Capitolo 20

1.3K 146 20
                                    

Piano piano passò il tempo.

Un giorno, due giorni, una settimana, un mese...

E tutto questo mentre tre giorni identici si ripetevano. Sempre la stessa routine, sempre gli stessi avvenimenti.

Anche se Emy o Ben avessero fatto qualcosa per aiutare in qualche modo gli abitanti della città, ognuno preso dai propri problemi, non sarebbe cambiato nulla.

Avrebbero potuto provare a far sposare Anju, ma subito sarebbe scomparso tutto, il tempo sarebbe tornato indietro, e il suo amato sarebbe stato ancora scomparso.

Avrebbero potuto salvare Lulu dalla propria depressione, e trovare le uova dei suoi figli.

Avrebbero potuto far tornare la primavera sulle montagne.

Avrebbero potuto salvare la principessa Deku.

Eppure ogni cosa sarebbe ricominciata.

Tutto d'accapo, durante un ciclo infinito che in alcun modo erano capace di fermare.

Ogni giorno, all'alba, Emy si svegliava e contava le ore che mancavano al nuovo viaggio all'indietro.

C'era davvero da diventare pazzi. Vedere le stesse scene ogni tre giorni, conoscere talmente bene ogni situazione da poter anticipare le parole delle persone. E non poter fare nulla per cambiare le cose.

Questo ti fa sprofondare nella pazzia.

Cosa importa cosa farai domani, se poi ogni cosa inizierà dal principio?

Emy era immersa in questi pensieri, mentre stava seduta sulla piccola piattaforma circa a metà dell'altezza della torre orologio.

Era la sera dell'ultimo giorno. Dodici ste alla fine.

- Ehi Emy! - la chiamò Ben, da sotto - Sono riuscito a trovare il porta rupie grande! Ora posso comprare la maschera della veglia!

Le maschere. Le maschere erano l'unica cosa che poteva restarti sempre affibbiata addosso. Nonostante il tornare indietro, le maschere non sparivano mai.

Erano due le cose che non ripartivano mai dal principio. Le maschere e le morti.

Del resto chi era morto tale doveva restare.

Emy scese rapidamente. Sarebbe stata la prima volta da giorni in cui due avrebbero fatto qualcosa di diverso. Avevano provato davvero tutto, ma nulla gli dava soddisfazione. Dopo al massimo tre giorni ogni cosa aveva termine, e ricominciava d'accapo.

Perché badare alle proprie azioni? Dopo pochi giorni queste sarebbero svanite nel nulla.

Eppure era incredibile come nessuno ci facesse caso. Certo, era ovvio, tornare indietro implicava tornare indietro anche con la mente degli altri, eppure era strano.

Non si chiedevano mai, gli altri, se avessero già fatto ciò che stavano già facendo? Non si sentivano strani a ripetere le stesse parole ogni volta?

Non si chiedevano perché il futuro sembrasse non arrivare mai?

Eppure solo lei, Ben e il venditore si rendevano conto di tutto.

Lei perché era una creatura esterna al gioco, che non era fatta di pixel, Ben controllava il gioco stesso, e il venditore di maschere... Beh, ogni cosa che lo riguardava era decisamente poco normale.

- C'è n'è voluto per trovare tutte quelle arancule - commentò il ragazzo - Ma credo che ne sia davvero valsa la pena.

Emy accennò ad un sorriso - E dopo questa è finito proprio tutto ciò che dovevamo fare? Abbiamo ogni maschera ed ogni oggetto, abbiamo completato ogni singola sub quest.

Ben fece spallucce - In realtà non ho ancora finito la quest principale. E poi, con la maschera che prenderemo, potremmo ascoltare i discorsi della vecchietta senza dormire! Quindi abbiamo ancora qualcosa da fare!

- Wow, sai quale eccitazione! Le ultime volte mi sono addormentata!

- Appunto! - disse Ben, sorridendo - Stavolta staremo svegli per forza!

- Quindi mentre questa qua spiega favole che non voglio sentire e che mi fanno venire un sonno assurdo non posso nemmeno dormire? Ma è una tortura!

Brn ridacchiò, ma il viso di Emy era serio. In quei giorni era davvero troppo turbata per ridere.

Non poteva fare a meno di pensare a cosa potesse stare accadendo fuori, nel mondo reale. I suoi parenti la stavano cercando, probabilmente disperati come non mai.

Avevano già perso qualcuno, ma dopo la scomparsa di Emy tutto sarebbe potuto diventare ancora peggio. Sapeva che difficilmente sua madre e suo fratello si sarebbero ripresi.

Ben entrò rapidamente nel bazar, e ne uscì fuori con il portarupie vuoto ed una maschera per nulla rassicurante in viso. Era formata da fili neri, abilmente intrecciati a formare il viso di una sorta di demone, contorto in un ghigno malvagio, e con due occhi rossi spalancati.

- È terrificante- commentò la ragazza, prendendola in mano.

Poi la indossò, e sporse il viso verso quello di Ben - Non ti faccio paura?

Lui si ritrasse un poco - Ok... In effetti sì. E pure tanto.

Andarono verso la torre orologio, dove avrebbero ascoltato la canzone del tempo un secondo prima che la luna cadesse sulla terra, distruggendo ogni cosa.

All'inizio quell'astro celeste inquietava Emy, ma piano piano ci si era abituata, era diventata una sorta di figura familiare, a cui non faceva praticamente più caso, proprio come la luna che sta nei cieli del mondo reale.

Eppure accadde qualcosa di inaspettato.

Mentre ancora stavano andando, una musica ben familiare li avvolse, mentre tutto diventava bianco attorno a loro.

Ad Emy girò la testa per qualche secondo, poi aprì gli occhi.

Guardò un attimo il cielo, e poi Ben.

La Luna era lontana, immersa in un cielo azzurro. E si sentiva chiaramente l'abbaiare di un cane.

- Ben... - disse la corvina - Hai suonato tu la canzone del tempo?

- Io? Cosa? No... - rispose lui, grattandosi nervosamente un orecchio.

Era strano, parecchio strano.

- Questo, Emy, vuol dire che qualcuno ha iniziato una nuova partita.

Game Over | Ben Drowned Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora