29* Capitolo. Hermione

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Non so di preciso come sia successo, ma ora sono qui, in bagno, che fisso il muro. In un certo senso avrei dovuto aspettarmelo, in fondo e' diventato piu' che ovvio la mia alquanto assurda fertilita'. In realta' sono felice, solo che ora devo dirlo a Ron. Sembra una cosa da poco, ma dalla faccia che aveva fatto la sera del preservativo rotto... non so. E' passato poco piu' di un mese, ma avevo iniziato a sentirmi male qualche settimana fa. Ora non posso fare altro che chiedermi cosa sia andato storto di preciso: la pillola o il preservativo?

Mi passo una mano fra i capelli, sospirando e osservando la mia figura allo specchio. Sono bassa, fianchi larghi, vita che ormai appena appena si nota e un seno che fra poco cedera' del tutto alla forza di gravita'. Nonostante tutto questo mio marito mio ama e cio' mi fa sentire molto meglio, ma da qui a dirgli che diventero' anche peggio di cosi' ne passa. Scorro piano la mano sul mio ventre, accennando un sorriso; fra poco tornero' ad essere una palla, senza pensare che per questo potrei perdere la candidatura al posto di Ministro della magia. In realta' potrei fare tutto cio' che mi sono proposta, pero' solo se la fortuna e' dalla mia parte e non succede nulla a Ronald nelle prossime missioni.

Esco dal bagno, andando velocemente a vestirmi per portare i piccoli all'asilo, ormai le scuole finiscono e fra poco torneranno anche i ragazzi a casa. Mi mancano cosi' tanto.

Preparo velocemente Jennifer, cercando poi di tener fermi anche i gemelli.

-Non vi copro il gelato quando tornare se non state buoni!- Sbotto esausta gia' di prima mattina. Loro si fermano subito, provando perfino a vestirsi da soli, ovviamente indossando al contrario la maglietta che poi io aggiusto. Scendo in giardino insieme a loro, oggi fa troppo calco per costringerli a stare in macchina, useremo la magia e faremo solo un pezzo di strada a piedi. Non appena metto piede fuori casa noto Ron che si arrampica su un albero. Oggi ha preso un giorno libero per dedicarsi al giardino di casa dato che io ci riesco sia per il tempo sia perche' non sono portata. Esco e chiudo la porta, beandomi dell'odore dell'erba appena tagliata. Quanto puo' essere piacevole abitare fuori dalla citta'. Nonostante il nostro piccolo appartamentino mi manchi un po' ogni giorno, sono certa che ora ha accolto un'altra piccola famiglia mentre noi siamo qui, a raccogliere i frutti di cosa abbiamo fatto allora.

-Attento là sopra!- Esclamo divertita dal suo modo di fare l'eroe del giardino. Ovviamente nemmeno detto che lo vedo staccarsi dai rami e avvicinarsi velocemente al suolo. Jennifer urla per lo spavento mentre io fermo la sua caduta con un incantesimo. -Ron stai più attento!

-Mi sono distratto...- Dice scrollando le spalle. Sospiro, non cambiera' mai. Ormai, con tutte le sue distrazioni, ci ho fatto l'abitudine. Per esempio meta' della nostra famiglia e' una sua distrazione, ma di questo non posso lamentarmi. I gemelli ridono guardando verso il padre, cosa che mi riporta alla realta'. Devo portare i bambini all'asilo, devo finire il lavoro in ufficio e poi devo parlare con Ronald, o meglio... prima di tutto devo parlare con lui, l'ufficio puo' aspettare.

-Li accompagno all'asilo, mi raccomando, non cadere.- Lo guardo seria, sorridendogli poi mentre raduno i bambini attorno a me.

-D'accordo, io mi occupo del giardino, ci sono un sacco di erbacce.- Mi sorride in risposta, mentre io chiudo gli occhi e li riapro direttamente in un piccolo vicolo cieco e buio di Londra. Esco sulla strada e dopo pochi metri raggiungo l'edificio dove lascio che i bambini giochino fino a dopo pranzo.

Mi fermo a osservare la vetrina di un negozio per bambini, fantastico di entrarci e comprare tutto cio' che serve ad un neonato ma mi fermo; ho tante di quelle tutine in soffitta... che senso ha comprarne altre? Quelle dei gemelli e quelle di Jennifer erano nuove appunto perche' non ci sembrava il caso di usare quelle rigirate in famiglia da generazioni. Mi allontano con un sospiro, tornando a casa e restando a bocca aperta per lo spettacolo che mi si presenta davanti agli occhi. Mi mordo le labbra con forza, osservando Ron che si punta addosso l'acqua, ovviamente mentre e' senza maglia.

Credo di amarti - RomioneWhere stories live. Discover now