Capitolo 2: Furto di conoscenza

369 18 9
                                    




Capitolo 2

Gerald si appoggiò alla parete di freddo cemento e sbuffò. Detestava quella parte del suo lavoro.
Quando si era iscritto all'Accademia Auror, la prima cosa che gli era stata insegnata era il suo motto: "difendere la popolazione magica"; l'organizzazione degli Auror si batteva per consentire ai maghi una pacifica esistenza ma in quel momento, dubitava della reale utilità del suo lavoro.
Lo ricordava ancora, scritto in lettere bianche in rilievo sul manifesto nero con il simbolo del Ministero della Magia.
I servitori del Mondo Magico, i poliziotti dei maghi.
I veri Auror passavano le giornate a inseguire i criminali del Mondo Magico, effettuando indagini sotto copertura e affidandosi a fonti esterne parecchio misteriose e ovviamente rischiose.
Purtroppo, lui non era ancora un vero Auror, ma solo una recluta del Dipartimento.
Uno dei compiti delle reclute Auror era di essere presenti come supervisori agli eventi importanti del Mondo Magico, ma se i suoi colleghi sarebbero stati senza dubbio entusiasti di partecipare alla prima partita del Campionato Mondiale di Quidditch, Gerald non era dello stesso parere.

Era sempre stato sbeffeggiato dai suoi compagni per la totale mancanza di coordinazione e la sua evidente incapacità nel volare.
Si era allenato unicamente per diventare Auror, quindi finché si parlava di scontri corpo a corpo o di duelli con la bacchetta era abbastanza abile, ma se qualcuno gli avesse fornito una scopa l'avrebbe volentieri usata per spazzare il pavimento della sua stanza.

Cosa che in effetti dovrei fare visto che nessuno pulisce da un mese.
Toccava a David occuparsi delle pulizie, mi chiedo come faccia a scamparla...

Pensò a David, con la sua ridicola zazzera verde mela e gli occhi azzurri, con le sue stupide magliette con teschi e simboli di band rock e metal e con la sua straordinaria abilità nell'allontanarsi da ogni lavoro casalingo.

Perché ho scelto lui come coinquilino?

Un ragazzo di vent'anni convinto di avere il mondo ai suoi piedi perché sa suonare una chitarra, non suona nemmeno così bene...peccato non essere ricco come la famiglia di Claire, avrei potuto avere un appartamento tutto mio, ma già Dave ha problemi con i colleghi a lavoro.

Ed è colpa mia, se fossi diventato Indicibile, prendendo il suo incarico, a quest'ora per lui sarebbe tutto più semplice...ma io odio gli Indicibili e i loro dannati misteri.

Chissà quante scoperte sensazionali nascondono al Mondo Magico e nemmeno il Ministro in persona può ficcanasare nei loro affari...

Claire si sedette accanto a lui, bisbigliando -Detesto questo posto...tra parentesi, l'Irlanda sta perdendo.-
Gerald si pizzicò il naso -Scoppierà un'altra rissa, allora...detesto gli Irlandesi.-
Nonostante la conversazione vertesse sul Quidditch, Gerald fu contento di sentire la voce della ragazza, non poteva fermarsi a riflettere sul passato né sentirsi in colpa per Dave, aveva scelto la sua carriera e ne andava fiero.
Claire sorrise, sporgendosi verso il ragazzo per sfiorargli le labbra -Ehi, non sono poi così terribili...almeno ci danno una valida ragione di stare qui, no?-

Gerald si scostò dal muro, scuotendo la testa -Preferirei che non lo facessero, l'ultima volta uno di quei simpaticoni ossessionati mi ha tirato un bel gancio.-
Claire rise -Dovresti ringraziarlo...è grazie a lui se hai passato la notte a farti coccolare da me.-

Gerald si avvicinò e la baciò sulle labbra schiuse -Perché ho bisogno di una motivazione per farmi coccolare da te? Non bastano i miei occhioni da cucciolo bastonato?-
Claire arrossì -Si...beh...in effetti quelli bastano.-

Gerald contrasse le labbra in un sorrisetto vittorioso, che scivolò giù dal suo viso quando iniziarono i rumori tipici di una rissa, ovvero corpi che sbattevano contro le grate di ferro, lamenti, insulti, cori e infine l'immancabile tonfo sordo provocato da un tipo biondo e robusto che volò ai loro piedi, salutandoli con un sorrisetto affabile.

La Supremazia della ConoscenzaWhere stories live. Discover now