Cap9 Sale bianche e ricordi

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Harry entrò nella stanza. Odiava le sale degli ospedali, quelli magici non erano un eccezione. Quando Hermione aveva partorito, c'era sempre stato qualcuno a rallegrare l'atmosfera ed era facile associare il candore delle mura alla bellezza di quel piccolo miracolo.
Quando però le stanze erano occupate dai malati, il bianco diventava un colore opprimente, poco comunicativo, un modo per portare i pazienti alla pazzia, più che per calmarli. Aveva un effetto psicologico devastante su Harry, che in quel momento pregò di poter morire tra le mura allegre e tappezzate di quadri della sua casa.
L'Auror sospirò e si accasciò su una delle poltrone marroni accanto al letto, bianco. Quella poltrona era quasi un'oasi, così diversa, e Harry pensò che il marrone non era mai stato un colore così bello.

Gerald socchiuse gli occhi e sospirò -Che hanno detto i Medimaghi? Sono impazzito?-
Harry sorrise -Non più di quanto lo sia io, Gerald.-
Il giovane si tirò su, appoggiando la schiena al cuscino bianco e tirando verso di se le coperte bianche. Harry scosse la testa e decise di concentrare l'attenzione verso i capelli neri del ragazzo, verso i suoi occhi azzurri e verso tutto ciò che non fosse bianco.

Beh, forse io sto diventando un po' pazzo...

Sospirò, non era facile spiegare al ragazzo cosa i Medimaghi avevano detto, però era un ipotesi molto, molto interessante -Sembra, e dico sembra perché in realtà non ne sono molto convinti, che tu sia un viaggiatore, Gerald.-
Il ragazzo sollevò le sopracciglia in una smorfia perplessa -Non sono mai uscito dal nostro Paese, non credo che sia il termine più adatto per descrivermi...-
Harry sorrise -Intendo dire che sei un viaggiatore nel tempo. A quanto pare, sei andato nel passato e hai pericolosamente intralciato il corso degli eventi, sei entrato a contatto con persone che non erano della tua epoca e questo ha fatto si che la magia dovesse rimediare alla tua presenza. In questo modo passato e futuro sono radicalmente cambiati e il mondo si è adattato alla tua vita, però, per farlo, ha dovuto eliminare i ricordi della tua vita prima e durante il viaggio. Ricordi che adesso stanno emergendo, sollecitati da immagini, parole, suoni, odori...-
Gerald sorrise -Lo sapevo che non ero pazzo!-
Harry quasi scivolò giù dalla sedia -Vuoi dirmi che ci credi? Cioè, ammetto che sarebbe una spiegazione piuttosto precisa di ciò che ti è accaduto ma non credo che possiamo definirlo possibile, le Giratempo non permettono di andare così indietro nel tempo.-

Gerald annuì -Sono piuttosto sicuro di aver usato un incantesimo, non una Giratempo. Anzi, sono certo che sia andata così, solo che non l'ho fatto apposta. Ricordo le porte girevoli dell'ufficio Misteri.
Ricordo di aver spiato per mesi mio padre, cercando di comprendere come funzionassero, in particolare cercavo un'arco di pietra dai poteri magici, molti giovani Indicibili parlavano di questo velo che era stato prelevato da Stonehenge ed era carico di antichissima magia druida, ero convinto che mi avrebbe aiutato a viaggiare nel tempo.
Mi sarebbe bastato trovarlo e attraversarlo, ma quando entrai...non so cosa accadde, sentii una strana forza come se potessi percepire l'arco a distanza, poi delle voci estranee, minacciose. Ero terrorizzato e qualcosa è scattato. Mi ritrovai steso per terra, in mezzo ad una fitta foresta.
Ricordo che volevo disperatamente...correggere qualcosa...una persona, in qualche modo volevo liberarmi della sua esistenza per...credo...purificarmi, se è possibile dirlo.
E ho partecipato alla Seconda Guerra Magica, ti ho visto combattere. Me lo ricordo bene, adesso... e c'erano due persone con me...altri due viaggiatori... non ricordo chi fossero ma so che mi hanno aiutato, mi hanno impedito di cambiare eccessivamente il corso degli eventi e mi hanno proposto di agire a fin di bene, penso.
Cioè, alla fine non credo di aver, beh, ucciso chi volevo uccidere, però sento di aver ucciso.-

Harry accantonò momentaneamente l'idea che Gerald avesse compiuto quel pericoloso viaggio per assassinare qualcuno, memore del fatto che lui stesso era stato costretto a privare altri maghi della loro vita.
Osservò con preoccupazione il viso del ragazzo diventare pallido, immaginando tasselli fatti di ricordi nebulosi che cercavano di condensarsi e incastrarsi nella sua mente.

La Supremazia della ConoscenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora