pochi minuti prima aveva fatto fuori quel tizio, di cui non conoscevo nemmeno il nome. Il pavimento appiccicoso e imbrattato di sangue. Le impronte delle scarpe del mio tesoro.
-A pochi isolati da qui. Verso la Wayne Tower. I nostri uomini lo stanno avvistando continuamente in quella zona- Spiegò Frost, inespressivo.
Saltellai verso Mr. J e lo abbracciai -Puddin? Di chi state parlando?- Finsi di essere scema, ma in realtà sapevo perfettamente a chi si riferissero. Non lo avevo ancora mai incontrato di persona ma già lo odiavo. Detestavo che qualcuno distogliesse la sua attenzione da me…io non avevo occhi che per lui, perché non avrebbe dovuto fare lo stesso? Perché quando c’era quello di mezzo Mr. J andava così su di giri?
-Lui è qui…- Sibilò sognante il mio amore, gli occhi che gli brillavano dall’emozione -…mi controlla da tutta la sera…sta aspettando che io esca. Se ne sta attaccato a testa in giù da qualche parte e aspetta…aspetta…- Mi tolse le braccia da intorno alla sua vita e mi accarezzò il viso, rivolgendomi quel particolare sguardo che mi obbligava a obbedirgli, ad assecondarlo -…e noi non vogliamo farlo aspettare ancora, non è vero Harley?-
-No, Puddin…- Mormorai, giocando con le punte azzurre dei miei capelli.
-Non chiamarmi Puddin!- Urlò lui stritolandomi un braccio, per poi voltarsi verso Frost –Tu va a casa…ci penso io-.

 
-Chi era il tipo di prima, Mr. J?- Camminavo appena dietro di lui, gli occhi di tutti i presenti nel locale piantati addosso. Che accidenti avevano da guardare? Sapevano perfettamente che quel club apparteneva al mio Puddin…la gente era strana. Venivano li apposta per vederlo, e quando lui passava loro davanti lo fissavano con gli occhi sbarrati e poi se la davano a gambe!
-Un’esca…secondo le mie previsioni a questo punto dovrebbe essere parecchio affollato…- Aprì la porta e uscì -…qui fuori!-
Con un gesto plateale mi indicò i cinque energumeni, in piedi davanti a noi, che ci stavano aspettando. Dietro di loro, il cadavere del tizio di poco prima.
-Ciao ragazzi!- Sorrisi a uno per uno –Harley Quinn. Voi chi diavolo siete?-
Nessuno rispose, ma si scambiarono un’occhiata sorpresa quando videro che ero insieme a Mr. J. Quando invece guardarono lui, la loro determinazione sembrò scemare sempre di più, ogni secondo che passava, nonostante il mio tesoro fosse la metà di ognuno di loro. Ma lui era il Re di Gotham…loro invece? Spazzatura.
-Ero sicuro che il vecchio Monster T non sarebbe venuto da solo. Al momento però, come avrete notato, soffre di un leggero attacco di morte. Che posso fare per voi…signori? - Fece una lunga pausa prima di dire “Signori”.
-Joker. Non vogliamo guai- Ruggì il più grosso di tutti.
-Che buffo- Mi intromisi –E’ la stessa cosa che ha detto anche lui- E indicai il cadavere –Un minuto prima di morire! - E mi misi a saltellare, euforica. Mr. J mi rivolse un’occhiata ammonitrice, così mi calmai iniziai a giocare con la gomma che avevo in bocca.
-Neanche io voglio guai amico…ma come vedi non sono io ad essere in compagnia di quattro armadi a muro… così mi fai mettere in dubbio le tue buone intenzioni…- Mr. J si avvicinò ai cinque, scrutandoli uno per uno.
-Vogliamo solo sapere perché. Non agitarti- Fece un altro, biondo, con una montagna di dreads sulla testa.
-PERCHE’?!- Mr. J esplose in una risata convulsa. I cinque indietreggiarono -Non me lo ricordo. Che importa? Voi cinque mi sarete comunque molto utili stanotte…-
-Lavoriamo per te. Volevamo solo essere sicuri che tu non ce l’avessi con tutta la banda. Non ci interessa se hai fatto fuori Monster T. Era uno stronzo…- Provò a scherzare il biondo, infilandosi le mani in tasca. Gli altri assentirono, mentre una timida risata generale si levava nell’aria.
-Oh, no…potete stare tranquilli ragazzi…state facendo davvero, davvero un ottimo lavoro…- Sibilò Mr. J, schioccando le dita.
-Allora siamo a posto, Joker?-
-A posto! E’ un piacere fare affari con voi!-
Un istante dopo, i colpi a raffica di una mitragliatrice. I cinque caddero a terra uno per uno, trivellati dai proiettili. Spalancai gli occhi e mi guardai intorno per qualche istante, in cerca dell’origine di quegli spari. Mr. J era rimasto immobile nel punto dove si trovava, una mano sugli occhi mentre si scompisciava dal ridere.
Il Panda che avevo visto la notte dell’evasione del mio Puddin da Arkham uscì dal buio di un vicolo, la mitragliatrice in mano. Quando ci passò vicino alzò un braccio (o una zampa?) in segno di saluto e poi scomparve dentro il club.
-Il mio “uomo” migliore!- Rise ancora Mr. J, tirandomi verso di lui.
-Bel numero, Puddin! Ma non si toglie mai quel costume?- Mi strinsi a lui, senza sapere bene dove stessimo andando.
-Gli ho detto che se si azzarda gli faccio saltare quel testone. Una volta ti racconterò la sua storia…ma non adesso. Sali in macchina. Abbiamo un appuntamento con un pipistrello…-
Mi affrettai a eseguire gli ordini e mi accomodai sul sedile del passeggero, sistemandomi il vestito dorato a fantasia a rombi neri. Un istante e anche Mr. J mi raggiunse.
-Quindi hai fatto ammazzare quei gorilloni per attirarlo qui?- Gli domandai mentre lui metteva in moto e partiva a tutta velocità, incollandomi allo schienale del sedile. Più veloce andava, più mi sentivo euforica.
-Non sottovalutarlo…è come se offendessi me, zuccherino- Guardò brevemente fuori dal finestrino e poi rivolse a me la sua attenzione –Sapeva già dove eravamo…ma qualche morto sulla coscienza gli fa sempre drizzare le orecchie…Smettila con le domande adesso. O il prossimo cadavere sarà il tuo- Rise sguaiatamente e dopo un istante mi unii alla risata.
-Avanti Puddin, fallo!- Ero quasi certa che scherzasse. Scherzava, no?
Continuammo a sghignazzare finchè una luce accecante rifletté sul nostro specchietto retrovisore e Mr. J tornò immediatamente serio. Dopo aver verificato, assunse un’aria fintamente sorpresa, inclinando la testa di lato mentre guardava la Batmobile di quel BatFesso seguirci e avvicinarsi velocemente.
-Ooooh! Abbiamo compagnia- Mi sorrise. Un sorriso folle, estasiato.
-Batsy Batsy Batsy…- Sotto sotto non ero affatto contenta che il mio Puddin andasse così su di giri quando si trattava di Batman. Ma visto che mi aveva portata con se…immaginavo che volesse che fossi con lui quando si fossero scontrati; il che non era affatto una cosa nuova. Era stato Batman a sbattere il mio povero Mr. J ad Arkham tutte e tre le volte…ma da una parte dovevo ringraziarlo…senza di lui non ci saremmo mai conosciuti. L’espressione sognante, fui brutalmente riportata alla realtà da Mr. J che sterzava bruscamente e un attimo dopo da un colpo secco sopra di noi. Volava davvero allora? Che bravo pipistrello…Lo odiavo. Non era quella la serata giusta! Volevo stare da sola con il mio Puddin!
Estrassi la pistola di Mr. J dalla fondina e sparai tre o quattro colpi in aria –Stupido volatile! Ci stai rovinando la serata!!!- Urlai, le risate del mio tesoro come colonna sonora.
Stavo per mettermi a ridere anch’io, ma la risata mi morì in gola quando mi accorsi che Mr. J stava puntando dritto verso la fine di quella strada, sotto la quale non c’era altro che il fiume. Perché non sterzava?
-Puddin?!- Lo chiamai, allarmata.
-Sai nuotare vero?- Chiese lui, rivolgendomi una fugace occhiata.
-NO!- Urlai. “Ora sterza, ora sterza, ora sterza!”
-Beh, peccato!-
La sua risata fu l’ultima cosa che sentii prima di essere sbalzata in avanti e sbattere la testa contro il vetro. Il dolore lancinante. Poi il nulla.

 
Spalancai gli occhi e provai a prendere aria, ma tutto quello che mi finì in gola e nel naso fu una gran quantità d’acqua. Improvvisamente realizzai che una figura scura davanti a me mi stava tenendo per i capelli per vedermi il viso. Riconobbi Batman e afferrai un pezzo di vetro sul cofano della macchina, sul quale ero riversa. Avevo sfondato il parabrezza con la testa!? Fuori di me, provai a gettarmi addosso a lui brandendo quel pugnale inventato al momento, ma quel cafone mi colpì e di nuovo tutto si tinse di nero.
 

Dov’era il mio Mr. J? Non era rimasto in macchina anche lui, ne ero sicura! Dov’era andato? Stava bene? Perché non tornava a prendermi? Riuscivo solo a vedere il suo viso nell’oscurità, la sua risata rimbombarmi in testa, prima di sentirmi sbattere su qualcosa di veramente poco morbido. Una mano ruvida che mi tastava la giugulare.
Un istante dopo, le labbra di qualcuno che si posavano sulle mie e mi spingevano aria nei polmoni. No, non era il mio Puddin, realizzai. Quella bocca era troppo…gentile.
Aprii gli occhi. Ooooh, che tenero. Batman voleva salvarmi la vita…si meritava un bacetto. Schiusi le labbra e lo sentii irrigidirsi per poi staccarsi immediatamente da me. Mi tenne una mano premuta sul collo e mi guardò come se fossi la cosa più strana del mondo. Io ricambiai il suo sguardo con un sorriso. Per un attimo vidi Mr. J al posto suo…forse avevo capito perché il mio Puddin era così pazzo di lui. Che bisogno c’era di salvarmi la vita? Io non lo avrei fatto al posto suo.
-Lui dov’è?- Chiese, la voce bassa e distorta da chissà quale Bat-marchingegno.
-Non. Lo. So.- Sibilai, soddisfatta. Nonostante mi sentissi morire dentro, ero contenta che Mr. J gli fosse sfuggito. Ovunque quel mostro mi avesse portata…il mio tesoro sarebbe stato con me…
Batman scosse la testa e mi iniettò qualcosa nel braccio destro. Non feci in tempo nemmeno a protestare che l’immagine di lui davanti a me si fece pian piano sempre più distorta e sbiadita, finchè le mie palpebre non pesarono veramente troppo e si chiusero senza che potessi fare nulla per impedirlo.

LIVE FOR HIMWhere stories live. Discover now