Capitolo 26.

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" L'amicizia è un'anima dimorante in due corpi, un cuore che abita due anime"


E mi trovavo nella stessa situazione di qualche sera precedente, stesa a letto alle sei di mattina che ancora cercavo di ricordare il suo profumo, le sue labbra, le sue mani strette attorno al mio corpo... E poi, la mia testa tornava a Noemi che dalla sera precedente aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Non mi aveva più rivolto parola, non aveva nemmeno risposto ai messaggi che le avevo inviato e la situazione mi stava preoccupando. Che cosa poteva essere successo?

Per un attimo mi passò per la testa il fatto che potesse essere venuta a conoscenza del bacio tra me ed Ethan, ma come? Tina non sarebbe mai andata a dirglielo, quelle due a malapena si parlavano.

Mi alzai dal letto alle sette solamente perché qualcuno arrivò bussando in modo insistente alla mia porta dell'appartamento. Faceva così tanto rumore che avevo anche paura che ad un certo punto potesse svegliare tutto il condominio. Mi alzai con i capelli castani arruffati, gli occhi scuri ancora leggermente macchiati dal trucco della sera precedente, il mio pigiama blu morbido e caldo. Non mi importava nulla, volevo solo mandare quella persona che tanto stava disturbando.

Afferrai la maniglia fredda e la tirai con una forza che nemmeno io pensavo di avere...

Una forza che però scomparve subito, non appena vidi la persona che tanto insisteva.

Era Ethan, che mi sorrise come se avesse intuito il fatto che mi avesse leggermente infastidita:<< Avevi intenzione di staccare quella maniglia?>> domandò ridacchiando.

Mi stupii, non pensavo esistessero persone in grado di essere di buon umore al mattino.

<< Cosa vuoi?>> domandai con voce roca. La mattina ero decisamente la persona meno simpatica al mondo! Era quel momento della giornata in cui non avevo voglia di vedere proprio nessuno.

<< Avrei bisogno di parlarti.>> entrò in appartamento senza nemmeno chiedere il permesso.

<< Certo, entra pure. Fai come se fossi a casa tua!>>ironizzai.

<< Sono abbastanza serio, Daisy. Ti ho chiamata tantissime volte, ieri sera, e non ti sei nemmeno segnata di rispondermi. Mi spieghi che ti prende? Cosa ti sta succedendo? Perché io non capisco.>> mi disse.

Era proprio l'argomento del quale non volevo assolutamente parlare quel giorno. Sentivo che sarebbe successo, ma solo speravo non la mattina, perché sapevo che in seguito a quel discorso sarebbe cambiato anche l'umore durante tutta quella giornata.

<< Non mi prende assolutamente nulla, Ethan. >> chiusi il discorso.

<< Non ti prende nulla? Mi baci, poi te ne vai, non rispondi alle mie chiamate e dici che va tutto bene? Non so che cosa significhi per te 'non mi prende assolutamente nulla', ma nella mia lingua equivale ad un mi sto comportando in modo strano e sto mandando fuori di testa Ethan.>> mi disse.

<< Non lo sto facendo apposta, Ethan>>

<< Non mi interessa se lo stai facendo apposta o no. Voglio sapere che cosa sperare o pensare riguardo a noi due. Se mi devo tirare indietro o se posso fare un passo in avanti. Perché se andiamo avanti in questo modo, non credo che riuscirò a resistere a lungo a livello mentale. Voglio sapere se c'è qualche possibilità o se  posso andare avanti tranquillamente, senza rimpianti>> concluse.

La verità era che non lo sapevo nemmeno io! Non era facile dare una risposta a quel 'qualcosa' che nemmeno era cominciato tra noi due. Sì, c'era un'inspiegabile forza che mi attirava a lui, che mi costringeva a pensare e a riflettere sulle giuste mosse da fare, ma allo stesso tempo quella forza mi faceva anche allontanare da lui, un po' influenzata dai pensieri che avevano preceduto tutti quegli anni, un po' dalla possibilità della mia migliore amica.

STARLIGHTWhere stories live. Discover now