Capitolo 27: Milady

80 9 0
                                    

Laceranti e strazianti grida si levarono fino agli alti soffitti di legno finemente intarsiato. Note di dolore s'incastravano tra gli spazi, i tasselli, le linee, i cerchi intagliati nel pioppo scuro. Gerald incassò la testa tra le spalle, sottraendosi alla cupa lama che, beffarda, riluceva sul suo capo.
Si guardò attorno, il dolore aveva intaccato la sua lucidità, aveva reso il suo sguardo fosco e non riuscì a distinguere nulla, in quella stanza vedeva solo una nebbia marrone, screziata di verde, blu e rosso che circondava il corpo di Claire.


Non sapeva se il suo corpo fosse l'unica cosa che riusciva a distinguere oppure se fosse frutto della sua immaginazione, della capacità di chiudere gli occhi e vederla subito, davanti a lui, tangibile e vera come fosse ossa e carne anziché ombra e fantasia, ma lei era lì. L'osservava come sempre, come ogni giorno ad Hogwarts e poi all'Accademia e ancora in ufficio, con quel brillio malizioso, divertito ma con quella posa, nella rigidità della mascella, che le donava un'aura quasi protettiva.
Era lei.

Era Claire, la sua Claire.

Eppure non aveva nulla a che fare con la sua Claire. Perché Gerald ne era certo, la sua Claire non avrebbe mai potuto ferire nessuno, tantomeno uccidere.  Eppure era straordinariamente simile, un inganno perfetto.

Inganno... inganno... inganno...

La donna, seduta su uno scranno di legno scuro e velluto scarlatto inclinò il capo, con la stessa espressione di dolcezza e curiosità che Claire gli regalava quando era in arrivo una sorpresa: il regalo di compleanno, quello dell'anniversario, il peluche tradizionale del San Valentino, a forma di coniglietto perché quando era piccola Claire era stata morsa da un coniglietto e lui l'aveva ferita, le aveva fatto sanguinare il braccio e lei si era spaventata e aveva avuto paura, tanta, dei conigli bianchi, innocenti batuffoli, e Gerald aveva riso, aveva riso con educazione, al suo racconto e le aveva promesso che avrebbe fatto si che superasse quella paura...che i conigli di peluche non l'avrebbero mai morsa e fatta sanguinare ma ora era lui a farlo...lui sanguinava perché sapeva che era tutta una menzogna...era tutto falso.
Nessuno aveva morso Claire, nessuno l'aveva fatta sanguinare. Era lei che mordeva ed era il suo sangue che zampillava.
Chiuse gli occhi, se avesse immaginato di essere in uno dei suoi libri d'avventura... ma le fanciulle che accompagnavano l'eroe, donne virtuose e principesse eleganti, non avrebbero mai tradito il loro innamorato.

Eppure Milady preferì la perversione ad Athos, l'inganno a Dartagnan, la vendetta a qualsiasi uomo...

Forse Claire era esattamente come lei, una donna velenifera, un serpente perverso? Da quanto si conoscevano? Quattordici anni? E non aveva mai notato, in quel tempo, un segno della rabbia che covava dentro?  Del desiderio di vendetta che ardeva nel suo cuore?
Scosse la testa violentemente.  Era un incubo, si sarebbe svegliato.
Claire era accanto a lui, nel loro letto caldo, sarebbe rimasta sconvolta, ferita, all'idea che la sua immaginazione le avesse costruito un sogno tanto crudele.
La donna continuava a osservarlo con curiosità, affascinata dallo sconvolgimento e dal terrore che distorcevano il volto dell'Auror. Si mosse rapida e sinuosa sullo scranno e si chinò in avanti, quasi stregata dalle emozioni del giovane, gli sfiorò il viso e strinse il mento, piegandosi e catturando le sue labbra in un bacio famelico.

Morse e tirò le labbra aperte del mago, insinuò la lingua nella sua bocca e carezzò appena la sua, prima di ritirarsi e sedersi nuovamente sul trono di legno e velluto. Gerald non aveva risposto al bacio, non aveva neanche tentato di sottrarvisi, si sentiva incapace di muoversi, di reagire, di pensare.
Claire sorrise e Gerald, affranto, riconobbe il suo sorriso. -Mi deludi, tesoro...- sibilò - non hai ancora chiesto...-

Come poteva dargli i brividi quella stessa voce che fino a quella mattina gli faceva traboccare il cuore di gioia. Lo faceva anche adesso; sotto il terrore Gerald sapeva il suo cuore tremava, che batteva per lei, perché era lei.

La Supremazia della ConoscenzaWhere stories live. Discover now