Capitolo 14.

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La sveglia suonò nella mia stanza, e aprire gli occhi mi risultò praticamente impossibile. la sera precedente ero tornata parecchio tardi dal cinema con mia mamma, che il giorno le mie palpebre sembravano quasi incollate! La suoneria si diffondeva per la stanza nel vano tentativo di farmi uscire dalle coperte, ma la verità è che per quel giorno mi sarei anche potuta dare per malata.

Alla fine, non sapevo nemmeno io come, riuscii ad alzarmi dal letto e a spegnere la sveglia dall'altra parte della stanza. Feci colazione, non riuscendo a centrare la tazza del caffè con il latte per ben tre volte! Ero completamente persa.

Dopo essermi sciacquata il volto con l'acqua ghiacciata, mi avviai vero l'uscita della stanza, e fu in quel momento che mi accorsi di un foglio bianco messo sotto la porta... Lo raccolsi, curiosa di sapere che cosa ci fosse scritto dentro, e lo aprii. La frase scritta sopra diceva esattamente questo:
""Si ama quello che colpisce e si è colpiti da ciò che non è ordinario." -Aristotele"

Chi poteva mai essere stato? Inoltre, come aveva fatto ad ottenere il mio indirizzo di casa? 

Andai da Ale convinta che fosse uno stupido scherzo suo o di Nico.

<< Non è mercoledì >> mi disse Nico, quando mi vide davanti a lui.

<< Non sono qui per i pasticcini>> spiegai entrando e guardandomi attorno, in certa dell'unico esperto in astronomia.

<< Ma cos'è diventato il mio appartamento? Ultimamente vengono a farmi visita un po' troppe persone! >> si lamentò Ale, ma io lo ignorai. Sapevo che in realtà gli faceva più che piacere avere tante persone in casa, o almeno, a me piaceva immaginare che fosse così.

<< Chi è il genio che si è divertito a farmi questo scherzo?>> domandai sventolando il foglietto per aria.

<< Ci siamo appena svegliati. E perché mai avremmo dovuto farti uno scherzo del genere?>> domandò Nico.

<< Pensi davvero che le nostre vite siano così noiose da fare stupidi giochetti alle persone?>> ciò che mi chiede Ale non era completamente sbagliata. E allora come diamine era possibile? << La tua coinquilina Gracia?>>

<< Lei non è quasi mai in appartamento, e questa notte è rimasta a dormire dal suo fidanzato.>> risposi. << Avete dato il mio indirizzo di casa a qualcuno? >>

<< No>> rispose Nico.

<< Sì>> disse Ale.

<< A chi?>>

<< Ah, un po' a tutti. Ho fatto dei volantini e li ho distribuiti in giro! Avevo scritto ' ragazza disperata in cerca d'amore' e accanto il tuo indirizzo di casa >> continuò a scherzare e a quel punto non potei trattenermi dal tirargli un pugno sul braccio.

La situazione si stava facendo seria, eppure lui sembrava non averlo capito. Forse ero io che esageravo un po' troppo... Sì, doveva essere così. Alla fine lasciai che un sorriso prendesse posto sul mio volto e dissi<< Sei uno scemo>> a Ale.

<< Dai, facciamo colazione, altrimenti non arrivo vivo in facoltà oggi>> suggerì Nico, mettendoci tutti d'accordo.



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