Capitolo 17: Fiducia e inganno. Tutti pugnalano l'eroe

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-Come hai fatto a lasciare solo due guardie a controllare il deposito prove con un pluriomicida a piede libero? Eridanus...vorrei proprio capire a cosa stavi pensando.-
-Capitano Potter, mi rifiuto di accettare che lei lasci ricadere su di me ciò che chiaramente non è mia responsabilità. Io ho delegato due ottimi cadetti...-

Harry spalancò la bocca e Gerald, seduto a due scrivanie di distanza, seppe improvvisamente cosa accadeva quando si rompeva una diga: un disastro di proporzioni galattiche.
-HAI LASCIATO DUE CADETTI...DUE BAMBINI... CAZZO, NEANCHE DUE VERI AUROR, A GUARDIA DEL FOTTUTO DEPOSITO CON UN FOTTUTO SERIAL KILLER A PIEDE LIBERO?-
La voce di Harry, minacciosa, risuonava tra le mura del Dipartimento, affilata come una spada, feriva le orecchie dei cadetti, intimoriva i Capitani. Black, dinnanzi alle accuse di negligenza che il Capitano, indignato, muoveva, si limitò a scuotere la testa e a ritirarsi nel suo ufficio, con la promessa di svolgere della accurate indagini. Le guance di Eridanus erano quasi violacee dalla vergogna mentre il Capitano Potter segnava l'ennesima tacca su quel segnapunti immaginario che Black aveva creato per loro. Milioni erano i segni sotto il nome di Potter, tanti passi in avanti verso la sua poltrona, mentre gli insuccessi che lui collezionava gli sarebbero valsi una richiesta di pensionamento anticipato dal Ministro.

Dannato Potter.

E se il Ministro venisse a saperlo?

Lui e Potter sono ex compagni dell'Ordine della Fenice e quello stronzo di Kingsley non vede l'ora di vedere il Capitano Potter soffiarmi il posto.

Si diresse verso il suo ufficio, sedendosi sulla sedia di pelle rossa con aria stizzita e bloccando la porta con la magia.

Calma...devo mantenere la calma...quel dannato, viscido, bastardo e leccaculo dei Babbani, dei Centauri e della feccia della peggior specie non l'avrà vinta.

Non infangherà l'ultimo barlume della dinastia Black.
Non infangherà ancora la memoria della mia famiglia.
Bastardo che già insudicia con la sua sporca mezzosangue e quel ragazzo dal sangue ancor più ignominioso le mura della mia casa...no, non può averla vinta.

Harry, ancor più furioso dopo la ritirata di Black, si diresse verso l'ufficio di Kingsley quasi marciando. La voce dell'ascensore magico, dopo aver annunciato l'arrivo all'ultimo piano, aggiunse -Ufficio del Ministro. Attualmente in riunione con la stampa, le consigliamo di attend....- Harry sgusciò fuori dall'abitacolo e s'inoltrò tra i corridoi, ignorando l'avviso. Piegò la maniglia senza nemmeno bussare e fece irruzione nell'ufficio di Kingsley, spaventando una decina di giornalisti che erano in piedi accanto alla porta. Kingsley aveva la bocca aperta e il volto contratto dalla rabbia ed Harry pensò di essere arrivato giusto in tempo, fermando il Ministro della Magia dal dire qualcosa di molto offensivo e sicuramente compromettente a Jane West.

La signorina West era una delle più promettenti reporter della Gazzetta del Profeta. Aveva iniziato la sua carriera di giornalista seguendo la Skeeter come un'ombra, poi era diventata reporter grazie alle raccomandazioni della stessa e aveva dimostrato di essere più che meritevole del suo incarico. La giovane età, era appena ventitreenne, e l'essere di una bellezza mozzafiato le consentivano di trovare fortuna dove colleghi più anziani non avevano successo. La ragazza compensava, infatti, l'evidente mancanza di esperienza con due begli occhi da cerbiatto di un nocciola che sfumava tendendo al verde e una folta chioma biondo cenere.
Ogni sabato sera, Ron la incontrava in qualche bar per maghi single, sempre in compagnia di qualche ragazzo, spesso, erano stagisti da sfruttare per ottenere informazioni. Era irriverente, arrogante e spavalda come pochi. Tanto spavalda da essersi intrufolata in una riunione stampa dove avrebbero dovuto presenziare solo i veterani della Gazzetta e del Cavillo.

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