Capitolo 24

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Non appena la porta si fu aperta, rivelando i capelli corvini e lo sguardo stanco del fratello di Emy, tutto sembrò fermarsi.

I due si fissarono intensamente, mentre gli occhi di entrambi di spalancavano. Blu nel blu, restarono l'uno davanti all'altra con aria pietrificata. Gli unici pezzi di famiglia che gli restavano che finalmente si ricomponevano.

Emy poteva solo cercare di capire che cosa stesse provando lui, ma per certo sapeva quello che sentiva lei.

Semplicemente una grande voglia di stringerlo a sé, e di dirgli che le spiaceva di averlo lasciato solo, senza più nessuna famiglia. Ma adesso Emy c'era, lui c'era.

- Emy... - sussurrò lui, con un'espressione che definire incredula sarebbe poco.

Gli sorrise, per poi correre tra le sue braccia. Nate la strinse a sé, ed Emy respirò forte il suo odore. Sapeva di casa.

- Mi sei mancato - dissi lei, premendo il viso contro la sua maglia.

Quando i due fratelli si separarono, un sorriso era stampato sui volti di entrambi.

- Credo di doverti spiegare alcune cose - disse la ragazza, con un sospiro. Quella sarebbe stata la parte difficile.

- Questo senza dubbio - rispose Nate, mettendosi le mani in tasca - Ma ehi, ora è tutto ok... Giusto?

C'era qualcosa di strano nella sua espressione. Era il viso di qualcuno che aveva appena realizzato di essere uscito dall'inferno. Era stanco, e più pallido di quanto Emy ricordasse. Le guance erano incavate, e gli occhi circondati da profondissime occhiaie. Nonostante questo, il suo sguardo era luminoso, e sulle sue labbra era dipinto un leggero sorriso.

- Diciamo che ci sono tante cose da spiegare... Ecco... Le due cose che sono uscite dal tuo videogioco... - la corvina di indicò - Una ero io.

Nate strabuzzò gli occhi - N-non era uno scherzo...? Credevo che lei stesse scherzando... Ma quindi tu...

- Invece no. Proprio per nulla. Senti, forse è meglio se ci sediamo. Ben, vieni anche tu.

Il ragazzo si sporse dalla porta, e Nate fece un passo indietro - Tu eri morto...

- A dirla tutta lo sono ancora... - commentò Ben, con un'alzata di spalle - Ci si fa l'abitudine.

Emy strinse la mano di suo fratello - Andiamo sul divano. È una storia lunga.

Ci volle quasi un'ora di spiegazioni, e quando Emy e Ben si fermarono, avendo finito il loro racconto, Nate iniziò a massaggiarsi le tempie.

- Quindi mi stai dicendo che tu sei entrata in Majora's Mask, dove vive lo spirito di Ben, che siete rimasti intrappolati dentro quando nostra madre ha tolto la schedina e che per un mese avete vissuto dentro ad una schedina?

- Esatto - rispose Emy - Lo so, è...

- Assolutamente insensato - completò Nate - Però... - lanciò uno sguardo Ben - Forse posso provare a reggere questa cosa. Dopotutto... Ora dobbiamo pensare a cosa fare. Insomma, tu sei scomparsa da un mese senza un motivo e tu sei morto. Oh... E devo dirlo a Susan...

Emy incrociò le braccia, avvicinando il volto a quello del fratello - A proposito... Chi sarebbe questa Susan di cui non mi avevi mai parlato?

- Un'amica - rispose lui, sulla difensiva - Una compagna di università. Si è offerta di ospitarmi.

- Come no... - rispose la corvina, con un sorrisetto leggero sulle labbra.

- Devi fare l'idiota in una situazione del genere? - rispose Nate, spingendo all'indietro la sorella.

- In ogni caso - disse Emy, sedendosi di fianco a Ben - Pensavamo di tenere Ben nascosto, e di farlo vivere qui. Del resto, fare altro sarebbe rischioso! Pensa se il governo lo scoprisse! Sarebbe orribile!

- Non credo di volermi far analizzare da qualche scienziato che lavora per gli USA... - commentò il biondo, passandosi nervosamente una mano sulla nuca. Per spiegare a Nate ciò che era successo si era tolto occhiali e cappuccio, facendo vedere i propri strani occhi e le sue orecchie da elfo.

- Facciamo così - disse Nate, alzandosi - Vjsto che dopo tutto questo sarete parecchio stanchi vi lascerò riposare per qualche ora. Nel frattempo parlerò con Susan della faccenda. Credo di poterla convincere a tenere qui entrambi, ma poi dovremmo combinare, nei prossimi giorni, un sacco di casini con la polizia per la faccenda della tua scomparsa, Emy. Per il resto, possiamo farcela. Credo che la faccenda finirà nel migliore dei modi.

Nate fece cambiare la sorella nella camera da letto, facendole mettere una sua felpa, che le faceva da vestito, e le cui maniche arrivavano fin troppo oltre le mani, facendo risultare la ragazza come in un qualche disegno chibi.

Ben andò dentro al gioco, che fu messo nel Nintendo 64 acceso, in quel modo il biondo, se avesse voluto, sarebbe potuto uscire senza problemi.

Emy si buttò sul letto del fratello, quello di una piccola stanza degli ospiti, rendendosi conto solo in quel momento di essere stanchissima, senza nemmeno curarsi di mettersi sotto le coperte. Le bastava stendersi su qualcosa di morbido.

Non sapeva cosa avrebbe detto l'amica di Nate, forse lei avrebbe chiamato la polizia, e avrebbe consegnato Ben al governo. Forse avrebbe cacciato i due fuori di casa, forse sarebbe stata terrorizzata da loro.

Eppure non riusciva a starci a pensare. Era talmente stanca che non appena ebbe chiuso le palpebre, sprofondò in un sonno profondo e completamente privo di sogni.

Angolo autrice: Ma ehi! Era da un po' che non facevo un angolo autrice! Questo è un capitolo di passaggio, quindi è un tantino corto, ma spero vi piaccia lo stesso!
Visto che con questa storia sto tentando di andare fuori dall'ordinario delle solite storie con Ben, vorrei chiedervi: vi piace questo nuovo modo di impostare la storia? Insomma, visto che è un modo diverso dagli altri di scrivere una ff sul nostro caro Ben, volevo chiedervi come vi sembrava.
E, cosa numero due.

Questo è ciò che Chiara22_ ha scarabocchiato a caso su un libro di scuola

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Questo è ciò che Chiara22_ ha scarabocchiato a caso su un libro di scuola. Ma quanto è psicopaticamente pucciosa Emy?

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