Capitolo 3

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Nico sognò.
Anzi, più precisamente fece un incubo, un incubo che non si sarebbe mai aspettato di fare.
Si trovava in una grande sala nera, illuminata da torce che proiettavano ombre maligne sul pavimento.
Il ragazzo si guardò intorno, spaventato, e non consapevole che quello era solo frutto della sua immaginazione... più o meno.
C'era un enorme trono, in fondo alla sala, un trono che prima non aveva notato.
Sul trono sedeva un uomo alto e piuttosto muscoloso, una barba ispida gli ricopriva parte del volto e i suoi occhi sembravano penetrare Nico nell'anima.
Era un uomo che già molte volte aveva incontrato negli inferi... anzi, più precisamente era un dio.

-Ade...- la sua voce rimbombava nella stanza, e il dio annuì.

-Figlio.- disse -Il tuo comportamento mi ha deluso. Non mi aspettavo una cosa del genere da te, Nico.-
Il Dio tese una mano, e tra lui e Nico comparve una figura che ormai il ragazzo conosceva bene.

-Solace...- il ragazzo non capiva il perché, ma il biondo gli lanciava occhiate furenti e spaventate.

-Perché lo hai fatto?- disse Will in un sussurro. -Perché?-

Nico non riusciva a capire -Cosa avrei detto? Qualcuno mi spieghi... cosa sta succedendo?- il figlio di Ade fece passare lo sguardo da suo padre a Will, mentre si sentiva sempre più oppresso.

-Avevi detto che mi amavi...- Nico sussultò alle parole del biondo -Ma invece...- una lacrima scivolò sul volto di Will -Invece mi hai ucciso... perché...?-

Solo ora Nico poté notare che il corpo di Will era semi-trasparente, e mandava bagliori tipici di un corpo fantasma.

-Io... Non ho mai detto che...- Nico era spaventato. Non aveva mai detto a Will che l'amava, e di sicuro non lo aveva ucciso. Perché mai? La sola idea era raccapricciante.

-Nico...- Will mormorò quella parola, il suo nome, molte e molte volte. -Nico...-

Ade tese di nuovo la mano, e sotto Will si aprì una crepa, che si allargò in un buco, e il figlio di Apollo iniziò a sprofondare nelle viscere dell'Ade.

-Will!- Nico urlò. Corse dal ragazzo, ma più cercava di correre veloce, e più si allontanava. -Will!- non poteva lasciare che morisse. Non dopo che lo aveva curato con tanta pazienza e premura...

-Nico...- fu l'ultima parola che Will pronunciò prima che cadesse nel tartaro, il più profondo degli abissi e la più crudele delle punizioni.

-Will...- Nico pianse. Non sapeva il perché, ma pianse, mentre Ade lo guardava con occhi ghiacciati.

-Nico. Figliolo...- Ade lo chiamò a se con voce dura, e il figlio fu costretto ad alzare lo sguardo su di lui. -Sai qual'è la punizione per chi uccide il proprio amato?- continuò Ade.

-P-Padre...- Nico tremava dalla testa ai piedi, di paura, tristezza e rabbia per ciò che Ade aveva fatto.

-Mi dispiace...- aggiunse il dio -Ma sono costretto. Sconterai la tua punizione nei Campi della Pena. E non sarà facile. Rimarrai li... per sempre.-

Ade tese di nuovo la mano, e anche Nico si sentì sprofondare nel vuoto. Era la stessa sensazione di quando si sviene, solo mille volte più potente... e Nico urlava, urlava e urlava. Ma nessuno poteva sentirlo.

Nico si svegliò di soprassalto, urlando.
-NO!- si guardò attorno, e solo allora notò il viso spaventato del biondo che lo guardava a pochi centimetri di distanza.

-Nico... Nico stai bene...?- Will lo scrutò come per controllare che avesse ferite gravi o mortali.

Nico lo guardò con gli occhi spalancati.
-Solace... s-sei qui... sei v-vivo... ed io sono vivo...- il figlio di Ade si tastò il petto, come per confermare che non fosse un fantasma.

Doctor's Orders || SolangeloWhere stories live. Discover now