40* Capitolo. Hermione

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Fra qualche giorno il nostro piccolo Ronnie compiera' due anni. E' passato davvero moltissimo e nulla e' cambiato. Lavoro, bambini, ospedale. Ci sono stati nipoti, discussioni, ma siamo ancora qui che ci diamo il turno speranzosi di vedere Ronald svegliarsi. I bambini ormai sono grandi per la loro eta', ho evitato di portarli qui il piu' possibile ma non ho potuto negare loro qualche visita. Non ho il diritto di separarli dal loro papa'. Ci ho fatto quasi abitudine e per quanto orribile sia da dire non ci posso fare nulla.

Hugo passa spesso in ospedale per parlare con suo padre, racconta delle missioni e chiede consigli. Sa anche lui che in realta' tutte le risposte che riceve sono frutto della sua stessa mente ma so come ci si sente... e' bello avere anche solo la lontana illusione di avere una conversazione con lui.

Mi siedo sulla solita sedia e metto a terra il piccolo, lasciando che cammini per la stanza mentre ogni tanto si tiene ai mobili per osservare qualche cosa che solo lui conosce.

-Oggi Ron ha fatto per la prima volta la pipi' nel vasino, ma e' ancora presto per togliergli il pannolino.- Inizio con il resoconto della giornata, ridacchiando. –E' un vero campione il nostro piccolo Ron, non e' così?

-Mama?- Ronnie si avvicina a me, guardandomi.

-Dimmi tesoro.- Lo prendo in braccio e lo faccio sedere sulle mie gambe.

-Pecche' paa' domme sempe?- Domanda lasciandomi senza parole.

Non posso dirgli la verita', non potrebbe nemmeno capirla e' ancora cosi' piccolo. Prendo tempo, balbettando mentre cerco di inventarmi qualcosa e ricacciare indietro le lacrime. Non voglio piangere, non davanti a lui. Non voglio che mi veda triste qua dentro o capira' che c'e' qualcosa di immensamente sbagliato in tutto questo.

-Papa' e' tanto tanto stanco, ma ha promesso quando si svegliera' giochera' con te.- Gli spiego accarezzandogli i capelli folti e rossi.

-Daveo? Io voio conocello!- Esclama entusiasta. -Liam ice che e' bavo.

La sua dolcezza mi fa ridere. I suoi fratelli spesso gli parlano di lui, raccontando qualche aneddoto che si ricordano. Anche se Ronnie non comprendo proprio tutto comunque sorride allegramente, ascoltando ogni loro parola. Penso che la sola idea che si parli del suo papa' gli basti.

-E' molto bravo, e' dolce, gentile e ama fare le coccole, proprio come te.- Gli bacio una guanciotta.

Il nostro bellissimo bambino. Sono passati quasi due anni da quando e nato e non potro' mai dimenticare quel giorno cosi' come non potro' mai dimenticare la nascita di ogni nostro figlio. E' stato pero' diverso da tutti gli altri, ero sola, davvero sola. I nostri amici e le nostre famiglie mi erano accanto, si', ma non e' stato come avere al mio fianco il padre del bambino che stavo dando alla luce.

Lo stringo con forza ricordando quelle ore, il dolore, le spinte, le urla.

Mentre ci penso sento un fruscio cosi' mi volto e quasi non credo a cio' che vedo, Ron stringe le lenzuola e mi osserva con occhi sgrananti come avesse paura di chiuderli di nuovo.

-A...adesso puoi conoscermi.- Mormora a fatica, respirando lentamente e con difficolta'. -Io sono il tuo papa'.- Sorride.

Mi alzo di scatto, stringendo il piccolo e baciando mio marito con tutta la disperazione di questi ultimi anni passati da sola. Mi allontano a fatica, lasciando che finalmente veda suo figlio, nostro figlio.

-Vuoi conoscerlo Ron?- Domando al piccolo, accarezzandogli i capelli con dolcezza. E' spaesato da cambiamento. Nonostante questo annuisce convinto e con molta attenzione lo poso sul petto del padre. Appena lo guarda sorride allegramente.

Credo di amarti - RomioneWhere stories live. Discover now