Capitolo 21.

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Canzone per il capitolo:

Fink - This is the thing

"Nel momento in cui accettiamo i problemi che ci sono stati assegnati, le porte si aprono" - Rumi

<<Ma dici che un vestitino potrebbe andare bene? O forse è meglio mettermi un paio di jeans? Daisy, rispondimi >> tuonò Noemi al cellulare.

Erano le sette del mattino di domenica, e lei aveva anche avuto il coraggio di alzarsi così presto solo per uno stupido appuntamento con Ethan. In realtà, era tutta la settimana che me ne parlava, ma non sempre le prestavo tanta attenzione, proprio perché più ci pensavo, più avevo voglia di sparire.

L'appuntamento ci sarebbe stato quella domenica, a mezzogiorno. Ethan aveva organizzato una cosa davvero carina : voleva fare un picnic, ma non solo tra lui e Noemi, aveva messo in mezzo anche me e Ale. Quindi, alla fine, non era un vero e proprio appuntamento, ma più un'uscita in amici.

Noemi non l'aveva presa male, anzi, mi aveva confessato che per lei sarebbe stata una cosa positiva, così le sarei potuta stare accanto nel momento del bisogno, e per 'momento del bisogno' intendeva che le dovevo controllare spesso il trucco, i capelli e tante altre cose. Come al solito, aveva preparato una delle sue liste, che io ero obbligata a seguire.

Avevo voglia di andarci? Non molto.

La seconda Domenica del mese, di solito, mia mamma veniva a trovarmi per passare la giornata insieme e per riepilogare le cose successe nei giorni in cui non ci eravamo viste. Quella volta, ero stata costretta a spostare tutto, solo per fare felice Noemi, perché si, anche lei voleva che io fossi presente e che li osservassi da lontano. Ma mi andava bene, anche perché era la mia migliore amica, e sarei stata disposta a fare qualsiasi cosa per lei.

<<Noemi, vestiti comoda. Stiamo andando a fare un pic nic. Hai presente, mangiare fuori, con il freddo e il sole che non riscalda. Insomma, queste cose qua... Una felpa e un paio di leggings andranno più che bene. >> risposi.

<< FELPA E LEGGINGS? Spero tu stia scherzando, Daisy. Forse tu potresti anche permetterti di vestirti come tutti i giorni, ma io ti ricordo che ho un appuntamento! Lo so che... >> cominciò a fare uno dei suoi lunghissimi monologhi in cui mi elencava tutti i motivi per i quali lei si trovava in difficoltà, eccetera.

Secondo lei, era troppo tardi anche solo per potersi sistemare bene i capelli, nonostante avessimo ancora tutto il tempo del mondo! Aveva anche paura, e questo non l'aiutava per niente dato che l'agitazione spesso la bloccava e non riusciva nemmeno a ragionare.

Mi girai sotto le coperte in modo da stare stesa di lato, e appoggiai il telefono sull'orecchia. Lo lasciai là, in equilibrio. Chiusi gli occhi, e lasciai che Noemi parlasse... Capitava infatti qualche volta che facesse discorsi talmente lunghi e difficili da seguire, che senza volerlo, finivo per addormentarmi.

<<... Quindi, alla fine opterò per qualcosa di leggermente più comodo, tipo una camicetta, o non so... Adesso vedrò. Ci vediamo tra mezz'ora>> mi disse.

<<Mezz'ora? L'appuntamento è a mezzogiorno!>> risposi.

<< Non mi interessa >>

<< A me interessa. Sono le sette del mattino, ed è anche domenica. Non ho alcuna intenzione di cominciare a girare per la casa dalle sette e mezza. Ci vediamo alle dieci.>> proposi.

<< Dieci? Ma saremo già in ritardo >>

<< Andrà tutto bene, fidati >> chiusi la chiamata. Più si stava al telefono con Noemi, e più lei entrava in panico. Quando invece le chiamate si concludevano in quel modo, lei si metteva l'anima in pace e rispettava la mia proposta.

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