Capitolo 12.

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Cambiare lentamente idea su Ethan non era sicuramente nei miei piani. Non volevo cambiare atteggiamento nei suoi confronti! Sapevo bene che il nostro ero un rapporto speciale, e proprio per questo avevo paura di abbassare le mie difese con lui. Già era stato in grado di insediarsi nel mio posto speciale senza farsi troppi problemi, non avevo alcuna intenzione di permettergli di continuare a trovare scuse per poter passare più tempo con me.

Quel pomeriggio l'avevo passato davvero bene con lui. Non c'eravamo detti molto, avevamo solo parlato un po' di astronomia. Lui mi aveva spiegato alcune cose che non sarei mai stata in grado di ripetere, ma si erano rivelate anche interessanti in un certo senso!

Per un momento, mi era piaciuto far finta che in passato non fosse successo niente e che io fossi tornata quella bambina di dodici anni dallo sguardo sognante e dalle grandissime aspettative positive dalla vita. Mi era piaciuto pensare che Ethan fosse stato accanto a me anche gli ultimi sei anni e che quella fosse stata una delle nostre solite giornate passate insieme nel nostro piccolo luogo segreto.  Sì, ero stata davvero bene con lui.

Ma il problema era che, nonostante tutto, i ricordi tornavano a tormentarmi. La mia testa continuava a dirmi di non fidarmi più, perché Ethan sarebbe stato in grado di portare parecchi guai nella mia vita!

Qualcosa mi diceva che il divorzio stava ad indicare solo l'inizio della nostra grandissima avventura, se si poteva definire così, insieme...

<< Tavolo 12 >> Noemi mi disse.

<< Cosa vogliono? >> domandai, tornando a concentrarmi sul lavoro.

<< Due birre>> rispose.

Tirai fuori dal frigorifero due birre e le portai al tavolo numero dodici. Non mi stupii quando vidi Ale ed Ethan che stavano chiacchierando allegramente a proposito di qualche cosa strana.

<< Ecco a voi>> dissi appoggiando le birre sul tavolo.

<< Ehi, Daisy! Ethan mi stava raccontando del suo tatuaggio. Lo sai che se l'è fatto da solo all'età di quattordici anni? Non è pazzesco? >> esclamò Ale, emozionato.

Tutto sapevo, tranne che se lo fosse fatto da solo! In ogni caso, me lo sarei anche aspettata da lui, dato che era sempre stato bravo a fare disegni di stelle o comunque di elementi legati al mondo dell'astronomia. Quella sera Ethan sembrava essere diverso... Pareva più simpatico, allegro e di buon umore, un po' come me. Non sapevo perché, ma sentivo una grinta strana dentro di me, come se mi fosse tornata la voglia di lavorare.

Sapevo bene che era merito del mio pomeriggio con Ethan. Per quanto potesse sembrare assurdo, un pomeriggio era stato in grado di coprire il dolore e il vuoto che avevo sentito in quegli ultimi sei anni, lontana da lui. Ethan mi aveva anche fatto male, ma allo stesso tempo riusciva ancora a farmi del bene!

Tutto sembrava strano... I miei pensieri si contraddicevano a vicenda, i miei sentimenti pure lo stesso. Si alternavano momenti di rabbia a momenti di gioia per averlo di nuovo presente nella mia vita. Stavo diventando pazza!

<< Certo, è grandioso! E lo è di più la storia che si nasconde dietro.>> dissi.

Entrambi si voltarono verso di me e mi fissarono << E tu come fai a saperlo>> domandò Ale.

<< Credo di aver scoperti il luogo di solitudine di Daisy, quello di cui mi  hai parlato l'altro giorno!>> confessò Ethan, leggermente in imbarazzo.

<< Cosa? Io e Noemi non ci siamo e tu in nemmeno un mese l'hai già trovato!>> Ale sembrava scioccato!

<< Tutta fortuna>> presi in giro Ethan.

<< No, è intelligenza>> mi rispose.

Decisi che era giunto il momento di allontanarmi da quel tavolo, anche se avrei passato volentieri la mia serata con quei due! Passare quasi tutte le serate a pulire tavoli e distribuire cibo alle persone non era esattamente una delle mi attività preferite, ma non avevo alcuna scelta dato che quei soldi mi servivano per pagarmi l'appartamento e tante altre cose.

Raggiunsi Noemi, che si era seduta per prendere un po' di fiato, e la notai particolarmente concentrata su Ethan... << Quanto è bello quel ragazzo? No, seriamente! Poi, ogni tanto, mi lancia qualche occhiata... Pensi mi stia mandando qualche messaggio criptato? >>

Noemi sembrava essere completamente presa da Ethan, e in effetti aveva ragione! Lui guardava spesso in questa direzione, solo che non si riusciva a capire a chi fossero indirizzati i suoi sguardi. << Può darsi! Perché non vai a parlargli?>> Mi sembrava la cosa più giusta che un'amica potesse dire in quel momento.

Lui piaceva a Noemi, ma per conoscerlo bene e magari cambiare idea su di lui aveva bisogno di parlargli, ed era ciò a cui puntavo io.

<< Parlargli? No. Deve essere lui a fare il primo passo!>>

<< Non lo farà mai, Noemi. Credimi. >> le dissi.

<< E tu cosa ne sai?>>

<< Mi sembra ovvio! I ragazzi non hanno il coraggio di fare una mossa così tanto geniale. Preferiscono quando è la ragazza a prendere in mano la situazione! >> le spiegai.

Questo, almeno, era ciò che mi diceva sempre Leonardo. Secondo lui, le ragazze coraggiose, che avevano l'abilità di prendere in mano le redini del gioco, erano quelle che avevano più successo con i ragazzi. E in effetti, le cose tra noi due erano andate proprio così : io avevo avuto il coraggio di presentarmi per prima e io avevo confessato i miei sentimenti.

Tornai a fare il mio lavoro e lasciai che Tina mi desse tutti gli ordini. Meno ti mettevi contro di lei e più avevi una vita facile dentro quel locale! A lei bastava essere ascoltata, nulla di più, e a me andava bene accontentarla.

<< Ehi, Nana Bruna >> mi disse qualcuno mentre stavo facendo dei conti nella zona bar.

<< Nana bruna? >> scoppiai a ridere quando mi voltai.

Ethan era appoggiato con le braccia sul tavolone del bar, e mi guardava con gli occhi scuri che luccicavano dalla felicità. Sì, quel pomeriggio ci aveva fatto particolarmente bene... Sembrava una cosa impossibile persino per me!

Qualche chiacchierata, qualche battuta e le cose sembravano essere tornare al loro posto. Sembravano. Sapevo già che il giorno dopo mi sarei pentita di tutto.

<< Sì, le nane brune sono stelle molto rare, ma sai qual è la loro particolarità? Sono le stelle più fredde in assoluto. E tu, che sei sempre scontrosa, antipatica, insopportabile e che ami stare per conto tuo, potresti essere definita come una Nana Bruna di classe Y >> mi spiegò.

<< Wow, lo dovrei prendere come un complimento?
>> domandai.

<< Dipende dai punti di vista... >> scherzò. << Comunque, per evitare che mi vengano problemi di udito, volevo dirti che domani mattina sarò a casa di Ale per fare colazione insieme! Te lo dico, così magari eviti di gridarmi in faccia>>

<< Va bene, proverò a trattenermi>>

Non potei fare a meno di sorridere quando la scena di quella mattina mi tornò in mente... Solo a me potevano capitare cose del genere!

<< Adesso vado, ci vediamo domani nana bruna >> mi salutò.

<< Buonanotte >> lo guardai incamminarsi fuori dal locale.

<< Qualcosa mi dice che Ethan voglia qualcosa di più di una semplice amicizia... >> sussurrò qualcuno, ossia Ale.

Non voleva altro, ne ero sicura. Stava solo cercando di riportare indietro il rapporto che in quei sei anni era mancato ad entrambi! E io? Cosa avrei dovuto fare?

Cedere o lottare per evitare che una cosa come quella potesse succedere?
















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