18* Capitolo. Hermione

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-Davvero?

La risposta di mio marito mi lascia senza parole. Sento gli occhi pizzicare e le lacrime minacciare di scendere. Mi impongo di non piangere e reggere il suo sguardo.

-Non lo vuoi?- Domando mentre stringo i denti per reprimere quella leggera rabbia che cerca di farsi largo. E' pur sempre un nostro bambino, non abbiamo problemi ora, perche' mi guarda come se avessi detto la cosa piu' orribile a questo mondo?

Che non lo voglia e' diverso dal non poterselo permettere, i soldi li abbiamo dato che entrambi lavoriamo e poi anche gli extra che dovrebbe ricevere per la missione. La cameretta di Rose e' abbastanza grande da contenere una seconda culla, possiamo tenerlo con noi per i primi mesi e poi spostarlo con la sorella. Quando saranno piu' grandi possono avere un letto a castello. L'unico problema puo' essere lui. Probabilmente non lo vuole, a quanto posso vedere.

Mi sento sprofondare lentamente, ma quando sono sull'orlo di una crisi di pianto noto il suo sorriso e mi rassereno. E' un segno di amore, mi riscalda il cuore e mi sento subito meglio.

-Hermione, che domande fai!- Mi richiama lui. –Certo che lo voglio!

Sentirlo dire mi tranquillizza cosi' lascio che mi stringa a se' con decisione, quasi urlando quando mi prende senza preavviso. -Ci credi? Un altro piccoletto come me e te.- Il suo entusiasmo mi fa ridere, come ho potuto dubitare di lui? -Tu lo vuoi?

-Voglio tutti i tuoi figli, Ronald.- Sussurro sulle sue labbra, baciandolo con decisione poi.

La sua mano vaga sulla mia guancia mentre i suoi occhi cercano i miei. Lo guardo e sorrido, cercando di fargli capire quanto io mi sia legata a lui in questi anni. Lo amo troppo.

-Questa volta pero'...- Mormora. -Spero che abbia i tuoi occhi.- Conclude prima di baciarmi e stringermi i fianchi, facendomi sua nel modo in cui solo lui sa fare.

***

Mi stringo le braccia attorno al corpo, sospirando mentre attendo il prossimo conato. Sono passate alcune settimane da quando Ginny mi ha aperto gli occhi sulla mia condizione e la mia felicita' e' direttamente proporzionale alle nausee mattutine. Ogni giorno mi sveglio, vado in bagno ed esco dopo circa un'ora di sofferenza. Ormai non ci faccio nemmeno piu' caso perche' penso a quello che comporta tutto questo. Avro' un bambino, un piccolo neonato. Tale pensiero mi spinge avanti e mi fa affrontare tutto questo con il sorriso sulle labbra.

-Mamma?- Rose bussa alla porta e, ormai certa che sia tutto finito, mi alza da terra e le apro la porta.

-Lavati il viso, i denti e poi ti faccio i codini, va bene?- Le sorrido con dolcezza, accarezzandole la schiena dopo essermi sciacquata mani e viso.

Esco dal bagno per preparare la colazione, dopo aver sistemato tutto in tavola mi siedo un momento per calmare un giramento di testa. Chiudo gli occhi e quando li riapro vedo mia figlia osservarmi con occhi sgranati e preoccupati. Appena si accorge del mio sguardo mi porge spazzola ed elastici, dandomi la piccola schiena. Mi chino e le lascio un bacio sul capo, pettinandola poi e legandole i capelli rossi come quelli del padre in due piccoli codini. La giro e la prendo in braccio, osservandola. E' semplicemente bellissima. I capelli ricadono morbidamente sulle sue esili spalle in molti boccoli, gli occhi azzurri mi osservano perplessi e io le sorrido, baciandole il naso.

-Lo sai come si baciano gli eschimesi?- Le chiedo.

-Gno.- Scuote la testa lei, facendo voltare i capelli da tutte le parti.

-Cosi'.- Mi avvicino e strofino il naso contro il suo, ridacchiando. Lei fa lo stesso.

-Siete gia' sveglie?- La voce roca di Ron ci fa allontanare.

Credo di amarti - RomioneWhere stories live. Discover now