Capitolo 29: Riddle Manor

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Hermione era ancora stesa sul divanetto marrone dell'ufficio, sommersa dalle scartoffie temette di annegare nello sconforto, nel senso di colpa, finché Albert non irruppe nella stanza, col ciuffo di capelli biondi sudaticci incollato alla fronte. Agitava una carpetta sgualcita e chiazzata di caffè tra le mani rosse ed Hermione dovette strappargliela dalle mani per comprendere la scoperta del giovane, perso in ansiti e farfugli incomprensibili.


Boccheggiò non appena realizzò l'importanza del prezioso documento che teneva fra le mani. La voce che comunicò ad Harry dell'incredibile svolta non suonò sua, era acuta e intrisa di un'ansia che non le era mai appartenuta, eppure usciva dalla sua bocca. Forse non aveva ancora compreso la profondità del suo choc per gli eventi avvenuti. Si sedette nuovamente sulla scrivania, ignorando il fruscio del lungo cappotto nero di Harry, che si risistemò gli occhiali tondi sul naso prima di affiancarla e chinarsi sui documenti di vecchia pergamena quasi muffita.


Era un documento d'acquisto per un maniero nella campagna inglese, non distante dalle proprietà dei Lestrange, tra le dimensioni, gli ettari di terra compresi nell'acquisto e un'insieme confuso di futili informazioni, spiccavano in calce le firme del proprietario e dell'acquirente: Abraxas Malfoy e Merope Gaunt. Il giovane Tom Riddle, conscio della fama che avrebbe avvolto il suo nome, elevandolo al pari di maghi Oscuri come Gellert Grindelwald, aveva provveduto ad acquistare diverse proprietà appartenenti a Purosangue suoi fedeli, con nomi tratti dal suo albero genealogico, che si estendeva dai Gaunt ai Peverell.


Negli anni, Harry aveva avuto il piacere di sequestrare già due maestose ville collegate ai nomi di Orvoloson Gaunt e Orfin Gaunt, che il Ministero della Magia aveva rilevato come proprietà ministeriale e trasformato in sedi d'ufficio.


Ora, a distanza di anni, eccone spuntare un'altra. Una villa fantasma, mai rilevata, mai trovata e ben nascosta tra i boschi.


Harry non perse tempo; afferrò Albert per il bavero della divisa e lo spinse bruscamente fuori dall'ufficio, precipitandosi a suonare la campana d'allarme. Come da protocollo, al secondo, profondo e basso, scampanellio della campana d'ottone magica, i Capitani del Corpo Auror si presentarono nell'ufficio in un turbine di vesti svolazzanti. Harry non fiatò, afferrò una cartina logora e sbiadita e puntò una delle bandierine nella ciotola marrone sulla scrivania della sala del consiglio nel punto in cui era collocato il maniero di Tom Riddle.


Una pioggia di sonori scoppiettii si diffuse in tutto il Dipartimento e Harry, stretta la piccola e calda mano di Hermione, lasciò che fosse lei a piroettarsi rapidamente, tuffandosi nel vortice della Smaterializzazione. L'adrenalina che gli scorreva come lava nelle vene cancellò la sensazione di nausea ed Harry non percepì nemmeno l'usuale stretta allo stomaco.


Immediatamente le mura di pietra grigia, l'ampio tavolo di legno e le nere poltrone di pelle mutarono in erba alta, alberi nodosi e chiome verdeggianti. Harry alzò lo sguardo e lo vide, al di là degli alberi. Riddle Manor era già stato scoperto dagli Auror e la battaglia era stata intensa. La parte destra del castello era null'altro che un cumulo di macerie, a sinistra invece si sviluppava il corpo principale, dove l'ingresso era rimasto intatto o era stato ricostruito, e due torri, una delle quali aveva tutte le finestre aperte.


Harry aguzzò la vista da Cercatore, calcandosi gli occhiali sul naso, e vide due Elfi domestici intenti a muovere le mani mentre logore pezze giallastre si strofinavano vigorosamente sui vetri. Hermione si avvicinò al marito, osservando le cupe mura di pietra grigia, scalfite dall'assedio della Seconda Guerra Magica e, accostatasi al suo orecchio, sussurrò -Guarda...sotto la torre.-

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