Capitolo 7.

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Canzoni per il capitolo:

Mikky Ekko - Feels Like The End

"Il caso è l'incontro non preordinato, cioè fortuito, di più linee casuali indipendenti" - Aristotele


<< Muoviti, o rischiamo di perdere l'ora di lezione >> alzò la voce Ale all'ingresso della porta del mio appartamento.

La sera precedente, ripassando gli ultimi appunto, ero caduta in sonno profondo, dimenticandomi di mettere la sveglia per il mattino successivo. Le conseguenze? Io che mi lavavo i denti, vestivo e pettinavo contemporaneamente e Ale che batteva fastidiosamente con l'indice sul suo orologio per ricordarmi ogni singolo secondo che avremmo fatto ritardo.

<< Potevi venire a suonarmi alla porta un po' prima! >> cercai di difendermi mentre infilavo le ultime cose nella borsa. Diedi un'ultima occhiata attorno a me e controllai mentalmente oggetto per oggetto per evitare di dimenticare qualcosa.

<< Come facevo a saperlo? >> domandò Ale.

<< Lasciamo perdere... >> conclusi il discorso, solo perché non sapevo cos'altro dire, e chiusi a chiave l'appartamento.

Non mi era mai capitato di scendere le scale con una velocità così elevata! Avevo il fiatone, il mio battito cardiaco era aumentato notevolmente, qualche gocciolina di sudore scorreva sul mio volto e cominciai ad avere così caldo che, una volta arrivata alla fermata dell'autobus, fui costretta a togliermi la giacchetta.

Utilizzai lo schermo del cellulare per vedere riflesso il mio volto e cercare in qualche modo di sistemarmi i capelli castani, mossi e arruffati.

<< Se mi fai fare una corsa del genere un'altra volta, giuro che la prossima volta se ti becco ancora in pigiama, vado avanti senza di te. >> minacciò Ale.

Non era serio, e lo sapevo bene dato che non era nemmeno la prima volta che succedeva una cosa del genere! Mi capitava, non spesso per fortuna, di addormentarmi durante la lettura di qualche libro, e il povero Ale era sempre costretto a farmi da sveglia umana.

<< Tanto lo so che non lo farai. >> lo presi in giro.

<< Mmmh, Daisy, non ne sarei così sicuro! Ti voglio bene e tutto, ma certe volte sei fastidiosa >> ridacchiò scompigliandomi i capelli per dispetto.

<< Parlò il Santo. C'è un ragazzo nel nostro condominio che suona da mattina a sera, facendomi venire un mal di testa tremendo... Non so se lo conosci, si chiama proprio come te! Guarda il caso! Ed è anche una delle cause per le quali mi addormento all'improvviso>> continuai a scherzare.

<< Ah si? E cosa farebbe di così terribile? >>

<< L'ho già detto. Mi fa venire il mal di testa >>

<< Come fa la musica a farti venire mal di testa? >>

<< Non è la musica in generale a farmi venire mal di testa, ci mancherebbe altro... è la stessa identica canzone che tu provi ogni singolo giorno! Chiunque si stuferebbe dopo un po' della stessa e identica canzone. >> spiegai.

<< Dovrò pur provare in qualche modo >> si giustificò.

<< Certo, ma tu provi facendo sempre lo stesso identico errore. Ti blocchi nello stesso punto. Provando e riprovando ci dovrebbe essere un cambiamento... Ma l'unico vero cambiamento che avviene è nel mio umore >> questa frase lo zittì completamente, e io mi complimentai con me stessa per essere riuscita a far star zitto Ale. Quasi nessuno riusciva a tenergli testa, era difficile.

STARLIGHTWhere stories live. Discover now