Capitolo 24.

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Quella sera non avevo alcuna intenzione di uscire di casa, ma solo di parlare con mia mamma a proposito della faccenda con Ethan. L'avevo chiamata per chiederle di fare un salto nel mio appartamento dopo il lavoro, e così infatti fece.

Mi alzai dal letto per andare ad aprire. I capelli biondi erano legato in uno chignon scompigliato, e i suoi occhi scuri non sembravano poi così allegri com l'ultima volta che l'avevo vista. Era strana. Sembrava distrutta.

Si chinò per raccogliere le borse pesanti della spesa:<< Ciao tesoro>>

<< Ciao mamma... Lascia, faccio io>> le dissi e afferrai tutto.

<< Allora, dimmi che cos'è successo? Sembravi
parecchio preoccupata al telefono>>
mi domandò, sedendosi sul divano del salotto.

<< Mamma, posso chiederti una cosa?>> domandai.

<<Certo, tesoro>>

<< Se qualcuno che in passato ti ha ferito, tornasse a far parte della tua vita... E se tu, soprattutto, cominciassi a provare dei profondi sentimenti per lui, come reagiresti? Voglio dire, ti lasceresti tutto alle spalle?>>

<< Stiamo parlando di qualcuno in particolare ?>>aveva centrato in pieno l'argomento.

<< Di Ethan... >> sussurrai.

<< Il tuo migliore amico delle medie?>>

<<Sì, lui. Vedi, è strano. Da quando è tornato a far parte della mia vita, sono cambiate tante cose. Non solo la mia vita quotidiana, ma anche i miei sentimenti nei suoi confronti. Ci siamo salutati con un 'ti odio', e ora quel sentimento negativo si sta trasformando piano piano in amicizia, e anche qualcosa di più. E la cosa mi da parecchio fastidio. Come si fa a perdonare qualcuno che in passato ti ha fatto soffrire? E com'è possibile provare dei sentimenti per lui?>>

La mia testa stava cercando di elaborare una soluzione, ma riusciva parecchio difficile. Era arrivato il momento di capire se ciò che Ethan mi aveva detto, era vero.

<< Ti ha fatto soffrire? Quando?>> domandò.

<< Quel giorno in cui ti ha detto del tradimento di papà... So che può sembrare stupido, ma io non l'ho presa per niente bene. C'era fiducia tra di noi, e lui l'ha tradita. Mi aveva promesso di non farne parola, eppure ha fatto esattamente il contrario>> spiegai.

<< Quale giorno?>>

<<A scuola... Quando , poco prima di litigare per la prima volta con papà, si è avvicinato a te per sussurrarti una cosa all'orecchio>> cercai di ricordarle.

<< No, tesoro, Ethan non ha mai fatto nulla. Non è stato lui a farmi capire che tuo padre stava nascondendo qualcosa.>> mi disse. << Voleva chiedermi di starti accanto perché stavi attraversando un brutto periodo, tutto qui.>>

Rimasi a bocca aperta. Ethan non aveva fatto nulla... Non aveva detto nulla  a nessuno. Tutto ciò in cui avevo creduto per tutti quegli anni, sembrò svanire nel vento. Non volevo e non potevo crederci.  Avevo tanto odiato quel ragazzo, per poi sentirmi dire che non aveva avuto nessuna colpa e che addirittura aveva pensato al mio bene.

<< Tesoro, ascoltami. è normale provare dolore per qualcosa, ma è anche giusto dare una seconda possibilità a chi se lo merita sul serio. Ethan non ha fatto niente, anzi, si è solo preoccupato per te, ed è questo che mi ha sorpresa di più. Un ragazzino di dodici anni che si avvicina a me per chiedermi di stare accanto a mia figlia, non è cosa da tutti i giorni. Lui ci ha sempre tenuto a te...>> mi spiegò. << ... Ho scoperto di tuo padre in altro modo. Lo sapevo già.>>

Perché Ethan non me l'aveva detto? Perché non aveva cercato in qualche modo di insistere affinché la verità venisse fuori? Si era arreso subito. Non aveva lottato. E mi dava fastidio. Tanto. Perché per anni ero stata convinta di aver odiato una persona che lo meritava, invece no. L'unica persona che avrei dovuto odiare ero proprio io.

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