Capitolo 16.

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Non me ne pentii... No. Sapevo bene che in qualche modo Ethan sarebbe stato in grado di trasmettere una sicurezza che poche persone fino ad allora erano state in grado di darmi! Da piccolo mi era stato accanto, mi aveva sostenuto. Non sempre le cose nella mia andavano bene, anzi. Ricordavo alla perfezione quella notte della vigilia di Natale...

La giornata stava andando bene anche perché finalmente le tanto attese vacanze di Natale erano giunte e, dopo aver festeggiato in classe con i miei compagni di classe, avevo deciso di tornarmene a casa per poter starmene con la mia famiglia.

Una delle cose che amavo di più, era proprio quella di passare il pomeriggio della Vigilia, seduta sul divano, con una coperta sulle spalle, una tazza di cioccolata calda fumante e i classici film natalizi.

Il salotto, come sempre, era cosparso di decorazioni, lucette che lampeggiavano e davano proprio un'atmosfera di festa come poche volte all'anno capitava. Solo che in terza media, le cose non andarono come avevo sperato. I miei genitori erano rientrati a casa litigando. Non sapevo bene per quale motivo, ma andarono avanti per tutto il pomeriggio. La sera non si parlarono. Il giorno dopo nemmeno.

Scartare i regali, o comunque, il solito pranzo di Natale in famiglia, non era stato per niente piacevole.

Ci stavo davvero male e avevo bisogno di qualcuno che fosse in grado di tirarmi un po' su di morale, perciò chiamai Ethan. Solito posto, solita ora. In pochi minuti, sistemai la mia casetta sull'albero con coperte, due tazze di cioccolata calda e biscotti. Io ed Ethan passato l'intera giornata chiusi là dentro, a fare giochi da tavola che lui aveva portato o a parlare di cose nostre, come cosa saremmo voluti diventare da grandi. Insomma, quel ragazzino riuscì in poco tempo a farmi stare molto meglio, ed era stata una grandissima sorpresa per me! Era una cosa che, per esempio, Tommy non era stato in grado di fare.

Non era mai riuscito a farmi stare bene come Ethan ci era riuscito con la sua sola presenza. E la cosa più bella, era proprio che questa cosa valeva anche per Ethan. Mi aveva più volte detto di quanto gli fosse stato difficile fidarsi di qualcuno che non facesse parte della sua famiglia. Spesso, mi raccontava di quanto brutto fosse stato il periodo della prima media. Per colpa del suo aspetto e della sua particolare passione per la solitudine, i ragazzi spesso lo prendevano in giro e non solo, alcuni erano davvero spietati con lui solo perché veniva considerato 'diverso'.

Quell'esperienza l'aveva cambiato. Ethan mi aveva detto che da quella volta, qualsiasi persona che gli si avvicinava, lui la considerava in modo negativo proprio perché aveva paura che si comportasse come i bulli della sua vecchia scuola, ed era proprio per quello stesso motivo che inizialmente aveva preferito non rivolgermi parola. Era invece molto legato alla sua famiglia, in particolare a sua madre, che era una donna meravigliosa e veramente dolce. L'avevo conosciuta bene, perché spesso ero a casa del mio amico per fare i compiti insieme, e l'adoravo soprattutto perché la maggior parte delle volte, durante le nostre pause dallo studio, ci preparava delle merende con i fiocchi, che solo alla vista facevano venire l'acquolina in bocca. La fiducia di Ethan, quindi, era stata un passo davvero importante...

Ma quel giorno, nel mio piccolo angolino nascosto dal resto del mondo, ero riuscita per la prima volta a mettere da parte il passato e a concentrarmi sul presente. Per qualche ora, la figura crudele e meschina di Ethan che mi ero imposta di ricordare in quegli ultimi anni era svanita, lasciando spazio ad un ragazzo diverso. Un Ethan che aveva cercato di consolarmi stringendomi forte tra le sue braccia e accarezzandomi i capelli.

Restammo a chiacchierare per tutto il pomeriggio, fino a quando il sole non cominciò a calare, colorando il cielo di tonalità aranciate e azzurrine... in quel momento, entrambi decidemmo inconsciamente di starcene zitti, per poter ammirare meglio la sfera luminosa essere inghiottita all'orizzonte. Non potei fare a meno di fare paragoni strani, che naturalmente solo a me sarebbero potuti venire in mente... Come ad esempio, il fatto di immaginare il sole come tutti i miei sentimenti più negativi che provavo nei confronti di Ethan, e l'orizzonte come questo lungo pomeriggio che lentamente è riuscito ad inghiottire tutto.

STARLIGHTWhere stories live. Discover now