CAP. VIII

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Il giorno dello shopping è stato fissato da mia zia oggi. Un sabato pomeriggio affollato di gente che si muove come un fiume in piena, riversandosi nei negozi del centro.

Le guglie del Duomo svettano contro il cielo grigio di Milano. Militari armati fanno la ronda intorno a quello che da anni è ormai considerato uno degli obiettivi più sensibili della nostra città. Gli equilibristi sparsi per via dei Mercanti riescono ancora ad incuriosire i passanti con il mistero della loro levitazione. I turisti affollano i bar-ristoranti sparsi ovunque mentre una lunga coda di ragazzi si è formata fuori dalla libreria Mondadori. Aspettano instancabili di farsi firmare le copie dall'autore di un romanzo fantasy appena uscito.

Mia zia è contenta del compito che le è stato assegnato. Assomiglia a mia madre anche se forse le manca un po' della sua esuberanza. È molto attenta al suo aspetto. Normale per chi lavora nel mondo della moda. Non potrei avere un aiuto migliore.

La vedo arrivare con un grande sorriso, accompagnata da mia cugina Vera. Non la vedo mai anche se ha solo un anno meno di me. Abitano in provincia e negli anni abbiamo perso i contatti anche per colpa dei nostri continui spostamenti.

Sono talmente eleganti e alla moda che mi sento a disagio.

"Ciao zia, ciao Vera" dico baciandole sulle guance.

"Ciao. Ma sei diventata bellissima" mi dice mia zia stupita. Anche Vera fa un cenno d'assenso con la testa.

"Insomma, non direi proprio" cerco di schernirmi. Sono poco abituata ai complimenti.

"Sembri una modella, cara mia. Non hai pensato di provarci? Non sei altissima ma hai un viso perfetto" mi dice. Non riesco a capire se mi sta prendendo in giro. Ho sempre un aspetto così trasandato, senza trucco, che la sola idea mi fa sorridere. Senza contare la mia gamba. Forse nessuno le ha detto che l'incidente mi ha danneggiato il muscolo del polpaccio e che dovrò camminare per sempre con una leggera zoppia.

"Davvero Anna. I miei amici impazzirebbero per te" sottolinea mia cugina.

"Grazie. Siete gentili. La nonna vi ha, per caso, raccontato che sono depressa?" chiedo ironicamente.

"Avanti. Non fare la modesta. Adesso andiamo a comprarti qualche vestito che ti valorizzi. Lascia fare a noi".

So che dovrei vivere questa giornata con spensieratezza ma all'improvviso sento aggredirmi una strana malinconia che, come una morsa, mi fa stringere lo stomaco.

"Andiamo" dico con un sorriso tirato.

Mi rendo conto solo ora, all'interno di un camerino, di quanto sia noioso e faticoso occuparsi della propria bellezza. Non ho nessuna attitudine per questo genere di attività. Penso che sarà l'ultima volta che perdo tutto questo tempo a cercare di sembrare quello che non sono.

Zia Paola e Vera mi incoraggiano con i loro complimenti. Mi convincono a comprare vestiti, pantaloni, magliette aderenti e camicie stampate con strane fantasie, scarpe con il tacco e accessori di ogni tipo. Sono stremata. È stata una delle giornate più faticose degli ultimi mesi.

Rivoglio il mio maglione sformato, i miei jeans strappati e i miei anfibi neri. Non posso confessarglielo però, non voglio deludere la gioia incontenibile di mia cugina che sembra stia giocando a vestire una delle sue barbie.

"Cosa fai per Halloween, Anna?" mi chiede Vera.

"Niente. Non ho nessun programma" rispondo mentre mi infilo un vestito nero con delle maniche a volant leggerissime.

"Allora devi venire assolutamente a una festa fuori Milano dove vanno praticamente tutti" lancia un urletto inquietante.

"No. Grazie. Preferisco di no" spero di averla scampata.

"Ma non se ne parla nemmeno" insiste zia Paola. "Devi andarci anche tu, così mi tieni anche d'occhio Vera che altrimenti chissà cosa combina"

Non so come ho fatto a infilarmi in questo guaio ma alla fine devo promettere di andarci. Mi passano a prendere alle dieci di sera.

"Metti il vestito nero, mi raccomando. È perfetto per Halloween... e metti gli anfibi, si abbinano bene" urla Vera dal finestrino salutandomi con la mano.

Non ho la più pallida idea di dove si debba andare e non ne ho alcuna voglia ma almeno avrò una scusa per restare alzata fino a tardi e non dovrò pormi il problema se dormire o no.

In via del tutto eccezionale mi trucco gli occhi con una matita nera che ne fa risaltare ancora di più il colore chiaro. I miei capelli a cespuglio saranno in tema con la serata dark, penso. Forse potrei fare paura a qualcuno. Potrei farla diventare la missione di questa sera.

Il vestito nero è piuttosto corto e leggero ma non fa ancora così freddo. Posso tenere le gambe nude che calzano solo gli anfibi. Il risultato finale è che sembro un po' la replicante bionda di Blade Runner ma può andare. Mi sento abbastanza aggressiva per affrontare la serata.

L'autunno è una stagione crudeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora