CAP. XII

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Questa sera ho deciso di vestirmi da donna. Tutti i vestiti comprati insieme a mia zia e a mia cugina dovranno pure servire a qualcosa. Metto molta cura nella scelta delle cose da indossare. Alla fine opto per un vestito chiaro corto. Non mi fa paura mettere in mostra la gamba anche se la cicatrice mi percorre tutto il polpaccio come un taglio su una tela.

L'abito è aderente e scollato ma mi sento a mio agio. Ultimamente mi sento più coraggiosa. Non ho paura di mostrarmi. Ai piedi indosso delle ballerine color crema. Non avere gli anfibi in realtà mi fa sentire nuda. Penso che se dovessi avere bisogno di correre o scappare, con queste scarpe non avrei scampo. Non riuscirei a muovere un passo. Poi rifletto sul fatto che non c'è un solo motivo per cui dovrei correre un pericolo così grande da dovere essere obbligata a fuggire.

I miei capelli sono sempre scompostamente ricci. Circondo il contorno occhi con un tocco leggero di eyeliner nero. Sulle labbra già carnose metto solo un velo di lucidalabbra color pesca.

Mi guardo con il solito spirito critico ma penso che oggi posso concedermi di essere meno severa con me stessa. Oggi mi piaccio. Mi faccio questo regalo.

I miei nonni mi guardano soddisfatti.

"Sei bellissima Anna. Sono contenta che esci un po'. Vedrai che ti farà bene. Com'è questo ragazzo?" chiede mia nonna.

"Simpatico e gentile. Non fa troppe domande. Parla molto di sé e io preferisco così" lo dico piano, quasi a me stessa.

"L'importante è che ti trovi bene, che puoi passare una bella serata. Va' e divertiti" mi accarezza la guancia mentre mio nonno alza gli occhi dal suo giornale e mi manda un bacio con la mano.

Indosso il mio cappotto pesante ed esco ad aspettarlo. Nell'atrio, appoggiato al portone d'entrata, vedo Luca che scrive al cellulare. Alza lo sguardo su di me nell'attimo esatto in cui sto per scendere i tre scalini dell'ingresso. Socchiude le labbra e alza il sopracciglio destro.

"Ci tieni proprio a questo appuntamento eh ..." fa un sorrisino ironico.

"E' il tuo modo per dire che sto bene vestita così?" lo metto subito a tacere.

"Non c'è male, non c'è male. Anche se forse avrai freddo" mi fissa le gambe praticamente nude.

"Ce la posso fare e comunque non penso che resteremo all'aperto"

"Che programmi avete? Dove andate?" mi chiede curioso.

"Non lo so. Vedremo. Farò decidere a lui. Non conosco nessun posto qua a Milano" mi soffio via dagli occhi un riccio ribelle che mi oscura la visuale.

"E tu? Dove vai?"

"In un locale. C'è il compleanno di qualcuno"

"Ah interessante. E non sai nemmeno di chi è questo compleanno?"

"No. Ma non è molto importante. Poi ci muoviamo. È solo la prima tappa" incrocia le braccia e si appoggia al portone fissandomi in silenzio.

Lentamente mi si avvicina senza distogliere i suoi occhi scuri dai miei. Indugia così, davanti a me, con il suo respiro che si confonde con il mio. Un attimo dopo, senza capire bene cosa stia succedendo, mi circonda la vita infilando le sue mani sotto al mio cappotto e, spingendomi verso il muro mi bacia senza darmi il tempo di reagire.

Le sue labbra sono così calde e appassionate, il bacio così intenso e profondo che non trovo un solo motivo per cui dovrei ribellarmi e interrompere questa emozione violenta. Tiene premuto il suo corpo contro il mio e con le mani risale dalla vita fino ad accarezzarmi il vestito all'altezza del seno.

"Grazie" gli dico alla fine, non sapendo bene cosa dirgli.

"Grazie?" mi ripete sconcertato.

"Sì, grazie. È stato un bel bacio. L'ho apprezzato molto" ora è davvero stupito.

"Scusa ma nessuna mi aveva mai ringraziato per averla baciata. Non volevo farti un favore" si passa una mano tra i capelli. Ora ho capito che è un gesto che fa quando qualcosa lo disturba.

"Va bene allora non so che altro dire" sono un po' confusa. Non so proprio cosa si deve fare o dire in casi come questi.

"Forse non c'è niente da dire di particolare. Non devi essere razionale a tutti i costi" continua a tenermi una mano sul collo che accarezza piano con il pollice.

Volto lo sguardo e vedo fuori Paolo che si avvicina. Non voglio essere scortese ma allontano velocemente Luca e mi ricompongo.

"Vuoi ancora uscire con lui?" mi chiede Luca.

"Certo. Non vedo perché no" non capisco neanche bene perché mi faccia questa domanda.

"Non ti va se andiamo noi da qualche parte?" adesso sembra decisamente arrabbiato.

Il fatto è che mi sono presa un impegno e non vedo perché dovrei venirne meno. Mi stupisce che il duro Luca Ferri dia così tanta importanza a un bacio. Non voglio essere scortese con Luca ma nemmeno con Paolo.

"Ho un altro appuntamento. Ti sei dimenticato? Che razza di squallida persona sarei se lo rimandassi a casa?" cerco di farlo ragionare con calma. Mi sembra così evidente.

"Sei veramente glaciale" mi dice incredulo. Apre il portone ed esce in fretta a testa bassa dopo essersi infilato il cappuccio della felpa.

Non capisco bene in cosa ho sbagliato ma decido di rimandare l'analisi di quello che è successo. Saluto con un casto bacio sulla guancia Paolo e insieme ci avviamo alla sua auto.

Mi volto per un attimo a vedere se nell'oscurità intravedo Luca che si allontana. Sono intenzionata a concentrarmi sulla serata che ho davanti e sulla persona con la quale sto uscendo ma continuo a pensare che quel grazie era davvero sincero. Avrei dovuto aggiungere che mi è servito a risvegliarmi, a darmi una scossa, che è esattamente quello di cui ho bisogno in questo preciso momento della mia vita.

L'autunno è una stagione crudeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora